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Caccia selvaggia: ritirati emendamenti decreto legge Agricoltura. ONG soddisfatte

Caccia selvaggia (pixabay)

Il ritiro degli emendamenti sulla “Caccia Selvaggia”: un passo importante per la tutela ambientale

Le associazioni animaliste italiane, tra cui Anpana, Cabs, Enpa, Gaia Animali e Ambiente, Lac, Lav, Leal, Leidaa, Legambiente, Lipu-Birdlife Italia, Lndc Animal Protection, Oipa, Federazione Nazionale Pro Natura, Rete dei Santuari di Animali Liberi e Wwf Italia, hanno accolto con “grande soddisfazione il ritiro della quasi totalità degli emendamenti ‘caccia selvaggia'” deciso dalla Commissione Agricoltura del Senato.

La situazione precedente

Gli emendamenti proposti avrebbero consentito una revisione delle norme venatorie, come la possibilità di sparare agli uccelli in migrazione sui valichi montani, l’uso di richiami vivi e la limitazione del diritto dei cittadini e delle associazioni di contestare i calendari venatori illegittimi. Le associazioni ambientaliste hanno sottolineato che queste misure avrebbero indebolito significativamente le protezioni legali per la fauna selvatica, violando sia le normative europee che la Costituzione italiana.

L’Italia è soggetta a una serie di normative europee e nazionali che mirano a proteggere la biodiversità e gestire le risorse naturali in modo sostenibile. L’articolo 9 della Costituzione italiana stabilisce che “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”, includendo la protezione dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi. Gli emendamenti sulla “caccia selvaggia” avrebbero infranto questi principi, minacciando gli sforzi di conservazione e gestione sostenibile della fauna selvatica.

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Le associazioni hanno affermato che il ritiro delle misure conferma le loro preoccupazioni riguardo alla palese violazione delle norme costituzionali ed europee che sarebbe derivata dall’approvazione degli emendamenti. Hanno inoltre criticato l’influenza dell’estremismo nelle principali associazioni venatorie, che allontana le posizioni più moderate.

Tra le misure più contestate vi era la possibilità di cacciare in città, parchi e riserve naturali, in particolare i cinghiali. La proposta di modificare l’art. 19 della legge 157/1992, eliminando il principio della priorità dei “metodi ecologici”, avrebbe permesso l’abbattimento degli animali senza tentare prima soluzioni non letali. Questa proposta è stata fortemente criticata non solo dalle associazioni ambientaliste, ma anche dalle principali società scientifiche nazionali, che hanno evidenziato l’inconsistenza tecnico-scientifica del provvedimento e la mancanza di consultazione con esperti, ricercatori e tecnici.

Il ruolo delle società scientifiche

Le principali società scientifiche nazionali hanno svolto un ruolo cruciale nel contestare gli emendamenti. In un documento congiunto, hanno sottolineato l’importanza di basare la gestione della fauna selvatica su evidenze scientifiche e non su decisioni politiche non informate. Hanno inoltre evidenziato come le proposte avrebbero potuto danneggiare gravemente gli ecosistemi e la biodiversità.

Il futuro della regolamentazione venatoria

Il prossimo obiettivo delle associazioni ambientaliste è fermare la proposta di legge “sparatutto” ancora in discussione alla Camera dei Deputati e monitorare attentamente i calendari venatori 2024/25 che le Regioni stanno pubblicando. Le associazioni continueranno a vigilare affinché le normative sulla caccia rispettino gli standard europei e costituzionali e proteggano adeguatamente la fauna selvatica.

Il ritiro degli emendamenti sulla “caccia selvaggia” rappresenta una vittoria significativa per la protezione dell’ambiente e della biodiversità in Italia. Questo risultato evidenzia l’importanza di una gestione faunistica basata su evidenze scientifiche e il ruolo cruciale delle associazioni ambientaliste nel promuovere politiche sostenibili. Continuare a monitorare e contestare le proposte che minacciano la fauna selvatica sarà fondamentale per garantire un futuro sostenibile e rispettoso degli ecosistemi naturali.

Fonte: ANSA   

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