Uno studio multicentrico, pubblicato su Pediatric Rheumatology, è stato condotto in tutta Italia su 149 pazienti e ha confrontato i pazienti affetti da Malattia di Kawasaki con quelli affetti da Sindrome Multi Infiammatoria Sars-Cov-2
La sindrome respiratoria acuta grave Coronavirus-2 (SARS-CoV-2) è il nome dato al nuovo coronavirus del 2019. COVID-19 è il nome dato alla malattia associata al virus.
SARS-CoV-2 è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente identificato nell’uomo.
La Clinica Pediatrica dell’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofolo” ha promosso, assieme alla Clinica Pediatrica di Brescia, un lavoro multicentrico nazionale con l’obiettivo di raccogliere tutti i casi di Malattia di Kawasaki e tutti i casi di Malattia Multi-Infiammatoria Sistemica registrati in Italia durante la prima ondata epidemica (dal 1 febbraio al 31 maggio 2020). Durante la prima la prima ondata epidemica, infatti, era stata segnalata la presenza di bambini affetti da una sindrome infiammatoria acuta e severa che si caratterizzava per alcune caratteristiche cliniche tipiche della Malattia di Kawasaki (la febbre, la congiuntivite, gli indici di infiammazione elevati), dall’altra per la presenza di alcune peculiarità quali l’interessamento gastro-intestinale e il coinvolgimento cardiaco che, però, si caratterizzava soprattutto per la comparsa di una miocardite piuttosto che per il classico coinvolgimento coronarico della Malattia di Kawasaki.
Lo studio (recentemente pubblicato su Pediatric Rheumatology, la rivista ufficiale della Società Europea di Reumatologia Pediatrica) ha raccolto informazioni cliniche e di laboratorio su questa popolazione di bambini e sui pazienti affetti da Malattia di Kawasaki durante lo stesso periodo. In particolare, ha analizzato i casi di 149 pazienti, di cui 53 affetti da sindrome multi-infiammatoria sistemica e 96 affetti da Malattia di Kawasaki. Dal lavoro coordinato dai pediatri del Burlo è emerso che la popolazione affetta da Sindrome Multi-Infiammatoria Sistemica, rispetto alla popolazione affetta da Malattia di Kawasaki, si caratterizzava per un’età media più alta, una maggior probabilità di aver bisogno della terapia intensiva pediatrica, di aver bisogno di ventilazione polmonare, di presentare sintomi clinici gastro-intestinali e/o polmonari e una maggior probabilità di avere una miocardite o insufficienza cardiaca.
«I nostri esami di laboratorio – chiarisce il professor Andrea Taddio, dirigente medico della Clinica Pediatrica del Burlo – hanno evidenziato come la sindrome multi-infiammatoria sistemica si caratterizzasse per degli indici di flogosi (infiammazione) più elevati, una linfopenia, una piastrinopenia, una ferritinemia più elevata e un aumento degli enzimi cardiaci (troponina, Bnp). Particolarmente significativo, poi – aggiunge – il fatto che la percentuale di pazienti positiva al Sars-Cov-2 era nettamente più alta nella popolazione con sindrome multi-infiammatoria (75%) rispetto alla popolazione affetta da Malattia di Kawasaki (20%) confermando la correlazione tra Sars-Cov-2 e Sindrome Multi-Infiammatoria».
Nella casistica analizzata dallo studio non si sono registrati decessi, e solo una piccola percentuale di pazienti ha mostrato ancora esiti cardiologici a distanza, tutti non clinicamente rilevanti. La maggior parte dei pazienti affetti da Sindrome Multi-Infiammatoria è stata trattata con Immunoglobuline per uso endovenoso (Ivig) e cortisone, ma alcuni pazienti hanno necessitato di un trattamento con inibitore di Interleuchina 1 da subito per la gravità del quadro oppure per scarsa risposta alla terapia di primo livello. «I casi di sindrome multi-infiammatora sono comunque pochi – spiega ancora il professor Taddio – e il problema è, di conseguenza, raro; tuttavia un riconoscimento precoce del problema e l’avvio tempestivo del trattamento permette una risposta rapida e una guarigione senza ulteriori significativi danni».
«L’interesse scientifico da parte del Burlo Garofolo non solo per questa forma super-infiammatoria che segue, nei bambini, l’infezione da Sars-Cov-2, ma per molti altri aspetti pediatrici del Covid – dichiara il professor Egidio Barbi, direttore della Clinica Pediatrica dell’Irccs triestino – continua e i nostri database collaborativi sono ancora aperti».
A seguito dell’esperienza accumulata, la Clinica Pediatrica del Burlo è stata anche promotrice della stesura delle prime raccomandazioni nazionali sulla diagnosi e sulla terapia della Sindrome infiammatoria multisistemica, da poco pubblicate su Italian Journal of Ped, l’organo ufficiale della Società Italiana di Pediatria.
Lo studio pubblicato su Pediatric Rheumatology
Foto di Miroslava Chrienova da Pixabay
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