Le nuove tute spaziali presentate da SpaceX per la missione Polaris Dawn rappresentano un’importante innovazione tecnologica nell’ambito delle attività extraveicolari (EVA), comunemente note come “passeggiate spaziali”. Questa missione, programmata per l’estate del 2024, segna un passo significativo non solo per la quota elevata che si prevede di raggiungere, ma anche perché sarà la prima missione a far compiere un’EVA ad astronauti non professionisti, senza il supporto della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Caratteristiche delle tute EVA di SpaceX per Polaris Dawn
Le tute spaziali per la missione Polaris Dawn si distinguono per numerose modifiche rispetto a quelle usate nelle missioni verso la ISS. Queste sono state progettate per garantire la sicurezza durante l’EVA, nonostante l’assenza di un airlock (camera di decompressione) sulla capsula Crew Dragon. In questo caso, l’intero equipaggio depressurizzerà l’intero volume della capsula prima che due membri escano all’esterno per una durata di circa due ore.
Una delle innovazioni più rilevanti è rappresentata dal casco. Stampato in 3D, il casco include una visiera rivestita con ossido di rame e indio-stagno, con un trattamento antiappannamento per garantire visibilità ottimale. Inoltre, è dotato di un heads-up display, che fornisce informazioni cruciali come la pressione interna, l’umidità e il tempo trascorso dall’inizio dell’EVA. Questa tecnologia aiuterà gli astronauti a monitorare le loro condizioni in tempo reale.
Le tute stesse sono realizzate con un tessuto elasticizzato e ignifugo, sviluppato internamente da SpaceX. Gli stivali, invece, sono costruiti con lo stesso materiale utilizzato per alcune parti dei razzi Falcon e della Crew Dragon, capaci di resistere a temperature estreme. Queste tute sono più semplici rispetto a quelle tradizionali, come quelle usate sulla ISS, e non includono uno zaino posteriore per il supporto vitale. Invece, saranno collegate direttamente alla capsula per la fornitura di aria e altre risorse necessarie.
Funzionalità e scopi della missione
Durante la missione Polaris Dawn, la capsula Crew Dragon ha raggiunto una quota iniziale di 1200 km, per poi spingersi fino a 1400 km, una distanza dalla Terra mai raggiunta da un equipaggio umano dal programma Apollo (1972). Questo è un aspetto particolarmente rilevante, poiché la ISS orbita a circa 400 km di altitudine. La missione non si limiterà solo all’attività extraveicolare, ma includerà anche esperimenti scientifici e altri eventi programmati, con il supporto delle comunicazioni garantito dal sistema Starlink.
In definitiva, le nuove tute spaziali e la missione Polaris Dawn rappresentano un balzo in avanti nelle missioni spaziali commerciali, puntando non solo a incrementare le capacità di esplorazione spaziale ma anche a creare opportunità per astronauti non professionisti di partecipare a esperienze extraveicolari straordinarie.