L’Italia in competizione per ospitare l’infrastruttura più tecnologica mai esistita per studiare l’universo e le onde gravitazionali.
A Bruxelles è ancora vivo il dibattito su quale sito ospiterà l’Einstein Telescope, capolavoro della moderna astrofisica che permetterà di ascoltare le onde gravitazionali. Il 10 febbraio 2023, all’indomani della formazione del comitato tecnico scientifico che promuoverà la candidatura italiana al progetto sotto la guida del premio Nobel Giorgio Parisi, nell’Auditorium della biblioteca Sebastiano Satta di Nuoro ha avuto luogo un incontro dibattito. Le informazioni riportate in questo articolo sono state rese note dagli esperti invitati all’evento, che hanno tenuto un breve discorso davanti a una platea composta anche da molti giovani. L’avvocato Giovanna Rosa Garippa, coordinatrice dell’incontro, ha ribadito più volte la portata economica, culturale, sociale e scientifica di questo progetto. ’L’Einstein Telescope ci consentirà di avvicinarci al Big Bang: che sia un’opportunità imperdibile è chiaro a tutti’ ha dichiarato. Il titolo in locandina, ‘Dalle miniere alle stelle’, è molto significativo, poiché il sito in questione è l’ex miniera sarda di Sos Enattos, in comune di Lula (Nu), che potrebbe diventare protagonista della futura ricerca scientifica in astrofisica.
L’ingegnere Antonio Cavada, primo esperto a prendere la parola, ha elencato pregi e difetti di Sos Enattos e del sito concorrente: l’euroregione Meuse-Reno, al confine tra Belgio, Germania e Paesi Bassi. Qui, il progetto si vorrebbe realizzare tra le città di Aquisgrana, Liegi e Maastricht, in un territorio da un lato molto competente nell’ingegneria mineraria, dall’altro più antropizzato rispetto alla provincia di Nuoro, più industrializzato e dotato di una notevole rete stradale, nonché di un treno ad alta velocità, perciò abbastanza incline ad avere ripercussioni potenzialmente negative sull’impianto. ’Sos Enattos è invece caratterizzato da una scarsa attività umana e inoltre c’è già l’interferometro Virgo a Cascina’, ha detto l’ingegnere per evidenziare l’esperienza italiana in questo settore.
È stato poi il turno della dottoressa Silvia Casu, ricercatrice dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), che nel ripercorrere le principali tappe della storia della fisica ha ricordato l’annuncio della rilevazione della primissima onda gravitazionale, osservata il 15 settembre 2015 dall’interferometro americano Ligo. La scienziata ha sottolineato la complessità della realizzazione tecnologica di una struttura imponente come L’Einstein Telescope e l’eccezionale salto in avanti che faremo grazie ad esso, spiegando che per misurare il passaggio di un’onda gravitazionale ‘serve poter distinguere cambiamenti di lunghezza dell’ordine di qualche unità su 10 elevato 23, che equivale a distinguere se un bastoncino lungo 100.000 mila miliardi di metri si è accorciato di 5 millimetri’.’ È fuori dalla precisione degli strumenti che fino a ora avevamo a disposizione’ ha poi aggiunto.
A differenza di Ligo e Virgo, dotati di braccia disposte a L, l’Einstein Telescope avrà forma triangolare e braccia più estese, lunghe 10 km. ‘Sos Enattos ha delle caratteristiche tecniche estremamente favorevoli a questo progetto: c’è già un bell’indotto di struttura mineraria in un luogo come la Sardegna che ha rischio sismico molto basso ’ ha spiegato Silvia Casu, ‘tutte le rilevazioni stanno mostrando dei dati incredibili: è un sito talmente sensibile che si sentono le onde del mare, ma di partenza ha poco da correggere ed è l’ideale per ascoltare le microscopiche variazioni derivanti dal passaggio di onde gravitazionali.’
Oltre agli esperti del settore, sono intervenuti anche alcuni sindaci del territorio. Mario Calia, sindaco di Lula, ha detto che è già in atto il progetto Archimedes, per misurare il ‘rumore di fondo’ del sito. Andrea Soddu e Pietro Deiana, sindaci di Nuoro e Orune, hanno affermato che bisogna credere a questo progetto, fare in modo che diventi italiano e spronato la politica sarda ad impegnarsi affinché questo accada.
L’Assessore ai Lavori Pubblici Pierluigi Saiu ha rivolto lo sguardo al futuro, ai giovani e al ritorno economico del progetto, stimato intorno ai 6 miliardi di euro, mentre l’Onorevole Alessandra Todde ha definito forte la nostra candidatura, poiché il sito che candidiamo è poco problematico e molto adatto. Altro interessante intervento è stato quello di Tommaso Settanni, che ha parlato dell’attività divulgativa svolta dall’Associazione Astronomica Nuorese, di cui è presidente. L’Associazione organizza eventi di divulgazione scientifica coinvolgendo adulti e bambini e sogna di costruire un osservatorio astronomico.
In conclusione, l’Einstein Telescope sarà punto di incontro per scienziati di tutto il mondo, porterà scienza, occupazione ed economia, poiché dovendo essere costruito in loco, aziende e studiosi locali saranno chiamati sul campo a unire le proprie competenze. Serviranno esperti in meccanica, meccatronica, criogenia, algoritmi di controllo avanzati, sensori ottici di precisione e laser. È un progetto molto ambizioso che ci permetterà di osservare una porzione ancora inesplorata dell’universo, non porterà alcun inquinamento ambientale e merita tutto l’appoggio istituzionale e diplomatico possibile.