Medicina

La terapia desensibilizzante per la cura delle allergie

pexels-olly-3765115

Da una ricerca di mercato condotta qualche anno fa, si è rilevato che la terapia desensibilizzante per le allergie subisce un drop out (una interruzione) nella maggior parte dei casi. I dati hanno evidenziato che nel primo anno il 40% delle persone affette da allergia interrompono la terapia, nel secondo il 20% del rimanente, nel terzo anno un’ altro 25% .

Di fatto del gruppo iniziale arriva al termine della terapia solamente il 30%. La ricerca di mercato ha cercato di individuare se esistessero differenze tra le varie regioni italiane, considerando che in due regioni questa terapia è rimborsata a metà o totalmente, nel resto dell’Italia è a totale carico della persona.

Non si è evidenziata alcuna differenza, come se la questione rimborsabilità non incidesse sull’aderenza alla terapia. Quello che  evidenzia è che, sicuramente, nelle due regioni che supportano la terapia, un numero considerevolmente maggiore di persone la utilizza ma la % dei “complianti” resta uguale. Come mai?

Questa è la domanda che la ricerca di mercato condotta da Elma Research pone sotto i riflettori. Intervistando i pazienti o i genitori dei “pazientini” come loro definiscono i bambini e gli adolescenti, sono emerse due cose.

Da una parte lo specialista non investe tempo a spiegare in dettaglio quanto sia importante CURARE l’allergia, piuttosto che limitarsi a SEDARE i sintomi in una falsa speranza di Benessere, dall’altra egli stesso tende a PROPORRE la terapia, invece che PRESCRIVERLA. Sembra che questo abbia un impatto importante sul paziente.

Nel primo caso la persona si sente investito dalla responsabilità di scelta tra varie opzioni che le fanno percepire la non indispensibilità della terapia potendo optare per altro. E poichè deve già assumersi la responsabilità di essere aderente alla soluzione terapeutica prospettata, sceglie la strada più comoda, tanto anche lo specialista ha detto che si può fare così ma anche in un altro modo, PRESCRIVERE, invece,  ha un significato diverso; vuol dire ordinare, in base alle conoscenze precise, ciò che si DEVE fare, il comportamento da seguire. Allora il paziente che si affida allo specialista, sente che la sua fiducia è ben riposta, perchè quel medico gli ha chiaramente illustrato la situazione e detto con l’autorevolezza che gli compete da anni di studio ed esperienza, ciò che deve fare per risolverla. Allora perchè il medico propone e non Prescrive la terapia desensibilizzante?

Quello che sembra emergere è che lo specialista inconsciamente ha una difficoltà a dichiarare al paziente che questa terapia che sarebbe elettiva per avere la remissione della patologia allergica, è a carico totale della persona. In un sistema sanitario che da sempre ha abituato le persone ad avere tutto senza oneri, la prescrizione di una terapia a pagamento che, peraltro, dura almeno tre anni, mette a disagio il medico che effettivamente dovrebbe preoccuparsi solo dell’aspetto curativo e non economico. Questo disagio, non percepito, si traduce in una proposta e non una prescrizione. Sappiamo bene, però, che quando ci rechiamo da uno specialista, in qualsiasi settore, vorremo ricevere una soluzione e non trovarci nelle condizioni di essere noi a poter valutare.

Comments

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *