Anche nel mondo delle diete, come ben si sa, esistono trend che dominano la scena. Negli ultimi tempi, tra questi spicca il digiuno intermittente.
Divenuto famoso in Italia ormai da diversi anni – Lovemysenses.com ne parla in un articolo pubblicato di recente e dedicato alle tendenze di benessere del momento – si basa sull’alternanza, nel corso della giornata, tra periodi in cui è possibile assumere cibo e altri che, invece, vanno dedicati all’astensione da quest’ultimo.
Esistono diversi schemi da considerare quando si parla di digiuno intermittente. Il più popolare è indubbiamente il 16:8. In cosa consiste? Nella divisione della giornata in due parti: la prima prevede 16 ore di digiuno, la seconda, invece, 8 in cui è possibile consumare cibo.
Quali sono i suoi benefici? Prima di tutto gli effetti anti invecchiamento. Alla base di tutto, però, devono esserci alcune accortezze.
Essenziale è seguire uno schema alimentare caratterizzato dalla presenza di cibi sani – la dieta mediterranea, con la sua ricchezza in carboidrati complessi e alimenti di origine vegetale, è il non plus ultra – ma anche non perdere mai l’autocontrollo.
Nella maggior parte dei casi – essenziale, come già detto, è considerare l’esistenza di diversi schemi oltre il 16:8, come per esempio il 5:2, che concentra la riduzione calorica nel fine settimana – il digiuno intermittente consente di apprezzare una riduzione della glicemia e una più rapida eliminazione dei trigliceridi a favore della sintesi di corpi chetonici.
Come sottolineato nel corso degli anni da diversi esperti – tra i quali è possibile includere quelli della Harvard Medical School – il digiuno intermittente consente di perdere peso.
Se tra un pasto e l’altro non si fanno spuntini, i livelli di insulina scendono drasticamente. Le cellule adipose hanno quindi la possibilità di liberare lo zucchero immagazzinato, utilizzandolo come fonte di energia.
Consigli per un digiuno intermittente salutare
Il digiuno intermittente non va mai approcciato da soli. Essenziale è rivolgersi a un nutrizionista di fiducia. Nella maggior parte delle situazioni, questi professionisti consigliano di ricorrere allo schema 12:16, che ha il vantaggio di essere estremamente semplice da seguire.
Da evitare se si soffre di disturbi alimentari – compresa la fame nervosa – o in momenti della vita particolari come la gravidanza o l’allattamento, il digiuno intermittente è controindicato pure in caso di diabete, sia di tipo 1, sia di tipo 2.
Attenzione: non si tratta di un regime alimentare che possa essere portato avanti per un tempo prolungato! Prezioso anche per via della capacità di indurre all’autofagia – morte programmata – le cellule del corpo con componenti non più funzionanti, il digiuno intermittente può essere proseguito per 2 – 3 giorni, massimo cinque, e sempre, ribadiamo, con l’aiuto di un professionista.
Una volta interrotto il digiuno, non ci sono schemi alimentari particolari da seguire. Il consiglio è quello di evitare sgarri per qualche giorno, focalizzandosi su cereali integrali, alimenti di origine vegetale, grassi buoni.
Quando si fa il digiuno intermittente non bisogna aspettarsi una perdita di peso drastica da un giorno con l’altro. Nel caso in cui si dovesse notare, dopo un singolo ciclo, che il benessere generale è aumentato ma che il peso non è cambiato anzi è cresciuto, vuol dire che è necessario aggiustare il tiro dal punto di vista dell’introito calorico o dell’attività fisica.
Sì, l’attività fisica va continuata quando si fa il digiuno intermittente. Anche solo 30 minuti al giorno possono fare la differenza se si è costanti. La sua pratica, inoltre, può aiutare a sentire meno i morsi della fame nelle ore dedicate al digiuno.
Pure in questo caso, onde evitare danni come strappi ai muscoli o squilibri eccessivi riguardanti le scorte di glicogeno, è bene farsi seguire fin da subito da un personal trainer.