Negli ultimi anni, l’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk per 44 miliardi di dollari, con il successivo rebranding in X, ha generato un’ondata di disaccordo e diserzione dalla piattaforma.
Recentemente, il sostegno di Musk a Donald Trump, che lo ha nominato a capo del Dipartimento per l’efficienza governativa, ha riacceso le proteste di media, istituzioni e personaggi pubblici, allarmati dalla diffusione di contenuti considerati preoccupanti sotto la guida dell’imprenditore sudafricano.
Tra le defezioni più rumorose c’è quella del quotidiano britannico The Guardian, che ha annunciato l’abbandono della piattaforma per via dell’aumento di contenuti “allarmanti.” La decisione del Guardian non è isolata: anche istituzioni culturali, come il Festival di Berlino, hanno lasciato X, mentre negli Stati Uniti numerosi fan di Taylor Swift e star come Jamie Lee Curtis hanno migrato verso piattaforme alternative come Bluesky, in polemica con Trump e la gestione di X.
Anche in Italia se se sono andate celebrità come Elio e le Storie Tese, Nicola Piovani e Vinicio Marchioni, esprimendo insoddisfazione per l’ambiente della piattaforma, che ritengono ormai degradato. Anche figure politiche, tra cui il parlamentare europeo Sandro Ruotolo, hanno scelto di lasciare X, denunciando le posizioni di Musk verso le istituzioni italiane e il suo legame con l’amministrazione Trump.
The Guardian ha spiegato che l’attuale campagna presidenziale americana ha solo confermato la decisione di lasciare X, considerandola una piattaforma “tossica” influenzata da Musk per plasmare il discorso politico. Anche diversi quotidiani francesi, tra cui Le Figaro e Le Monde, hanno denunciato X per la mancata remunerazione sui contenuti utilizzati, richiamando alla violazione dei “diritti connessi” stabiliti dall’UE per proteggere i contenuti dei media tradizionali.
ECCO COSA SCRIVE THE GUARDIAN A PROPOSITO DELL’ABBANDONO DI X
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