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La fallacia dell’Argumentum ab auctoritate: lo ha detto un Nobel, dunque sarà vero!

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Anche in campo scientifico l’argumentum ab auctoritate è una trappola comune e insidiosa. Questo perché la scienza è spesso complessa e le persone tendono a fidarsi di esperti riconosciuti per comprendere meglio argomenti specialistici. Tuttavia, anche nel mondo scientifico, affidarsi ciecamente all’autorità di una persona senza valutare criticamente le prove è un rischio.

Che cos’è esattamente l’argumentum ab auctoritate

L’argumentum ab auctoritate (o appello all’autorità) è una fallacia logica in cui si tenta di sostenere la validità di un’affermazione facendo riferimento alla presunta autorevolezza o competenza di chi la formula, invece di basarsi su prove concrete o argomenti razionali. In sostanza, si accetta una conclusione come vera non perché i suoi contenuti siano verificabili o logicamente validi, ma perché viene proposta da una persona o un ente considerato autorevole o esperto.

Struttura dell’Argumentum ab Auctoritate

La struttura dell’argomento è generalmente simile a questa:

  • Premessa 1: X è un’autorità o un esperto su un determinato argomento.
  • Premessa 2: X sostiene l’affermazione Y su quel determinato argomento.
  • Conclusione: Pertanto, Y deve essere vera.

Perché è una fallacia?

L’appello all’autorità è una fallacia perché l’autorevolezza di una persona non garantisce automaticamente la verità di un’affermazione. Anche gli esperti possono sbagliare o essere in disaccordo tra loro. Una dichiarazione deve essere valutata in base alle prove e alla logica che la supportano, non sulla base di chi la fa.

Esempio di Argumentum ab Auctoritate realmente accaduti nel mondo scientifico

Il caso del Premio Nobel James Watson e le sue affermazioni controverse

James Watson, uno dei co-scopritori della struttura del DNA e vincitore del Premio Nobel per la Medicina nel 1962 insieme a Francis Crick e Maurice Wilkins, è un esempio di come l’argumentum ab auctoritate possa emergere anche in un caso di un eminente scienziato.

Nel 2007, Watson fece delle affermazioni controverse sulla relazione tra razza e intelligenza, suggerendo che le persone di origine africana sarebbero geneticamente predisposte ad avere una minore intelligenza rispetto agli europei. Queste dichiarazioni furono fortemente criticate dalla comunità scientifica, non solo per il loro contenuto razzista, ma anche perché mancavano di prove scientifiche rigorose.

Watson è senza dubbio una figura di grande autorità nel campo della biologia molecolare, avendo contribuito in modo fondamentale alla scoperta della struttura del DNA. Tuttavia, le sue affermazioni sugli argomenti di razza e intelligenza si basavano su congetture personali e interpretazioni non supportate da solide evidenze scientifiche.

L’errore dell’Argumentum ab Auctoritate nel caso Watson

Molti potrebbero cadere nell’argumentum ab auctoritate accettando le affermazioni di Watson solo perché è un premio Nobel e un ricercatore di grande prestigio. Tuttavia, le sue competenze nel campo della genetica non garantiscono che le sue affermazioni su temi complessi come la razza e l’intelligenza siano accurate, specialmente in un ambito multidisciplinare che coinvolge genetica, neuroscienze, sociologia e psicologia.

Reazioni della comunità scientifica

La comunità scientifica ha rapidamente preso le distanze dalle dichiarazioni di Watson, sottolineando che non ci sono prove sufficienti per stabilire una correlazione tra genetica, razza e intelligenza in modo così semplice e che tali affermazioni non sono solo scientificamente infondate, ma anche pericolose dal punto di vista etico e sociale.

Il caso del Premio Nobel Luc Montagnier

Luc Montagnier, premio Nobel per la Medicina nel 2008 per la scoperta del virus dell’HIV, è un esempio interessante di come un’autorità scientifica di rilievo possa sostenere idee controverse e a volte fallaci, sollevando il problema dell’argumentum ab auctoritate. Montagnier ha fatto due affermazioni che hanno suscitato un vasto dibattito: la “memoria dell’acqua” e le sue opinioni controverse sul COVID-19.

1. La memoria dell’acqua

Montagnier, a partire dagli anni 2000, si è avvicinato a teorie pseudoscientifiche, una delle quali è quella della memoria dell’acqua. Questa teoria fu proposta inizialmente da Jacques Benveniste, e afferma che l’acqua possa “ricordare” le sostanze con cui è venuta a contatto anche dopo che queste sono state diluite al punto da non essere più rilevabili.

Sebbene la teoria della memoria dell’acqua sia stata ampiamente screditata dalla comunità scientifica, Montagnier la ha sostenuta, suggerendo che l’acqua potesse mantenere tracce elettromagnetiche di sostanze biologiche. Questa posizione è stata accolta con grande scetticismo da parte della comunità scientifica, in quanto non vi sono prove solide a sostegno della memoria dell’acqua, e il fenomeno non è replicabile attraverso metodi sperimentali riconosciuti.

L’autorità di Montagnier come premio Nobel ha indotto alcune persone a prendere sul serio la teoria, nonostante fosse considerata pseudoscientifica. Questo è un chiaro esempio di argumentum ab auctoritate, dove le affermazioni di un individuo sono accettate o considerate credibili solo in virtù della sua fama o dei suoi riconoscimenti, senza un’analisi critica delle prove.

2. Le idee controverse sul COVID-19

Durante la pandemia di COVID-19, Montagnier ha espresso posizioni fortemente critiche e controverse, alcune delle quali non erano supportate da evidenze scientifiche valide. Tra le sue dichiarazioni:

  • COVID-19 creato in laboratorio: Montagnier ha sostenuto pubblicamente che il virus SARS-CoV-2, responsabile del COVID-19, fosse stato creato in laboratorio. In particolare, suggerì che il virus contenesse sequenze genetiche del virus dell’HIV, insinuando che fosse il risultato di manipolazione genetica.Sebbene la teoria del virus artificiale sia stata investigata da alcuni ricercatori, la maggior parte degli studi scientifici indica che il SARS-CoV-2 ha un’origine naturale, probabilmente legata al salto di specie da un animale (zoonosi), in linea con altri virus emergenti. Le affermazioni di Montagnier non erano supportate da dati sufficienti e sono state criticate dalla comunità scientifica internazionale.
  • Il ruolo delle onde elettromagnetiche e dei vaccini: Montagnier ha anche suggerito idee speculative riguardo alla possibilità che i vaccini anti-COVID-19 causassero mutazioni o influenzassero negativamente il sistema immunitario, opinioni non basate su prove scientifiche solide. Inoltre, ha menzionato l’uso di terapie alternative e legami tra le onde elettromagnetiche (come il 5G) e la diffusione del virus, teorie ampiamente ritenute infondate dalla ricerca scientifica.
  • L’uso di sostanze naturali per combattere il virus: Montagnier ha promosso l’idea di trattare il COVID-19 con sostanze naturali, come l’estratto di papaya fermentata, sollevando dubbi sulla validità delle sue posizioni mediche. Queste affermazioni sono state viste da molti come espressioni di pseudoscienza.

Reazioni della comunità scientifica

Le dichiarazioni di Montagnier su COVID-19 sono state accolte con una forte critica da parte della comunità scientifica. Numerosi esperti hanno sottolineato che tali teorie non erano supportate da dati empirici robusti e che alimentavano disinformazione in un periodo già critico.

La caduta nell’Argumentum ab Auctoritate

Anche se Montagnier è stato un pioniere nel campo della virologia, le sue affermazioni su temi come la memoria dell’acqua e il COVID-19 mostrano che anche i grandi scienziati possono commettere errori o proporre teorie speculative. Molte persone, per la sua fama, hanno preso sul serio queste idee senza valutare la solidità delle prove a loro sostegno. Questo è un chiaro esempio di argumentum ab auctoritate, dove si dà credito a un’idea solo perché viene espressa da una figura eminente, anche se mancano evidenze scientifiche adeguate.

Il caso del Premio Nobel Luc Montagnier

Oltre a citati (nel nostro articolo) Premi Nobel James Watson e Luc Montagnier (e ampiamente criticati dalla comunità scientifica, tanto che Watson fu addirittura escluso dagli altri Premi Nobel a presenziare alle conferenze internazionali) abbiamo altri esempi. Il premio Nobel Kari Mullis (che ammise di essere stato rapito dagli alieni e di avere sentito parlare un procione luminescente), o quello di Brian Josephson un brillante fisico, vincitore di un Nobel. Ora invece fa il bullo sull’enciclopedia libera a favore delle pseudoscienze come il paranormale; o quello di Linus Pauling, unico uomo a vincere 2 premi Nobel, che verso la fine della sua vita si intestardì che l’assunzione di dosi massicce di vitamina C si potessero curare tutte le malattie tra cui il cancro…

 

Altri Nobel celebri che presero cantonate

Oltre a citati Premi Nobel James Watson e Luc Montagnier (e ampiamente criticati dalla comunità scientifica, tanto che Watson fu addirittura escluso dagli altri Premi Nobel a presenziare alle conferenze internazionali) abbiamo altri esempi. Il Premio Nobel Kary Mullis (che ammise di essere stato rapito dagli alieni e di avere sentito parlare un procione luminescente), o  Brian Josephson un brillante fisico, vincitore di un Nobel. Ora invece fa il bullo sull’enciclopedia libera a favore delle pseudoscienze come il paranormale; o quello di Linus Pauling, unico uomo a vincere 2 premi Nobel, che verso la fine della sua vita si intestardì che l’assunzione di dosi massicce di vitamina C si potessero curare tutte le malattie tra cui il cancro…

Ma la lista è lunghissima… come si può evincere dal libro del chimico Silvano Fuso “Strafalcioni da Nobel” e da questa video intervista all’autore.

Smascherare l’argumentum ab auctoritate in campo scientifico richiede un approccio critico, poiché spesso l’autorevolezza di una figura o di un ente scientifico può sembrare legittimamente convincente. Tuttavia, è importante non accettare affermazioni solo in virtù del prestigio della fonte. Ecco alcune strategie specifiche per identificare e smascherare questa fallacia nel contesto scientifico:

1. Richiedere dati empirici

In campo scientifico, le affermazioni devono essere supportate da prove verificabili, non da opinioni personali o dal prestigio della fonte. Se qualcuno giustifica una conclusione solo in base a un’autorità (ad esempio “lo dice un premio Nobel” o “questo scienziato famoso lo ha detto”), richiedi le evidenze empiriche su cui tale affermazione si basa: dati, esperimenti, studi peer-reviewed.

2. Controllare il consenso scientifico

La scienza si basa sul consenso tra la comunità scientifica, che deriva dal confronto tra molteplici studi e esperimenti indipendenti. Un’autorità singola può sbagliare o avere opinioni non condivise dalla maggior parte dei suoi colleghi. Cerca di verificare se l’affermazione fatta è sostenuta dalla maggior parte degli esperti del settore o se si tratta di un’opinione minoritaria, anche se proviene da una figura molto rispettata.

3. Analizzare l’attendibilità della fonte

Verifica se l’esperto citato ha effettivamente competenze specifiche nell’area trattata. Anche in campo scientifico, una persona autorevole in un settore (ad esempio, un fisico) non è necessariamente un’autorità su altri argomenti scientifici (come la biologia o la medicina). È importante assicurarsi che l’autorità citata sia qualificata nell’area specifica dell’argomento discusso.

4. Distinguere tra affermazioni scientifiche e personali

Molte figure autorevoli nel mondo scientifico possono esprimere opinioni personali che non sono necessariamente scientificamente fondate. Chiediti sempre se l’autorità in questione sta esprimendo un’opinione personale o se sta riportando risultati oggettivi, derivati dalla ricerca.

5. Esaminare la validità della ricerca sottostante

Se un’affermazione scientifica è supportata da uno studio specifico, è fondamentale valutare la qualità di tale ricerca. Anche se lo studio è stato condotto da una persona autorevole, bisogna verificare aspetti come:

  • Metodo scientifico: è stato seguito un metodo rigoroso e trasparente?
  • Pubblicazione su riviste scientifiche peer-reviewed.
  • Replicabilità: altre ricerche indipendenti hanno confermato i risultati?

Un singolo studio, anche se condotto da un’autorità riconosciuta, non è sufficiente per trarre conclusioni definitive.

6. Evita l’effetto del “Prestigio istituzionale”

A volte, un’istituzione scientifica molto rispettata può essere citata per supportare un’idea. Tuttavia, le affermazioni non devono essere accettate acriticamente solo perché provengono da un’istituzione prestigiosa. Assicurati che i dati e le argomentazioni siano solidi e verificabili, indipendentemente dalla reputazione dell’ente che li produce.

7. Cerca opinioni scientifiche alternative

Se un’autorità è citata a sostegno di un’affermazione, cerca altre autorità nel campo che potrebbero avere punti di vista diversi. La scienza prospera attraverso il dibattito, e spesso ci sono visioni divergenti anche tra esperti autorevoli. Questo confronto può aiutarti a capire se la posizione dell’autorità citata è effettivamente valida o se ci sono elementi che potrebbero contraddirla.

8. Fai attenzione agli argomenti non scientifici travestiti da scientifici

In alcuni casi, persone o enti possono utilizzare un linguaggio pseudoscientifico per sembrare più autorevoli. Questo accade spesso quando si cerca di vendere un’idea o un prodotto. Chiediti sempre se l’affermazione in questione è basata su dati verificabili o se si tratta di un tentativo di legittimare un’opinione personale o commerciale.

9. Segui il principio di falsificabilità

Una caratteristica fondamentale della scienza è la possibilità di confutare una teoria. Se un’affermazione viene fatta da un’autorità, chiediti se questa affermazione è falsificabile e se ci sono stati tentativi di metterla alla prova. Una teoria scientifica valida deve poter essere sottoposta a test critici che potrebbero dimostrare che è errata.

Smascherare un argumentum ab auctoritate in campo scientifico richiede un approccio basato su prove, rigore metodologico e la capacità di analizzare criticamente le affermazioni, indipendentemente da chi le faccia. Concentrarsi sulle evidenze, piuttosto che sulla figura che le propone, è essenziale per evitare di cadere in questa fallacia e garantire che la conoscenza scientifica sia fondata su basi solide.

 

Riferimenti

Philip Ball, The memory of water, in Nature, 8 ottobre 2004, pp. news041004–19, DOI:10.1038/news041004-19.

UNESCO to host meeting on controversial ‘memory of water’ research, su science.org. URL 022.

The superspreaders behind top COVID-19 conspiracy theories, su Associated Press, 15 febbraio 2021.

Roger Frutos, Laurent Gavotte, Christian A. Devaux, Understanding the origin of COVID-19 requires to change the paradigm on zoonotic emergence from the spillover to the circulation model, in Infection, Genetics and Evolution, 18 marzo 2021, DOI:10.1016/j.meegid.2021.104812, ISSN 1567-1348 (WC · ACNP).

COVID Has Created a Perfect Storm for Fringe Science, su Scientific American, 26 aprile 2021.

L’opinione dell’Osservatorio sulle Malattie Rare sulle affermazioni su Luc Montagnier

Silvano Fuso – Strafalcioni da Nobel – Carocci 

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