Dubbi sulla neutralità della piattaforma che, un tempo terreno di confronto libero e accessibile, è diventata sempre più orientata verso una visione politica specifica, amplificata dall’algoritmo e dalla direzione intrapresa dal suo proprietario, Elon Musk.
Il caso del 13 luglio 2024: una svolta significativa
Il 13 luglio 2024 segna un momento cruciale per la piattaforma. È il giorno in cui Musk ha apertamente sostenuto Donald Trump, scatenando un’ondata di reazioni che avrebbero influenzato il panorama politico e mediatico. Questo sostegno non si è limitato a un endorsement, ma si è tradotto in un coinvolgimento diretto di Musk nel governo Trump, unendo tecnologia e politica in una maniera che ha trasformato X in uno strumento di propaganda.
Secondo uno studio dell’Università del Queensland, proprio da quella data l’algoritmo di X ha iniziato a favorire in modo evidente contenuti pro-Trump, aumentando la visibilità dei post di Musk e allineando la piattaforma agli interessi di un’ideologia specifica. Questo cambiamento ha ridotto drasticamente lo spazio per altre voci, facendo emergere un clima di omologazione che contrasta con la pluralità di opinioni che dovrebbe caratterizzare i social media. Fonte:
La “TikTokizzazione” dei social e la perdita del controllo dell’utente
Questa evoluzione si inserisce in un processo più ampio, definito da alcuni “TikTokizzazione”: l’utente non è più al centro della scelta dei contenuti, ma è l’algoritmo che decide cosa mostrare, spesso in base a interessi presunti e agli obiettivi economici della piattaforma. Questa deriva allontana i social media dalla loro originaria funzione di aggregatori di persone e idee, trasformandoli in strumenti di manipolazione, dove la permanenza degli utenti è ottimizzata a scapito della loro libertà di scelta.
Neutralità: un concetto idealizzato
Il termine neutralità implica l’assenza di un interesse personale, un equilibrio che garantisca parità di trattamento. Nel contesto democratico, questa idea è fondamentale per consentire ai cittadini di formarsi opinioni basate su fatti, non influenzati da narrative manipolate. Tuttavia, in un mondo sempre più dominato da pochi attori con potere smisurato, la neutralità rischia di diventare una facciata, una strategia per legittimare decisioni e politiche che di neutrale hanno ben poco.
Come si manifesta la propaganda?
La propaganda mascherata da neutralità opera attraverso vari meccanismi:
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Selezione dei contenuti: X decide quali contenuti amplificare e quali silenziare. Nonostante proclami di trasparenza, queste scelte rispecchiano spesso interessi nascosti, favorendo una narrativa dominante.
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Manipolazione linguistica: il linguaggio utilizzato da X è spesso ambiguo, concepito per sembrare inclusivo e imparziale, ma carico di implicazioni ideologiche.
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Sponsorizzazioni occulte: finanziamenti e collaborazioni con soggetti che promuovono specifiche agende politiche vengono spesso celati dietro l’apparente neutralità.
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Controllo delle informazioni: X può censurare o promuovere determinati argomenti con il pretesto di combattere la disinformazione, determinando però cosa sia ritenuto vero o falso.
Implicazioni per la democrazia
Questa finta neutralità mina i fondamenti stessi della democrazia. I cittadini, privati dell’accesso a informazioni realmente imparziali, rischiano di formarsi opinioni basate su narrazioni distorte. Inoltre, il monopolio delle informazioni da parte di X favorisce la concentrazione del potere nelle mani di pochi, erodendo il pluralismo mediatico e il dibattito pubblico.
La democrazia non può esistere senza una reale diversità di opinioni. Quando X assume il ruolo di arbitro unico, imponendo una visione del mondo come fosse oggettiva, si crea un ambiente in cui il dissenso è marginalizzato e il pensiero critico soffocato.
Come difendersi dalla propaganda
È fondamentale sviluppare strumenti per riconoscere e combattere la propaganda mascherata da neutralità. Ecco alcune strategie:
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Educazione mediatica: imparare a decodificare i messaggi dei media, riconoscendo i segnali di propaganda e manipolazione.
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Dibattito critico: incoraggiare il confronto tra idee diverse, evitando di affidarsi a un’unica fonte di verità.
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Trasparenza istituzionale: chiedere che attori come X rendano pubblici i loro criteri di selezione dei contenuti e le relazioni finanziarie.
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Promozione del pluralismo: sostenere piattaforme alternative e media indipendenti che offrano punti di vista diversificati.
La neutralità non deve essere solo una parola, ma un principio che guida le azioni. Quando viene usata come travestimento per la propaganda, essa diventa uno strumento pericoloso, capace di minare la democrazia e la libertà di pensiero. È compito di ogni cittadino vigilare su queste dinamiche, riconoscendo che dietro l’apparente imparzialità di X si nasconde spesso un’agenda ben precisa. La vera democrazia richiede trasparenza, pluralismo e il coraggio di sfidare le narrazioni dominanti.