Gravita Zero: comunicazione scientifica e istituzionale

L’Intelligenza Artificiale mette le professioni più avanzate a rischio: salve quelle manuali

L’intelligenza artificiale sta mettendo in discussione anche le professioni più avanzate, mettendo a rischio una significativa porzione della forza lavoro, circa un terzo. Questo è quanto emerge dallo studio condotto dal gruppo di ricerca Crisp dell’Università Bicocca, che ha analizzato l’impatto dell’IA su un campione di mille professioni. A quanto pare, i lavori che richiedono competenze manuali sono quelli meno esposti al rischio di automazione, mentre la creatività e l’originalità restano qualità che potrebbero offrire una certa protezione contro la sostituzione tecnologica.

L’IA, con la sua capacità di automatizzare processi complessi, sta eliminando numerosi posti di lavoro, specialmente quelli che comportano compiti ripetitivi o manuali. Settori come la manifattura, la logistica e persino i servizi finanziari sono particolarmente vulnerabili. Un rapporto di McKinsey ha stimato che entro il 2030, fino al 30% dei lavori potrebbe essere automatizzato, colpendo milioni di lavoratori in tutto il mondo.

Un esempio concreto è l’introduzione dei chatbot e dei sistemi di assistenza virtuale, che stanno sostituendo molte posizioni nel customer service. Inoltre, l’IA sta rivoluzionando il settore bancario, dove i processi di approvazione dei prestiti e la gestione delle transazioni stanno diventando sempre più automatizzati, riducendo la necessità di personale umano.

Nuove opportunità di lavoro: l’altro lato della medaglia

Tuttavia, l’IA non porta solo minacce, ma anche nuove opportunità. Per ogni posto di lavoro che l’automazione potrebbe eliminare, ne possono emergere altri che richiedono competenze diverse. Secondo il World Economic Forum, entro il 2025, l’automazione potrebbe creare 97 milioni di nuovi posti di lavoro in settori come la data analysis, l’intelligenza artificiale stessa, la cybersecurity e lo sviluppo di software.

Questi nuovi ruoli richiederanno una forza lavoro altamente qualificata, con competenze in settori come l’apprendimento automatico, la programmazione e l’analisi dei big data. Ad esempio, il settore sanitario sta vedendo una crescente domanda di esperti in IA per sviluppare e gestire sistemi di diagnosi assistita da computer, migliorando così la qualità dell’assistenza medica.

La necessità di una formazione continua 

In questo contesto di rapida evoluzione, la formazione continua diventa essenziale. I lavoratori devono aggiornare costantemente le proprie competenze per rimanere competitivi. Le aziende, da parte loro, devono investire in programmi di formazione per aiutare i loro dipendenti a sviluppare le competenze necessarie per adattarsi a nuovi ruoli. Questo è particolarmente vero per le piccole e medie imprese, che spesso faticano a tenere il passo con le innovazioni tecnologiche.

Il ruolo del governo sarà cruciale in questa transizione. Politiche attive del lavoro, come incentivi per la formazione e la riqualificazione professionale, potrebbero aiutare a mitigare gli effetti negativi dell’automazione, supportando i lavoratori che rischiano di essere esclusi dal mercato del lavoro.

Nonostante l’ascesa dell’IA, alcune competenze umane rimarranno insostituibili. L’empatia, la creatività, la capacità di risolvere problemi complessi e le competenze relazionali sono elementi che l’intelligenza artificiale non può replicare completamente. Di conseguenza, i lavori che richiedono queste qualità continueranno a essere rilevanti e potrebbero diventare ancora più importanti in un mondo sempre più automatizzato.

Ad esempio, nel campo dell’istruzione e della formazione, l’IA può supportare ma non sostituire completamente il ruolo degli insegnanti, che rimangono fondamentali per guidare e motivare gli studenti. Allo stesso modo, in settori come il marketing e la pubblicità, la creatività umana è essenziale per sviluppare campagne che risuonano veramente con il pubblico.

Sebbene l’automazione rappresenti una sfida significativa, essa offre anche opportunità senza precedenti per reinventare il mondo del lavoro. Con una pianificazione attenta e un impegno collettivo da parte di governi, aziende e lavoratori, è possibile gestire questa transizione in modo da massimizzare i benefici e minimizzare i rischi.