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Le stravaganze di Elon Musk non sono l’unico problema per Tesla

Le vendite dell’azienda automobilistica stanno affondando anche per altri motivi

Un gruppo di manifestanti si è radunato per protestare contro Elon Musk e la sua azienda di auto elettriche, Tesla. L’immagine racconta solo una parte della storia. Le difficoltà di Tesla, infatti, non si limitano alle controversie legate al suo eccentrico amministratore delegato. Ci sono ragioni più profonde che stanno trascinando giù le vendite e il valore delle azioni dell’azienda.

Le vendite di Tesla crollano in Europa: le scelte di Elon Musk sotto accusa

 

Gli amici si aiutano nei momenti di bisogno, e Elon Musk potrebbe aver tirato un sospiro di sollievo quando, l’11 marzo, Donald Trump ha dichiarato che avrebbe acquistato un veicolo elettrico (EV) Tesla. Un endorsement non da poco, considerando che arriva dal presidente degli Stati Uniti, che vede in Musk un alleato nella sua crociata contro la burocrazia. Ma questo gesto appare più come un favore personale che come una soluzione ai problemi dell’azienda. Solo un giorno prima, le politiche commerciali di Trump e il suo monito su una “fase di transizione” per l’economia americana avevano contribuito a un crollo di oltre il 15% del prezzo delle azioni Tesla, inserito in un più ampio sell-off sui mercati.

L’appoggio di Trump, per quanto gradito, non basterà a frenare il declino delle vendite di Tesla né a risollevare il valore delle sue azioni. La casa automobilistica sta affrontando una tempesta perfetta: da un lato, la crescente concorrenza nel settore dei veicoli elettrici, con rivali come BYD e altre aziende cinesi che offrono modelli più economici e accessibili; dall’altro, una domanda globale che sembra rallentare, specialmente in mercati chiave come gli Stati Uniti e l’Europa. A ciò si aggiungono i ritardi nella produzione e le difficoltà logistiche che hanno rallentato l’espansione di Tesla, come il tanto atteso Cybertruck, che stenta a decollare.

Poi c’è Elon Musk stesso. Le sue uscite pubbliche, spesso polarizzanti, e le sue scelte gestionali – come il focus su progetti futuristici a scapito delle operazioni quotidiane di Tesla – hanno alienato alcuni investitori e consumatori. La sua immagine, un tempo sinonimo di innovazione e genialità, è ora vista da molti come un’arma a doppio taglio per il marchio.
I numeri parlano chiaro: le vendite di Tesla nel primo trimestre del 2025 sono in calo rispetto all’anno precedente, e la quota di mercato dell’azienda si sta riducendo. Gli analisti puntano il dito anche sulle strategie di prezzo di Musk, che hanno visto ribassi significativi per stimolare la domanda, ma che hanno invece eroso i margini di profitto e alimentato l’impressione di un’azienda in difficoltà.

L’endorsement di Trump potrebbe generare un po’ di clamore mediatico, ma non risolve i problemi strutturali che Tesla deve affrontare. Per invertire la rotta, l’azienda dovrà guardare oltre le promesse di Musk e i gesti simbolici dei suoi alleati politici. Serviranno innovazione concreta, una gestione più stabile e una risposta efficace alla concorrenza. Altrimenti, il futuro di Tesla rischia di essere più incerto di quanto i suoi fan – e lo stesso Musk – siano disposti ad ammettere.

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