L’articolo di Carrie Arnold su Quanta Magazine, intitolato “Evolution: Fast or Slow? Lizards Help Resolve a Paradox,” esplora la questione se l’evoluzione proceda lentamente o rapidamente, utilizzando uno studio multigenerazionale su quattro specie di lucertole. Il biologo evolutivo James Stroud, durante il suo studio, ha osservato che le Anolis lizards sembravano aver evoluto molto poco nel corso dei millenni, il che suggerirebbe un processo di evoluzione lento e costante, noto come “stasi” e spesso attribuito alla selezione stabilizzante, che favorisce tratti moderati o intermedi.
Tuttavia, i dati di Stroud hanno mostrato che, nonostante la lunga durata della stasi, c’era una variazione a breve termine nei tratti delle lucertole. Questa variazione era meglio spiegata dalla selezione direzionale, che a volte favorisce tratti estremi che guidano l’evoluzione in una nuova direzione. Stroud ha scoperto che un modello a lungo termine di stasi poteva emergere da questa selezione fluttuante a breve termine. Questo modello di stasi è stato osservato anche in altri studi, come quello dei Grants sui fringuelli di Darwin nelle Galápagos, che hanno mostrato come piccoli cambiamenti ambientali potessero causare cambiamenti rapidi e significativi nei tratti fisici.
Un altro studio condotto dall’Università del Texas ha osservato cambiamenti rapidi in una specie di lucertola della Florida, la Caroline anole. Questa lucertola ha sviluppato strutture anatomiche peculiari in pochi mesi per adattarsi a nuovi ambienti, come l’aumento della superficie delle zampe e l’incremento dei cuscinetti necessari per muoversi agilmente tra i rami degli alberi, mostrando così una capacità di evoluzione rapida in risposta a pressioni ambientali.
In sintesi, questi studi suggeriscono che l’evoluzione può avvenire sia lentamente che rapidamente, a seconda delle circostanze. La stasi a lungo termine e la variazione a breve termine possono coesistere, con la variabilità a breve termine che media in una stasi generale a lungo termine. Questo risolve il “paradosso della stasi” mostrando come la selezione naturale possa operare in modi diversi su diverse scale temporali.
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