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Corsa alla Luna: SpaceX arranca, mentre la Cina accelera

Halo. Il modulo sarà una parte fondamentale della Stazione spaziale orbitante attorno alla Luna. È stato realizzato a Torino da Thales Alenia Space


Nella foto: Halo. L’importante modulo parte della Stazione spaziale
orbitante attorno alla Luna realizzato a Torino da Thales Alenia Space

I recenti insuccessi della SpaceX di Elon Musk stanno rallentando il programma Artemis, posticipando l’allunaggio oltre il 2027. Nel frattempo, la Cina procede senza intoppi verso il suo obiettivo del 2030.

Le sfide di SpaceX

Il programma Artemis della NASA mira a riportare gli esseri umani sulla Luna con l’intento di stabilire una presenza stabile, costruire laboratori, sfruttare le risorse minerarie e sviluppare un’economia autosufficiente. A lungo termine, la Luna sarà la base di partenza per l’esplorazione di Marte. Tuttavia, i recenti problemi della SpaceX stanno mettendo a rischio il cronoprogramma.

Nei giorni scorsi, l’azienda di Musk ha effettuato l’ottavo test di volo del razzo Starship, il più grande e potente mai costruito e fondamentale per Artemis. Anche questa volta, però, il tentativo è fallito, come era già accaduto il 16 gennaio. Sebbene il primo stadio sia rientrato con successo, il secondo stadio – destinato a portare gli astronauti sulla Luna – ha nuovamente avuto problemi ai motori, perdendo il controllo ed esplodendo. I detriti sono precipitati tra la Florida e i Caraibi, evidenziando criticità già emerse nei precedenti test.

Questi ripetuti fallimenti sono preoccupanti per due motivi: primo, il difetto rilevato nei voli precedenti non è stato corretto; secondo, le prestazioni generali del razzo sembrano essere peggiorate rispetto ai primi test. Ad esempio, nel quinto volo, la navicella era riuscita a entrare in orbita.

Di conseguenza, il primo allunaggio con equipaggio di Artemis III, che prevede anche la partecipazione della prima donna sulla Luna, è sempre più incerto e probabilmente subirà un ulteriore rinvio oltre il 2027. Inoltre, a partire dal 2030, il programma prevede decine di lanci per il trasporto di materiali e persone, ma un elemento chiave – il rifornimento della navetta in orbita con ossigeno e metano – deve ancora essere testato.

Durante un’audizione al Congresso americano il 26 febbraio, Daniel Dumbacher ha sollevato dubbi sulla fattibilità dell’intero piano, suggerendo che la NASA potrebbe dover ripensare la sua strategia, semplificando i veicoli spaziali e riducendo il numero di missioni. Le sue opinioni hanno un peso significativo, essendo direttore esecutivo dell’American Institute of Aeronautics and Astronautics e professore alla Purdue University.

L’avanzata della Cina

Mentre la NASA riflette sulle criticità del programma Artemis, la Cina avanza rapidamente nel suo piano da 66 miliardi di dollari per stabilire una presenza sul Polo Sud lunare entro il 2030. Questo obiettivo coincide con quello occidentale e rappresenta una sfida diretta agli Stati Uniti.

La Cina ha già dimostrato la sua capacità tecnologica con l’atterraggio di sonde sul lato nascosto della Luna e il recupero di campioni di suolo. Le prossime missioni Chang’e, dedicate alla divinità lunare cinese, diventeranno sempre più sofisticate, trasportando strumenti scientifici e mezzi autonomi.

Recentemente sono state presentate le tute spaziali per i taikonauti, che effettueranno la prima passeggiata lunare cinese nel 2029, in occasione dell’ottantesimo anniversario della Rivoluzione. Il Paese ha inoltre sviluppato una capsula in grado di portare astronauti in orbita lunare e un veicolo per l’allunaggio e il rientro.

A differenza del programma Artemis, la permanenza umana sulla Luna sarà inizialmente breve – circa 6-8 ore – mentre il lavoro vero e proprio sarà affidato a una flotta di robot nei decenni successivi. Per il trasporto verrà utilizzato il razzo Lunga Marcia 10, dotato di un primo stadio riutilizzabile simile a Starship. Il primo volo lunare è previsto per il 2027.

Il ruolo dell’Italia nel programma Artemis

Nonostante le difficoltà di SpaceX, l’Italia continua a giocare un ruolo chiave nel programma Artemis. Recentemente, la sonda privata Blue Ghost è riuscita ad allunare perfettamente, depositando il modulo LuGRE, un esperimento sviluppato dall’ASI e dalla NASA. Questo dispositivo, realizzato dall’azienda veneta Qascom con il supporto del Politecnico di Torino, ha dimostrato che i segnali di geoposizionamento terrestre possono essere captati anche dalla Luna.

Inoltre, la Thales Alenia Space di Torino ha progettato e costruito una struttura abitativa multiuso che fungerà da primo rifugio per gli astronauti sulla superficie lunare, garantendo protezione dalle radiazioni e fornendo un ambiente abitabile.

Dagli stabilimenti torinesi è in partenza anche la struttura primaria del modulo Halo (Habitation And Logistics Outpost), una componente essenziale della futura stazione spaziale lunare Gateway. Questo modulo, che sarà completato negli Stati Uniti, servirà come primo spazio abitabile per gli astronauti in orbita attorno alla Luna.

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