Stiamo diventando tutti più stupidi? Sembrerebbe di sì secondo una ricerca condotta Gerald Crabtree, genetista alla Stanford University
La questione se l’intelligenza umana stia declinando nel tempo è complessa e controversa, ma alcune ricerche suggeriscono che potremmo effettivamente diventare meno intelligenti rispetto ai nostri antenati. Una delle teorie più discusse è quella proposta da Gerald Crabtree, genetista alla Stanford University, che ha pubblicato due articoli sulla rivista Trends in Genetics, sostenendo che la nostra intelligenza e le nostre capacità emotive si stanno deteriorando a causa dell’accumulo di mutazioni genetiche che non vengono più selezionate in modo rigoroso come in passato.
Secondo Crabtree, l’intelligenza era cruciale per la sopravvivenza dei nostri antenati cacciatori-raccoglitori, ma nel mondo moderno, dove le sfide quotidiane non comportano più rischi mortali, la selezione naturale per l’intelligenza si è attenuata. Inoltre, le moderne società avanzate forniscono un ambiente che maschera gli effetti negativi delle mutazioni genetiche sul nostro intelletto.
Un’altra interessante osservazione riguarda i tempi di reazione. Studi storici sui tempi di reazione, che sono correlati con il QI, indicano che le persone oggi hanno tempi di reazione più lenti rispetto a quelle di un secolo fa. Questo dato potrebbe suggerire un declino nelle capacità cognitive di base, nonostante i punteggi del QI siano aumentati nel tempo, fenomeno noto come effetto Flynn. Questo effetto potrebbe nascondere un deterioramento sottostante delle “capacità intelligenti” geneticamente determinate.
Le critiche alla teoria di Crabtree non mancano. Alcuni studiosi ritengono che la sua ipotesi manchi di dati empirici solidi e che le sue conclusioni siano speculative. Per esempio, Steve Jones, genetista dell’University College London, ha criticato l’assenza di prove concrete e ha definito lo studio di Crabtree come più orientato alle idee che ai fatti verificabili.
È importante notare che mentre alcune ricerche suggeriscono un declino genetico delle capacità intellettive, altri studi evidenziano come l’ambiente, l’educazione e la nutrizione abbiano migliorato le nostre capacità cognitive misurate dai test di QI. Questo crea un quadro complesso in cui il miglioramento ambientale potrebbe compensare un eventuale declino genetico, rendendo difficile trarre conclusioni definitive.
In sintesi, sebbene ci siano argomenti intriganti a supporto dell’idea che l’intelligenza umana possa essere in declino, la questione rimane aperta e controversa, richiedendo ulteriori ricerche e dati per una comprensione più completa e accurata.