“A partire da lunedì 9 aprile mostreremo alle persone un link nella parte superiore del loro news feed di notizie in modo che possano vedere quali app utilizzano e le informazioni che hanno condiviso con quelle app. saranno anche in grado di rimuovere le app che non vogliono più. Come parte di questo processo diremo anche alle persone se le loro informazioni potrebbero essere state condivise in modo improprio con Cambridge Analytica.”
Da questi 57 profili è partito il “contagio”: la società ha avuto accesso alle relative amicizie e si è così arrivati a 214.134 utenti coinvolti.Degli 87 milioni di profili complessivamente violati la netta maggioranza, oltre 70,6 milioni, appartiene a utenti statunitensi.
Al secondo posto le Filippine con 1,17 milioni, seguite dall’Indonesia con 1,09 milioni, mentre in quarta posizione c’è il Regno Unito, con 1,07 milioni di profili usati impropriamente.Tutti gli altri Paesi sono sotto il milione di profili violati.
Al quinto posto il Messico, con poco più di 700mila profili, quindi il Canada con 622mila, l’India con 580mila, il Brasile con 440mila, il Brasile con 443mila, il Vietnam con 427mila, l’Australia con 411mila.“Ho chiaramente commesso un errore, avremmo dovuto fare di più”, ha scritto nel suo post Schroepfer. “Penso che la vita sia imparare dagli errori e capire come andare avanti. Quando stai costruendo qualcosa come Facebook, che non ha precedenti nel mondo, ci sono cose che puoi sbagliare. L’importante è imparare dai nostri errori”.
Facebook, inoltre, ha annunciato che di aver disabilitato la possibilità di cercare un utente inserendo il suo numero di telefono o l’indirizzo e-mail.
Schroepfer ha aggiunto che sarà ridotto il numero dei dati messi a disposizione dagli sviluppatori relative a eventi, gruppi e pagine di Facebook.
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