In questo articolo cercheremo anche di fornire una spiegazione scientifica basata su dati e analisi presenti nel rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Territorio riguardante le alluvioni avvenuti in Emilia-Romagna nei giorni 16 e 17 maggio 2023, per comprendere scientificamente questo tipo di fenomeno.
L’alluvione che si è verificata in Emilia-Romagna nei giorni 16 e 17 maggio 2023 può essere spiegata da una combinazione di fattori meteorologici e geografici. Secondo il rapporto dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale del Territorio, i dati e le analisi indicano che una serie di eventi atmosferici eccezionali hanno contribuito all’alluvione.
Innanzitutto, sono state registrate precipitazioni molto intense e prolungate nella regione. Le precipitazioni sono state causate dall’interazione di diverse masse d’aria, che hanno generato intense perturbazioni atmosferiche. Questo ha portato a un’elevata quantità di pioggia caduta nell’area durante un breve periodo di tempo, superando la capacità di assorbimento del terreno e dei corsi d’acqua.
La regione dell’Emilia-Romagna è caratterizzata da una vasta rete di fiumi e corsi d’acqua, inclusi il Po, il Reno e il Panaro. A causa delle precipitazioni intense, questi fiumi sono andati rapidamente in piena. L’incremento del flusso d’acqua ha superato la capacità dei fiumi di trasportare l’acqua in modo efficiente, causando esondazioni e inondazioni nelle zone limitrofe.
Inoltre, il terreno nella regione è in gran parte pianeggiante e presenta un’alta densità di insediamenti umani e infrastrutture. Questo ha reso le aree più vulnerabili alle inondazioni, in quanto la copertura del suolo impermeabilizzata impedisce l’assorbimento dell’acqua piovana. Le strade, i canali di drenaggio e i sistemi di canalizzazione dell’acqua possono diventare rapidamente saturi, aggravando la situazione e causando allagamenti diffusi.
È importante sottolineare che l’alluvione in Emilia-Romagna è stata un evento eccezionale e estremo. I cambiamenti climatici possono influenzare la frequenza e l’intensità di eventi meteorologici estremi, come piogge intense. Tuttavia, per comprendere appieno le cause e gli effetti di questo specifico evento alluvionale, potrebbe essere necessario ulteriori studi e analisi da parte degli esperti.
Esaminiamo nel dettaglio gli aspetti principali che caratterizzano il territorio in questione e le cause di natura idrologica-idraulica e geologica riscontrate da ISPRA, che sono alla base dell’evento eccezionale che ha colpito la regione Emilia-Romagna.
Le provincie con maggiori percentuali di territorio a rischio esondazione
Le province dell’Emilia-Romagna presentano percentuali significative di territorio potenzialmente soggetto ad allagamenti, secondo quanto riportato nel Rapporto n.356 del 2021 dell’ISPRA. Queste percentuali risultano superiori rispetto ai valori calcolati a livello nazionale.
Il rapporto evidenzia che la regione Emilia-Romagna presenta una vasta estensione di aree suscettibili di allagamento, basandosi sullo scenario medio. Questa condizione è legata alla presenza di una complessa e ampia rete di canali di bonifica e corsi d’acqua minori che si sviluppano su aree morfologicamente depresse. Inoltre, si riscontrano tratti arginati spesso lungo alvei stretti e pendenti, nonché regimazioni e rettifiche nelle zone di pianura.
ISPRA spiega che a causa dell’insufficienza generalizzata del reticolo di bonifica, per tempi di ritorno superiori a quelli previsti per lo scenario di pericolosità elevata, si verificano allagamenti diffusi su vaste porzioni del territorio.
Le province con le maggiori percentuali di territorio potenzialmente a rischio esondazione sono le seguenti:
1. Ravenna e Ferrara presentano percentuali che arrivano rispettivamente all’80% e quasi al 100% in caso di scenario di pericolosità media da alluvioni. In particolare, Ravenna è esposta al rischio di alluvione per l’87% della popolazione in caso di scenario di pericolosità media da alluvioni.
2. Modena ha una percentuale del 41,3% di territorio a rischio (con il 53,3% della popolazione esposta).
3. Bologna ha una percentuale del 50% di territorio a rischio (con il 56,1% della popolazione esposta).
4. Forlì-Cesena ha una percentuale del 20,6% di territorio a rischio (con il 64% della popolazione esposta).
Queste informazioni evidenziano la presenza di ampie aree a rischio di allagamento in queste province dell’Emilia-Romagna, secondo quanto riportato nel rapporto dell’ISPRA
Durante le 48 ore comprese tra il 15 e il 17 maggio 2023, si sono verificati picchi di precipitazioni di 300 millimetri sui bacini del crinale e delle colline di Forlì. Nella stessa area, sulle colline e sulle montagne di Ravenna, nonché nel settore orientale della zona di Bologna, le precipitazioni medie sono state comprese tra 150 e 200 millimetri. Sulla pianura di Cesena e Forlì, le precipitazioni sono state inferiori, fino a 150 millimetri. Questi dati sono stati forniti dalla Protezione Civile.
ISPRA spiega che le intense precipitazioni hanno determinato accumuli pluviometrici superiori a 100 millimetri su gran parte dei bacini dell’Idice-Savena, del Sillaro, del Santerno, del Senio, del Lamone-Marzeno e del Montone. Sui bacini sopra citati, si sono verificati picchi di precipitazione che hanno superato i 150 millimetri, soprattutto negli ultimi due bacini menzionati.
Il ruolo del cambiamento climatico nelle alluvioni
Evitare completamente le alluvioni è difficile poiché sono eventi naturali complessi e influenzati da molteplici fattori. Tuttavia, ci sono misure e strategie che possono essere adottate per ridurre al minimo i rischi e mitigare gli impatti delle alluvioni. Ecco alcune azioni importanti da considerare:
1. Monitoraggio e previsione: Investire in sistemi di monitoraggio e previsione avanzati può aiutare ad avvertire in anticipo l’arrivo di piogge intense e aumentare il tempo di reazione delle autorità e delle comunità.
2. Gestione delle acque: Migliorare la gestione delle acque può contribuire a ridurre il rischio di alluvioni. Ciò include la manutenzione e la pulizia dei canali di drenaggio, il potenziamento delle infrastrutture di drenaggio e l’implementazione di sistemi di raccolta delle acque piovane.
3. Pianificazione territoriale: Adottare una pianificazione territoriale o urbanistica oculata può aiutare a evitare la costruzione di insediamenti nelle aree ad alto rischio di alluvione. È importante identificare e proteggere le zone vulnerabili, limitando la costruzione nelle pianure alluvionali e promuovendo pratiche di costruzione che tengano conto dei rischi idrogeologici.
4. Sistemi di allerta precoce: Implementare sistemi di allerta precoce ben strutturati può permettere alle persone di evacuare in tempo e ridurre il rischio di perdite umane. Le comunità devono essere informate sui protocolli di evacuazione e sulla corretta risposta in caso di allarme.
5. Sensibilizzazione e formazione: Promuovere la sensibilizzazione e l’educazione sulla prevenzione delle alluvioni può aiutare le persone a comprendere i rischi e ad adottare misure di protezione personali. La formazione delle comunità sulle azioni da intraprendere prima, durante e dopo un’alluvione è fondamentale per ridurre l’impatto negativo.
6. Protezione delle aree naturali: Mantenere e ripristinare le aree naturali, come le zone umide e le foreste, può fornire un’importante protezione contro le alluvioni. Queste aree assorbono l’acqua in eccesso e riducono la velocità del deflusso, aiutando a prevenire inondazioni catastrofiche.
È importante sottolineare che queste sono solo alcune delle misure che possono essere adottate per ridurre il rischio di alluvioni. È necessario un approccio olistico che coinvolga governi, comunità locali, esperti e altre parti interessate per affrontare efficacemente questo problema complesso.
Come evitare le alluvioni
Evitare completamente le alluvioni è difficile poiché sono eventi naturali complessi e influenzati da molteplici fattori. Tuttavia, ci sono misure e strategie che possono essere adottate per ridurre al minimo i rischi e mitigare gli impatti delle alluvioni. Ecco alcune azioni importanti da considerare:
1. Monitoraggio e previsione: Investire in sistemi di monitoraggio e previsione avanzati può aiutare ad avvertire in anticipo l’arrivo di piogge intense e aumentare il tempo di reazione delle autorità e delle comunità.
2. Gestione delle acque: Migliorare la gestione delle acque può contribuire a ridurre il rischio di alluvioni. Ciò include la manutenzione e la pulizia dei canali di drenaggio, il potenziamento delle infrastrutture di drenaggio e l’implementazione di sistemi di raccolta delle acque piovane.
3. Pianificazione territoriale: Adottare una pianificazione territoriale o urbanistica oculata può aiutare a evitare la costruzione di insediamenti nelle aree ad alto rischio di alluvione. È importante identificare e proteggere le zone vulnerabili, limitando la costruzione nelle pianure alluvionali e promuovendo pratiche di costruzione che tengano conto dei rischi idrogeologici.
4. Sistemi di allerta precoce: Implementare sistemi di allerta precoce ben strutturati può permettere alle persone di evacuare in tempo e ridurre il rischio di perdite umane. Le comunità devono essere informate sui protocolli di evacuazione e sulla corretta risposta in caso di allarme.
5. Sensibilizzazione e formazione: Promuovere la sensibilizzazione e l’educazione sulla prevenzione delle alluvioni può aiutare le persone a comprendere i rischi e ad adottare misure di protezione personali. La formazione delle comunità sulle azioni da intraprendere prima, durante e dopo un’alluvione è fondamentale per ridurre l’impatto negativo.
6. Protezione delle aree naturali: Mantenere e ripristinare le aree naturali, come le zone umide e le foreste, può fornire un’importante protezione contro le alluvioni. Queste aree assorbono l’acqua in eccesso e riducono la velocità del deflusso, aiutando a prevenire inondazioni catastrofiche.
È importante sottolineare che queste sono solo alcune delle misure che possono essere adottate per ridurre il rischio di alluvioni. È necessario un approccio che coinvolga governi, comunità locali, esperti e altre parti interessate per affrontare efficacemente questo problema complesso.
La guida IO NON RISCHIO – BUONE PRATICHE DI PROTEZIONE CIVILE
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