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Draghi: 800 miliardi per RearmEu? Forse ora serve di più, coinvolgere i privati

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Mario Draghi oggi all’Audizione presso le Commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea ha ricordato che il Rapporto sulla Competitività Europea, commissionato dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, nasce in un contesto di ritardi preoccupanti per l’Unione Europea (UE).

L’ex premier presenta il suo Rapporto sulla competitività per rilanciare l’economia, anche alla luce dei dazi imposti dal presidente Usa, Donald Trump, e del piano di riarmo Ue

L’Europa, che per decenni ha garantito pace, prosperità e sicurezza ai suoi cittadini grazie anche all’alleanza con gli Stati Uniti, si trova oggi a fronteggiare una crisi che mette in discussione questi valori fondamentali.

La prosperità è minacciata da una crescita stagnante, aggravata da politiche protezionistiche – come i dazi annunciati dagli USA – che colpiranno duramente le imprese italiane ed europee. La sicurezza è insidiata dalla politica estera americana, meno impegnata contro la minaccia russa, e dall’isolamento dell’Europa nei consessi internazionali.

Questi fattori rendono urgente un’azione coordinata per rilanciare l’economia e rafforzare la difesa continentale.

Il piano Draghi è diviso in sei aree tematiche e la Commissione Ue ha fatto sapere che è sua intenzione seguire le raccomandazioni contenute nel documento.


Il quadro economico: un’Europa impoverita e vulnerabile

Draghi ha sottolineato la debolezza strutturale dell’economia europea, evidenziata dai 500 miliardi di euro di risparmi che nel 2024 hanno lasciato l’UE per mancanza di opportunità di investimento interne adeguate.

Questo flusso di capitali verso l’estero, mentre l’Europa diventa “sempre più povera”, riflette una strategia fallimentare che ora richiede un focus sulla crescita interna.

Il Rapporto analizza le cause di questa stagnazione, ma Draghi ha scelto di concentrarsi su tre priorità rese ancora più pressanti negli ultimi sei mesi:

  1. Il costo dell’energia
  2. La regolamentazione
  3. L’innovazione

Il costo dell’energia: una priorità per la competitività

Il primo tema affrontato è stato l’alto costo dell’energia, un ostacolo critico per la competitività europea e italiana.

  • Tra settembre 2024 e febbraio 2025, il prezzo del gas naturale all’ingrosso in Europa è salito in media del 40%, con picchi del 65%, stabilizzandosi poi a un +15%.
  • I prezzi dell’elettricità sono 2-3 volte superiori a quelli degli Stati Uniti.
  • L’Italia è particolarmente penalizzata: nel 2024, i prezzi all’ingrosso dell’elettricità sono stati:
    • 87% più alti rispetto alla Francia
    • 70% più alti rispetto alla Spagna
    • 38% più alti rispetto alla Germania

Anche il gas costa di più in Italia rispetto alla media europea, con una tassazione elevata che aggrava il problema.

Soluzioni proposte da Draghi:
Riduzione delle bollette per famiglie e imprese.
Coordinamento della domanda di gas a livello europeo.
Maggior trasparenza nei mercati energetici con una vigilanza rafforzata.
Semplificazione burocratica per sbloccare decine di gigawatt di impianti rinnovabili.
Strumenti finanziari innovativi come i Contratti per Differenza (CfD) e i Power Purchasing Agreement (PPA).


Regolamentazione: meno confusione per favorire l’innovazione

Draghi ha riconosciuto il ruolo protettivo delle norme europee negli ultimi 25 anni, ma ha criticato la loro eccessiva frammentazione e complessità.

  • Con 100 leggi sul settore high-tech e 200 regolatori diversi nei 27 Stati membri, le regole attuali penalizzano l’iniziativa individuale e l’innovazione.
  • Secondo il Fondo Monetario Internazionale, le barriere interne tra gli Stati membri equivalgono a:
    • Un dazio del 45% sui beni manifatturieri
    • Un dazio del 110% sui servizi

Proposte per semplificare la regolamentazione:
Eliminare norme superflue e ridurre la burocrazia.
Sostenere la proposta della Commissione per esentare le imprese sotto i 1000 dipendenti dagli obblighi di informativa sulla sostenibilità.


Innovazione: colmare il gap con USA e Cina

Draghi ha descritto un’Europa in ritardo su Stati Uniti e Cina nel settore dell’innovazione.

  • 8 su 10 dei principali modelli di intelligenza artificiale (AI) sono americani, 2 cinesi e nessuno europeo.
  • Il costo di addestramento dei modelli AI si è ridotto di dieci volte, avvicinandoli alle capacità dei ricercatori con dottorato.

Strategie per colmare il divario:
✔ Creare un mercato unico dei servizi per 450 milioni di persone.
✔ Sviluppare un mercato dei capitali europeo per finanziare le imprese innovative.
✔ Sostenere il 28° regime giuridico uniforme proposto dalla Commissione per le società innovative.


Difesa: una strategia continentale per la sicurezza

L’UE deve affrontare la sua vulnerabilità militare e ridurre la dipendenza dagli USA, che forniscono il 65% delle importazioni di sistemi di difesa dei Paesi NATO europei.

La stima di 800 miliardi del RearmEu, “a cui sono arrivati indipendentemente sia la Commissione europea che la Bce, quindi presumibilmente solida”, era stata fatta prevedendo “il raggiungimento del 2% degli obiettivi concordati per la Nato. Probabilmente, con queste nuove esigenze saranno più degli 800 miliardi, che è un numero abbastanza robusto, ma è il fabbisogno che presumibilmente non può che essere soddisfatto dal settore pubblico a regole invariate”, ha spiegato l’ex presidente del Consiglio, Mario Draghi, in audizione al Senato. Per reperire queste nuove risorse, oltre al debito comune, occorre “coinvolgere di più il settore privato” e “risparmiare sugli sprechi” anche grazie a una deregolamentazione.

Proposte per rafforzare la difesa europea:

✔ Creazione di una catena di comando superiore per coordinare gli eserciti europei.
✔ Investimenti su piattaforme militari comuni (aerei, navi, satelliti).
✔ Concentrazione dei 110 miliardi di euro annui di procurement su pochi progetti strategici.
✔ Maggiori investimenti in tecnologia, droni, AI, cybersicurezza e spazio.


Conclusioni: debito comune e coesione per un’Europa forte

Draghi ha concluso sottolineando che un’Europa in crescita può finanziare queste trasformazioni solo con un maggiore coordinamento economico e politico.

  • I limiti di bilancio nazionali rendono inevitabile il ricorso al debito comune.
  • L’UE deve agire come un solo Stato o, almeno, rafforzare il coordinamento tra gli Stati membri.
  • Le scelte che si pongono oggi sono epocali:
    • Un’Europa coesa e forte dipende dalla capacità degli Stati di agire insieme, rispondendo alle aspirazioni e alle preoccupazioni dei cittadini.

 

Il testo integrale dell’intervento di Mario Draghi [PDF]

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