Alcuni fisici, come Nicholas Warner e colleghi, propongono che i buchi neri non siano semplici singolarità, ma “fuzzballs” composti da stringhe e brane intrecciate in dimensioni superiori, formando un “supermaze”.
Questa idea, basata sulla teoria delle stringhe e sulla M-teoria, suggerisce che l’interno dei buchi neri sia un labirinto complesso che potrebbe conservare le informazioni, risolvendo così il paradosso dell’informazione.
Il paradosso dell’informazione si chiede se le informazioni di ciò che cade in un buco nero siano perse per sempre. La teoria dei superlabirinti sembra indicare che queste informazioni siano immagazzinate nella struttura intricata delle stringhe, preservandole in modo compatibile con la meccanica quantistica.
Nonostante i progressi, la teoria non è ancora completa. Alcuni esperti, come Juan Maldacena, notano che non spiega pienamente l’entropia dei buchi neri, e Don Marolf sottolinea che non è ancora dimostrato che queste strutture siano effettivamente buchi neri. Inoltre, la teoria delle stringhe, su cui si basa, è criticata per la mancanza di verifiche sperimentali, dato che richiede energie impossibili da raggiungere con la tecnologia attuale.
Un aspetto interessante è che questa teoria collega i buchi neri a un universo con 11 dimensioni, molto oltre le 4 che percepiamo, offrendo una visione radicalmente diversa della realtà fisica.
La teoria secondo cui i buchi neri potrebbero essere “superlabirinti” di stringhe multidimensionali rappresenta un’avanzata affascinante nel campo della fisica teorica, in particolare nell’ambito della teoria delle stringhe e della M-teoria.
Questa idea, recentemente discussa in articoli scientifici e studi pubblicati nel 2025, suggerisce che l’interno dei buchi neri non sia una semplice singolarità, come descritto dalla relatività generale, ma un complesso intreccio di stringhe e brane in dimensioni superiori, potenzialmente risolvendo il paradosso dell’informazione dei buchi neri. Di seguito, analizziamo in dettaglio questa teoria, le sue implicazioni e le critiche, offrendo una disamina critica completa.
Contesto Teorico e Descrizione della Teoria
La teoria dei superlabirinti si inserisce nel quadro della teoria delle stringhe, un tentativo di unificare la gravità quantistica con le altre forze fondamentali. La M-teoria, un’estensione della teoria delle stringhe, postula che l’universo abbia 11 dimensioni spaziotemporali, anziché le 4 (tre spaziali e una temporale) che sperimentiamo.
In questo contesto, i buchi neri tradizionali, descritti dalla relatività generale come oggetti con un orizzonte degli eventi e una singolarità centrale, potrebbero essere reinterpretati come “fuzzballs”.
Questi fuzzballs, proposti inizialmente da Samir Mathur, sono strutture quantistiche prive di orizzonte degli eventi e singolarità, ma che appaiono e si comportano come buchi neri a scale macroscopiche.
Il concetto di “supermaze” è stato recentemente sviluppato da un team di fisici, tra cui:
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Nicholas Warner (USC)
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Iosif Bena, Dimitrios Toulikas (Institute of Theoretical Physics, Francia)
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Anthony Houppe (Swiss Federal Institute of Technology Zurich)
in uno studio pubblicato il 14 marzo 2025 sul Journal of High Energy Physics (String Theorists Say Black Holes Are Multidimensional String ‘Supermazes’).
Secondo questa teoria, i fuzzballs sono composti da brane, oggetti multidimensionali che vibrano e si intersecano in modi complessi.
Queste intersezioni formano un “supermaze”, descritto come un labirinto con stanze, camere e intersezioni, dove le pareti sono costituite da brane bidimensionali e pentadimensionali che si attraggono e si deformano a vicenda.
Risoluzione del Paradosso dell’Informazione
Uno dei principali problemi affrontati da questa teoria è il paradosso dell’informazione dei buchi neri, sollevato da Stephen Hawking nel 1974.
Secondo la radiazione di Hawking, i buchi neri emettono radiazione e si evolvono, apparentemente distruggendo le informazioni di ciò che hanno inghiottito, violando i principi della meccanica quantistica.
La teoria dei superlabirinti suggerisce che le informazioni non siano perse, ma immagazzinate nella struttura intricata del labirinto, in modo compatibile con la meccanica quantistica.
Se confermata, la teoria dei superlabirinti potrebbe rivoluzionare la nostra comprensione della fisica, unificando gravità e meccanica quantistica.
Tuttavia, il suo futuro dipende dalla possibilità di produrre previsioni testabili e superare le critiche sulla falsificabilità.
La teoria dei buchi neri come superlabirinti di stringhe multidimensionali è promettente, ma ancora lontana dalla conferma sperimentale.
La sua capacità di risolvere il paradosso dell’informazione è affascinante, ma restano sfide teoriche ed empiricheimportanti da superare.
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