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Ritorno del Nucleare entro il 2030: ecco come si sta muovendo il Governo

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L’Italia si prepara a un ritorno storico all’energia nucleare entro la fine del decennio. Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare un disegno di legge che conferisce al governo una delega per regolamentare il “nuovo nucleare sostenibile”, con l’obiettivo di integrare questa fonte nel mix energetico nazionale. La mossa, annunciata dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, punta a garantire la decarbonizzazione e la sicurezza energetica, in linea con il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec). Ma cosa significa questo per il Paese? Rispondiamo a dieci domande chiave per chiarire la strategia dell’esecutivo.

1. Perché il Governo Italiano Punta sul Nucleare?
Negli ultimi anni, crisi geopolitiche, mutamenti climatici e instabilità economica hanno messo in evidenza la fragilità del sistema energetico italiano. Con una dipendenza significativa dalle importazioni di energia – soprattutto dalla Francia, il cui parco nucleare sta invecchiando – e un aumento della domanda globale, le fonti rinnovabili e il gas nazionale non bastano più a garantire autonomia e stabilità. Il governo vede nel nucleare una fonte low-carbon programmabile, capace di ridurre le emissioni e offrire continuità energetica, superando i limiti delle rinnovabili, dipendenti da condizioni atmosferiche. L’obiettivo è costruire un mix energetico moderno, integrando fossili, rinnovabili e nucleare di nuova generazione.

2. Qual è l’Obiettivo Temporale del Progetto?
«Entro il 2030 avremo il nucleare in Italia», ha dichiarato con decisione il ministro Pichetto Fratin durante un’intervista al Forum in Masseria. Il percorso prevede l’approvazione della legge delega entro la fine del 2025, seguita da 12 mesi per l’emanazione dei decreti legislativi. Questo quadro normativo permetterà di valutare costi, siti e tecnologie, con i primi impianti operativi entro la fine del decennio. La stima si basa su analisi della Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile e su studi dei centri di ricerca, che indicano il 2030 come traguardo realistico per i reattori di nuova generazione.

3. Quali Sono i Contenuti della Delega?
Il disegno di legge, composto da quattro articoli, delinea una cornice normativa per disciplinare l’intero ciclo del nucleare sostenibile: sperimentazione, progettazione, costruzione, esercizio degli impianti, gestione del combustibile e smaltimento dei rifiuti. Include anche la disattivazione dei vecchi impianti e la promozione della ricerca sulla fusione nucleare. Previsti un’Autorità indipendente per la sicurezza e incentivi alla formazione di tecnici specializzati, oltre a benefici per i territori ospitanti. Entro un anno dall’approvazione, i decreti attuativi definiranno un Programma nazionale dettagliato.

4. Quali Tecnologie Nucleari Verranno Utilizzate?
Il focus è su reattori di terza generazione avanzata e, in prospettiva, di quarta generazione, come i piccoli reattori modulari (SMR) e i reattori avanzati a metallo liquido (AMR). Queste tecnologie offrono maggiore sicurezza ed efficienza rispetto al passato, con sistemi passivi che riducono i rischi e un approccio circolare alla gestione del combustibile. L’Italia, grazie a collaborazioni internazionali e alla ricerca di Enea, è ben posizionata soprattutto sugli AMR, che potrebbero darle un vantaggio competitivo nel mercato globale.

5. Qual è il Potenziale Industriale Italiano?
L’Italia vanta una filiera industriale avanzata nel nucleare, sviluppata grazie alla ricerca sulla fusione e alle partnership con Paesi che usano la fissione. Se negli SMR (reattori ad acqua) le aziende italiane partono svantaggiate rispetto a chi già produce reattori tradizionali, negli AMR il nostro Paese è in pole position. Le industrie piemontesi, emiliane e lombarde, supportate da Enea, potrebbero guidare lo sviluppo di queste tecnologie sostenibili. I costi iniziali saranno elevati, ma la produzione seriale e l’assenza di emissioni climalteranti renderanno il nucleare competitivo con le rinnovabili nel medio termine.

6. In Cosa Consiste il “Superamento delle Esperienze Precedenti”?
Il governo intende archiviare definitivamente il nucleare del passato – quello di prima e seconda generazione, come gli impianti chiusi dopo il referendum del 1987 – per abbracciare tecnologie all’avanguardia. Si parla di un approccio “sicuro e moderno”, con reattori modulari e sistemi avanzati che superano i limiti di sicurezza e gestione dei rifiuti delle vecchie centrali. La dismissione dei siti esistenti sarà completata, salvo eventuali riconversioni, sotto la supervisione di un’Autorità indipendente.

7. Quali Sono i Passaggi Legislativi Previsti?
Il disegno di legge stabilisce un iter chiaro: entro 12 mesi dall’entrata in vigore, il governo emanerà decreti legislativi su proposta del ministro dell’Ambiente, in concerto con i ministri delle Imprese e della Ricerca. Serviranno l’intesa della Conferenza Unificata, il parere del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari. In caso di ritardi, il termine per i decreti sarà prorogato di 90 giorni. Entro due anni, saranno possibili correzioni e integrazioni per perfezionare il quadro normativo.

8. Come Verrà Gestito l’Intero Ciclo di Vita del Nucleare?
La strategia copre ogni fase: dalla sperimentazione alla progettazione, dalla costruzione all’esercizio degli impianti, fino alla gestione dei rifiuti e allo smantellamento. Saranno regolati anche lo stoccaggio temporaneo dei materiali radioattivi e lo smaltimento definitivo, con garanzie finanziarie a carico dei proponenti. L’approccio olistico mira a minimizzare i rischi ambientali e a massimizzare la sostenibilità, integrando il nucleare nel sistema energetico nazionale.

9. Ci Sarà Coordinamento con le Reti Elettriche?
Sì, il governo prevede un’analisi dell’impatto del nucleare sul sistema elettrico nazionale, inclusi i gestori delle reti come Terna. L’obiettivo è garantire che l’introduzione di questa fonte si armonizzi con il mercato energetico, evitando squilibri e ottimizzando la distribuzione dell’energia prodotta. Questo aspetto sarà cruciale per mantenere la stabilità della rete, soprattutto nelle ore di picco.

10. Quali Garanzie Copriranno i Costi?
I promotori dei progetti nucleari – imprese private o consorzi – dovranno fornire solide garanzie finanziarie per coprire i costi di costruzione, gestione, smantellamento e smaltimento dei rifiuti, oltre a eventuali rischi imprevisti. Questo meccanismo tutela i contribuenti e assicura che il peso economico non ricada sullo Stato, rendendo il progetto sostenibile anche dal punto di vista finanziario.

L’Italia e l’Europa: Un Contesto Condiviso
L’Italia non è sola in questa svolta. In Europa, il nucleare resta la principale fonte di energia a basse emissioni: Paesi come Francia, Svezia, Finlandia e Polonia stanno ampliando i loro programmi nucleari, puntando su tecnologie avanzate. L’UE considera il nucleare un pilastro della transizione verde, e l’Italia intende allinearsi a questa tendenza, sfruttando il proprio know-how industriale per giocare un ruolo di primo piano.

Il ritorno al nucleare rappresenta una scommessa ambiziosa. Da un lato, offre una risposta alla crisi energetica e climatica; dall’altro, solleva interrogativi su costi, sicurezza e accettazione sociale. Il dibattito parlamentare sarà cruciale per definire i dettagli e superare le resistenze, ma il governo è determinato a procedere. Con il 2030 come orizzonte, l’Italia si prepara a una rivoluzione energetica che potrebbe ridefinire il suo futuro.

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