Comunicazione della scienza Neuroscienze News Spazio & Fisica

Nel cervello potrebbe verificarsi entanglement quantistico secondo uno studio

entaglement-cervello-001

Uno studio teorico (Entangled biphoton generation in the myelin sheath) a cura di Yong-Cong Chen dell’Università di Shanghai e i suoi colleghi pubblicato il 2 agosto scorso, suggerisce che nel cervello potrebbe verificarsi entanglement quantistico, ma gli esperti richiedono ulteriori prove.

I principali punti della ricerca

  • Entanglement Quantistico: Fenomeno in cui due particelle legate influenzano reciprocamente il loro stato, indipendentemente dalla distanza che le separa.
  • Sincronizzazione Neuronale: La teoria suggerisce che l’entanglement quantistico possa spiegare la coordinazione precisa e rapida tra neuroni distanti.
  • Interazione Fotoni-Guaine Mieliniche: Collidendo con le guaine mieliniche, i fotoni infrarossi generano coppie di fotoni entangled, potenzialmente influenzando la segnalazione neuronale.
  • Prospettive Scientifiche: La ricerca offre un modello matematico per esplorare la “cognizione quantistica,” ma la comunità scientifica rimane cauta a causa delle sfide sperimentali e della natura speculativa della teoria.
  • Futuro della Ricerca: Ulteriori studi potrebbero rivoluzionare la comprensione del cervello e della coscienza, aprendo nuove possibilità tecnologiche e terapeutiche.

La teoria, pur essendo affascinante, necessita di ulteriori prove sperimentali per essere confermata e accettata dalla comunità scientifica.

Immagina il tuo cervello come una grande orchestra, dove miliardi di strumenti suonano insieme. A volte ci chiediamo come fanno tutti questi strumenti, chiamati neuroni, a suonare la stessa musica senza sbagliare una nota. Un gruppo di scienziati guidato da Yong-Cong Chen dell’Università di Shanghai ha un’idea molto interessante su come potrebbe funzionare questa magia.

L’Entanglement quantistico: un fenomeno “quasi magico”

L’idea degli scienziati è che nel cervello succeda qualcosa di molto speciale chiamato “entanglement quantistico”. È come se due giocattoli diventassero così amici che, anche se li metti in due stanze diverse, quando uno si muove l’altro fa lo stesso movimento. Albert Einstein chiamava questa magia “azione spettrale a distanza”.

Fotoni e guaine mieliniche

Gli scienziati hanno studiato cosa succede dentro il cervello quando una parte delle cellule nervose, chiamata guaina mielinica, incontra delle piccole particelle di luce chiamate fotoni. Quando un fotone tocca la guaina mielinica, succede qualcosa di interessante: la guaina rilascia due fotoni che diventano amici speciali, legati tra loro con l’entanglement quantistico.

Comunicazione rapida nel cervello

Se questa teoria è vera, potrebbe spiegare come il cervello riesce a far lavorare insieme parti molto distanti tra loro così velocemente. Gli scienziati pensano che questa speciale amicizia tra fotoni possa aiutare altre parti delle cellule nervose a comunicare in modo super veloce, molto più rapido di qualsiasi altro tipo di connessione conosciuta.

Il cervello come un computer quantistico

Altri scienziati hanno pensato che forse il cervello funziona un po’ come un computer quantistico, che usa la magia quantistica per fare i suoi calcoli. Hanno persino studiato se il cuore e il cervello possano essere amici speciali attraverso delle particelle nel fluido del cervello e del cuore. Ma questa idea è ancora molto nuova e molti scienziati non sono ancora convinti perché è difficile da provare.

Cautela e curiosità della comunità scientifica

Molti scienziati sono entusiasti di queste nuove idee, ma rimangono anche cauti. Pensano che l’idea che la magia quantistica possa avere un ruolo nel cervello sia ancora un po’ troppo nuova e difficile da dimostrare. Anche se è una possibilità affascinante, ci vuole ancora molta ricerca per capire se è davvero così.

Mentre continuiamo a esplorare queste teorie, possiamo scoprire cose incredibili sul cervello e sulla coscienza. La ricerca su come la fisica quantistica si intreccia con le neuroscienze potrebbe aprire nuove strade per la tecnologia e la medicina. Potrebbe aiutarci a capire meglio come funziona il nostro cervello e forse svelare alcuni dei segreti più profondi dell’universo che si nascondono dentro di noi.

Comments

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *