Una recente ricerca condotta da Google ha dimostrato che i computer quantistici, in particolare il processore Sycamore, hanno raggiunto un traguardo significativo, superando le prestazioni dei più potenti supercomputer al mondo.
Sycamore avrebbe completato un’attività in 200 secondi che richiederebbe 10.000 anni per un supercomputer tra i più potenti oggi in circolazione
In uno studio pubblicato su Nature, il team di Google Quantum AI ha descritto come il loro computer quantistico a 67 qubit sia in grado di risolvere problemi computazionali che richiederebbero migliaia di anni ai supercomputer classici. Questo risultato è stato ottenuto riducendo il rumore generato dai processori quantistici a una “fase di debole rumore”, una condizione chiave che permette ai computer quantistici di mantenere la coerenza computazionale abbastanza a lungo da superare i sistemi classici.
La tecnica fondamentale che ha permesso di raggiungere questo traguardo si chiama Random Circuit Sampling (RCS), che testa l’abilità dei computer quantistici di gestire calcoli complessi rispetto ai loro omologhi classici. Il chip Sycamore di Google ha ottenuto risultati eccezionali in questi test, segnando un avanzamento significativo rispetto ai tentativi quantistici precedenti. Questa scoperta ha implicazioni non solo per i calcoli teorici, ma anche per applicazioni pratiche come la scienza dei materiali e la crittografia.
Tuttavia, rimangono delle sfide. I dati generati dai computer quantistici sono ancora altamente soggetti a errori, e con l’aumento del numero di qubit sarà necessario sviluppare tecniche sofisticate di correzione degli errori per mantenere le prestazioni. Nonostante questi ostacoli, questo risultato rappresenta un passaggio cruciale verso il raggiungimento della supremazia quantistica e lo sviluppo di applicazioni pratiche in grado di superare le macchine classiche su una vasta gamma di compiti.
Il traguardo di Google rappresenta un passo promettente verso la supremazia quantistica, ma i ricercatori riconoscono che ci sarà ancora molto lavoro da fare per perfezionare la tecnologia e ampliare le sue applicazioni oltre le condizioni sperimentali attuali.
Fonte: Nature