Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale PLoS ONE ha ricostruito la mentalità di 159 studenti delle scuole superiori e di 59 giovani ricercatori per indagare la percezione dei concetti STEM di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica, evidenziando luci e ombre della percezione che gli studenti italiani hanno della scienza e dei suoi mattoni fondanti.
Consideri la matematica e la fisica come discipline a dir poco raccapriccianti però apprezzi molto l’idea dello scienziato in camice bianco pronto a salvare il mondo? Apprezzi la ricerca e lo studio ma il solo sentire la parola “equazione” ti fa rabbrividire? Non temere, sei in ottima compagnia.
Un recente studio pubblicato sulla rivista scientifica internazionale PLoS ONE ha ricostruito la mentalità di 159 studenti delle scuole superiori e di 59 giovani ricercatori per indagare la percezione dei concetti di scienza, tecnologia, ingegneria e matematica (aka STEM) in termini di associazioni concettuali (e.g. leggere “scienza” richiama alla mente “laboratorio”) e sentimenti positivi/negativi di ciascun concetto.
Gli studenti hanno identificato “fisica” e “matematica” come concetti negativi associati a parole negative legate al “saper far di conto” e foriere di una concentrazione di emozioni quali ansia e stress. Gli studenti non hanno fornito associazioni concettuali tra “fisica”, “matematica”, “arte”, “bellezza” e “creatività”, che invece sono state riscontrate nei ricercatori. Nella forma mentis STEM degli studenti, i sentimenti negativi non si sono diffusi attorno a tutte le discipline: gli studenti hanno percepito la “scienza” come un concetto positivo, associato principalmente ad altre entità positive e contrapposto alla negatività di “matematica” e “fisica”. Tale dissonanza emotiva indica una forma mentis generale dove “w la scienza” e “abbasso la matematica/fisica” convivono, evidenziando una incapacità di associare il processo scientifico ai suoi mattoni fondamentali. Galileo e la sua definizione del “libro della natura scritto in linguaggio matematico” sarebbero stati piuttosto in disaccordo.
Il confronto delle forma mentis tra studenti e ricercatori, in termini di associazioni e sentimenti, ha evidenziato una visione delle STEM tanto virtuosa e creativa nei ricercatori quanto arida, disconnessa dalla realtà e troppo focalizzata sugli aspetti di calcolo negli studenti. Questa analisi offre un riscontro quantitativo, fondato sulla ricerca nel campo della cognitive network science, per individuare e comprendere criticità nelle attitudini di studenti nei confronti delle STEM, aprendo anche il campo a interventi educativi mirati ed efficaci.
Leggere le menti non è più un’impresa della fantascienza, ma è possibile, mutatis mutandis, attraverso forma mentis networks, che possono letteralmente aprire una finestra sulle posizioni e le percezioni delle persone.