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Mais geneticamente modificato: sensazionalismo decontestualizzato

Uno studio tutto italiano pone l’ attenzione su una serie di benefici di varia natura legati alla coltivazione di mais geneticamente modificato.

Veniamo ai fatti per cercare di fare chiarezza.

Recentemente è stato pubblicato un lavoro firmato da un gruppo di ricercatori della Scuola superiore Sant’Anna e dell’università di Pisa, coordinato da Laura Ercoli, docente di Agronomia e Coltivazioni erbacee dell’Istituto di Scienze della vita della Scuola Sant’Anna. Per la prima volta – sottolineano gli esperti – lo studio dimostra, dati statistici e matematici alla mano, che il mais transgenico presenta delle caratteristiche agronomiche positive che ne favorirebbero l’ introduzione della coltivazione.

Un organismo geneticamente modificato presenta delle caratteristiche originate artificialmente attraverso l’ alterazione del patrimonio genetico mediante tecniche di ingegneria genetica che consentono l’aggiunta, l’eliminazione o la modifica di elementi genici.

In realtà la definizione ha un più ampio respiro perché le modificazioni genetiche sono ottenibili attraverso un ampio spettro di tecniche che l’ uomo ha adottato fin dagli albori della nascita dell’ agricoltura in ambito vegetale.

Basta considerare il fatto che, per esempio, tutta la frutta e la verdura acquistabili oggigiorno sui banconi della grande distribuzione originano da incroci pianificati (in gergo breeding) tesi a migliorare le caratteristiche organolettiche dei prodotti commestibili: attraverso questa modificazione genetica tradizionale si sono ottenute, a titolo d’esempio, mele più grandi, rosse e succose e banane senza semi.

In alcuni casi, per velocizzare tale processo sono stati bombardati semi di piante edibili con radiazioni per incrementare, su grandi numeri, la possibilità che potessero insorgere tra migliaia di mutazioni sfavorevoli, quelle che interessavano maggiormente l’ uomo.

È importante sottolineare il fatto che nessuna strategia di miglioramento genetico è esente da pericoli. Le piante, infatti, hanno evoluto dei genomi enormemente complessi, plasmati da milioni di anni di evoluzione. All’ interno della complessità del loro DNA si nascondo anche meccanismi di difesa nei confronti di tutto ciò che le minaccia: è possibile quindi che un incrocio o un processo di mutazione accelerato da agenti mutageni di laboratorio possa risvegliare qualcuno di questi stratagemmi difensivi: si pensi, per esempio, alla possibilità di riattivare un gene silente che codifica per una tossina edibile, letale per i mammiferi.

All’ interno di questo quadro di incertezze, al quale spesso non si pensa mai, si inseriscono le modificazioni del DNA ingegnerizzate.

L’ articolo pubblicato su una rivista prestigiosa è stato però fuorviato, come spesso accade, nella sua interpretazione.

In particolar modo, non si accenna minimamente in esso ad eventuali benefici per la salute umana derivanti dal consumo di mais geneticamente modificato, nonostante numerose testate abbiamo presentato il lavoro italiano come la prova definitiva della innocuità del prodotto OGM.

Infatti lo studio non parla assolutamente di effetti sulla salute del mais OGM (non è stata presa in considerazione nemmeno una ricerca sulla salute umana) ma raccoglie 21 anni di dati su decomposizione, biomassa, lignina, impatto sui parassiti e parametri biochimici.

L’unica considerazione riguardante la salute umana è di natura tossicologia, ma si riferisce semplicemente ad un minor rischio per essa legato alla minore presenza di micotossine nel prodotto geneticamente modificato, affermazione supportata da rilevamenti sperimentali. Non c’è alcun altro dato semplicemente perché studi così lunghi sulla salute umana non sono mai stati effettuati.

I grandi giornali generalisti purtroppo titolano che dallo studio non emerge alcuna evidenza di pericolo per la salute umana.

Purtroppo il messaggio che traspare da quanto riporatato da numerose testate è che “gli OGM non fanno male alla salute”. Un simile messaggio è ingannevole perché questo studio non chiarisce in alcun modo i pericoli degli OGM per l’uomo.

La minor presenza di micotossine presente nel mais OGM rappresenterebbe un minor rischio per la salute. Esiste infatti una netta correlazione tra l’ assunzione di micotossine attraverso la dieta e la possibilità di sviluppare patologie tumorali essendo queste ultime dei potenti agenti cancerogeni.

Il tutto è poi legato alla resistenza, acquisita in laboratorio, che il mais OGM presenta nei confronti di insetti parassiti. Le larve di questi ultimi infatti aggredendo la pannocchia in fase di sviluppo creano delle vere e proprie gallerie all’ interno dello stocco, che vengono prontamente colonizzate da funghi che producono questi agenti mutageni come forma di difesa. La resistenza alle larve parassite è infatti correlata alla diminuzione di micotossine nel prodotto di raccolta. In presenza di sostanze tossiche infatti il raccolto può subire quindi una diminuzione di resa o addirittura può essere soggetto ad una mancata commercializzazione perché pericoloso. Questo tipo di considerazione però non basta da sola a certificare la sicurezza di utilizzo di mais OGM.

Tutti gli Stati che lo hanno introdotto si avvalgono del principio della sostanziale equivalenza: premesso che nessun cibo è sicuro al 100%, se ci sono nazioni, come gli USA, che fanno uso di mais geneticamente modificato da anni senza aver dimostrato rischi rilevanti per la salute, ma solo caratteristiche equivalenti se non migliorative rispetto al prodotto non ingegnerizzato, è lecito supporre allora che il suo consumo sia relativamente sicuro. Tutto viene soppesato sulla bilancia dei rischi/benefici.

Nonostante chi scrive sia comunque convinto della necessità di introdurre le colture OGM affiancandole a quelle tradizionali avvalendosi del principio della sostanziale equivalenza, purtroppo bisogna sottolineare, per onestà intellettuale, che l’ articolo in questione è stato completamente decontestualizzato per un mero fine sensazionalistico.

In base a quanto scritto nell’ articolo quindi dire che gli OGM sono sicuri equivale ad affermare che non lo siano, semplicemente perché l’ articolo non tratta questo.

Equivale ad affermare che su Marte c’ è vita perché ci sono delle evidenze sperimentali che portano a pensare che ci possa essere acqua sotto la sua superficie. Sono affermazioni che possono essere correlate ma servono dati riproducibili che abbracciano differenti ambiti di analisi.

Dati, dati, dati! Sempre e comunque!

di Stefano Bossi