News Storia

A Ercolano risolto il mistero del cervello vetrificato dall’eruzione del Vesuvio

scheletro-ercolano

La scoperta della vetrificazione del materiale organico cerebrale, rinvenuto nel cranio di un’antica vittima dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. a Ercolano, rappresenta un caso unico al mondo. Un gruppo di ricerca italo-tedesco, guidato dal vulcanologo Guido Giordano dell’Università Roma Tre, ha recentemente pubblicato uno studio su Scientific Reports dal titolo “Unique formation of organic glass from a human brain in the Vesuvius eruption of 79 CE” (DOI: 10.1038/s41598-025-88894-5).

In copertina:  Lo scheletro del guardiano nel suo letto di legno presso Collegium Augustalium (Foto P.P. Petrone)

citta-ercolano
Veduta del sito archeologico di città di Ercolano (Foto P.P. Petrone)

Il ritrovamento riguarda il cranio di un giovane uomo, trovato disteso nel suo letto nel Collegium Augustalium, all’interno del Parco Archeologico di Ercolano. Il processo di vetrificazione naturale è molto raro, poiché richiede un raffreddamento estremamente rapido dallo stato liquido, impedendo la cristallizzazione. Questo fenomeno è ancora più raro per i materiali organici, che contengono molta acqua e possono trasformarsi in vetro solo con un drastico abbassamento della temperatura al di sotto dello zero.

Le ricerche hanno rivelato che la vetrificazione del cervello è avvenuta grazie a un’esposizione estremamente rapida a temperature superiori ai 510 °C, seguita da un raffreddamento altrettanto veloce. Questo processo unico ha permesso la conservazione completa del materiale cerebrale e delle sue microstrutture.

Oltre a Guido Giordano, il team di ricerca includeva esperti come Alessandra Pensa, Alessandro Vona, Danilo Di Genova, Raschid Al-Mukadam, Claudia Romano, Joachim Deubener, Alessandro Frontoni e Pier Paolo Petrone. Gli studiosi hanno stabilito che il cervello non avrebbe potuto vetrificarsi se fosse stato esposto solo al calore dei flussi piroclastici, poiché questi ultimi si sono raffreddati troppo lentamente, distruggendo qualsiasi materiale organico non precedentemente trasformato in vetro.

Secondo il prof. Giordano, l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. avrebbe creato un ambiente ideale per la vetrificazione: una nube di cenere caldissima, superiore ai 510 °C, avrebbe investito Ercolano, causando una morte istantanea ma breve abbastanza da preservare il cervello del custode del Collegium Augustalium. La nube si sarebbe poi dissipata rapidamente, consentendo il rapido raffreddamento necessario alla vetrificazione.

Il dott. Danilo Di Genova ha spiegato come le analisi sperimentali abbiano permesso di ricostruire la storia termica del materiale cerebrale, utilizzando avanzate tecniche di riscaldamento e raffreddamento per riprodurre il processo di vetrificazione.

Il prof. Pier Paolo Petrone ha sottolineato la collaborazione decennale con il Parco Archeologico di Ercolano, ringraziando il direttore Francesco Sirano. Ha inoltre evidenziato l’eccezionalità del ritrovamento: mai prima d’ora era stato scoperto materiale cerebrale e spinale vetrificato, né a Ercolano né altrove. L’unicità della scoperta potrebbe essere legata alle particolari condizioni ambientali dell’eruzione e alla protezione offerta dalle ossa del cranio e della colonna vertebrale dell’individuo.

Le immagini allegate mostrano lo scheletro del guardiano nel letto e una veduta dell’area archeologica. I video collegati raccontano, attraverso le parole del Direttore Sirano e dell’antropologo forense Petrone, la scoperta e lo studio delle strutture neuronali vetrificate risalenti a 2000 anni fa, frutto della collaborazione tra varie istituzioni italiane e tedesche.

Fonte: UNIROMA 3 

Comments

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *