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La Scienza narrata polemicamente non serve a nessuno

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Anche la narrazione della Scienza può cadere negli eccessi. In questo articolo parliamo di uno studio della SISSA Medialab di Trieste che ha analizzato come avviene la comunicazione divisiva nei messaggi scientifici

Oggi, siamo sempre più abili nel distinguere i messaggi pseudoscientifici e il linguaggio divisivo che caratterizza molte narrazioni negazioniste. Tuttavia, anche chi si occupa di divulgazione scientifica, per passione o professione, non è immune a forme di comunicazione estreme. Un linguaggio eccessivamente polarizzante, anche se basato su affermazioni scientifiche corrette, può portare a schieramenti contrapposti, accentuando la distanza tra chi condivide o meno una certa opinione.

Uno studio pubblicato sul Journal of Science Communication da SISSA Medialab di Trieste ha analizzato e individuato come riconoscere e definire i messaggi polarizzati nel contesto della comunicazione scientifica online, dove questi fenomeni tendono a manifestarsi più spesso.

Buone intenzioni, cattivi risultati

Consideriamo un esempio: un titolo che afferma “I vaccini sono sicuri al 100%, e chiunque ne dubiti è ignorante.” Sebbene l’obiettivo possa essere quello di informare sulla sicurezza dei vaccini, il tono usato rischia di allontanare chi legge, rafforzando posizioni estreme. Un messaggio che colpevolizza coloro che non condividono la stessa opinione, infatti, non solo non raggiunge il suo scopo, ma contribuisce anche a una maggiore polarizzazione.

Divisione invece di Unione

Come afferma Thiago Cruvinel, Professore all’Università di San Paolo e coordinatore dello studio, “I messaggi polarizzati nella comunicazione scientifica spesso presentano opinioni estreme, in grado di suscitare emozioni forti, rafforzare l’appartenenza a un gruppo e accentuare le divisioni sociali.” Ad esempio, per garantire un senso di sicurezza, un messaggio potrebbe usare parole legate al conflitto, anche su argomenti ben consolidati come il cambiamento climatico causato dall’uomo. Argomenti che dovrebbero trovare un ampio consenso e non alimentare ulteriori divisioni.

Il rischio dell’effetto controproducente

L’approccio scientifico dovrebbe promuovere il pensiero critico, essenziale per l’evoluzione della scienza. Tuttavia, semplificare eccessivamente alcuni argomenti o presentare un punto di vista in maniera assoluta rischia di non rispettare la complessità del metodo scientifico, allontanando chi è scettico verso posizioni sempre più rigide e difficilmente recuperabili.

Un codice contro la polarizzazione

Per contrastare questi fenomeni, Cruvinel e il suo team hanno sviluppato un sistema di codifica che permette di identificare i messaggi scientifici polarizzati. Dopo una revisione sistematica degli studi precedenti, hanno classificato il linguaggio polarizzato in quattro dimensioni principali: lateralità, critica, enfasi e discordanza. Ad esempio, i messaggi polarizzati possono esprimere critica usando il sarcasmo o enfatizzare il contenuto con termini assertivi.

Uno strumento prezioso per una comunicazione inclusiva

Questo sistema di codifica offre a ricercatori e giornalisti uno strumento utile per riconoscere ed evitare un linguaggio polarizzante, promuovendo una comunicazione scientifica più equilibrata e inclusiva. Un approccio che non solo rende giustizia alla scienza, ma aiuta a costruire un dialogo più aperto e rispettoso tra chi comunica e chi riceve informazioni scientifiche.

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