In una ricerca pubblicata il 18 ottobre sul Journal of Modern Physics dal Prof. Massimo Auci, ricercatore italiano docente di fisica presso la Scuola Internazionale Europea Statale “A Spinelli” di Torino, viene dimostrato che il misterioso comportamento duale della luce e della materia, ritenuto da molti studiosi causa di incompatibilità concettuale e formale tra Meccanica Quantistica e Relatività Speciale, è in realtà prodotto da un particolare modo di interagire della materia.
Abbiamo intervistato il Prof. Auci, la cui ricerca teorica iniziata più di trent’anni fa e già in parte pubblicata su prestigiose testate scientifiche come il Physics Letters A e l’International Journal of Modern Physics B, mira a spiegare risultati sperimentali entrati a far parte della storia della scienza non più mediante il concetto di dualismo onda-particella, alla base della nascita della stessa Meccanica Quantistica, ma attraverso la formazione di una sorgente elettromagnetica dipolare tra due particelle elementari di segno opposto.
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Nello studio si afferma che viene costruita una teoria elettromagnetica che collega i fenomeni quantistici e relativistici in un singolo contesto. Prima di questo studio nessuno ha affrontato con successo questo argomento?
Ci sono sicuramente stati più tentativi di quanti io conosca ma nessuno che sia mai riuscito a spiegare il perché della quantizzazione o che fosse in grado di mettere d’accordo comportamenti tanto incompatibili come quello quantistico e relativistico. Inoltre non si può dire di avere capito l’origine dei fenomeni quantistici se non si spiega in modo completamente indipendente da quel che già si conosce e coerentemente con l’elettromagnetismo il perché della costante di accoppiamento elettromagnetico della materia.
Si afferma inoltre che la teoria mostra l’esistenza di effetti superluminali che suggeriscono una spiegazione per l’entanglement tra coppie di particelle e fotoni. È la prima volta che viene dimostrato? In cosa consiste l’originalità dell’approccio teorico?
Non è certo la prima volta che l’entanglement viene affrontato in termini quantistici. Solitamente lo si risolve in termini di sovrapposizione di stati quantistici. Immaginiamo una moneta con testa e croce, se lanciando la moneta questa si dividesse in due e noi afferrassimo casualmente la parte con la croce, potremmo concludere che l’altra è testa. Se grazie ad una tecnologia innovativa riuscissimo a trasformare la nostra croce in una testa, non si può dire che anche l’altra si è trasformata in un una croce: nell’entanglement questo accade. Ora con questa teoria si dimostra che il legame in una coppia di particelle è così forte che qualunque azione applicata su una particella comporta una reazione istantanea nella sua compagna per poter mantenere il legame, se non è innovativo questo.
Esistono due modi di interagire, uno diretto direi causale, che genera una sorgente, uno indiretto prodotto dall’onda elettromagnetica emessa dalla sorgente. La superluminalità e l’entanglement sono associati all’interazione diretta
Cosa implica che “per tutte le interazioni libere, indipendentemente dalla dinamica delle due particelle e dalle loro distanze, la costante di struttura fine è numericamente invariante”?
Questo risultato è stato ottenuto nel 1990 ma è stato poco considerato. L’invarianza nella costante di accoppiamento elettromagnetico, cioè nella costante di struttura fine, implica che il nostro universo esiste grazie al suo valore molto particolare ma vuol anche dire che non potrebbe essere diverso da come è, perché in ogni caso tutte le coppie di cariche indipendentemente dal loro valore, interagiscono elettromagneticamente con un meccanismo che non può che originare la costante di accoppiamento come la conosciamo.
“La meccanica quantistica è degna di ogni rispetto, ma una voce interiore mi dice che non è ancora la soluzione giusta. È una teoria che ci dice molte cose, ma non ci fa penetrare più a fondo il segreto del Grande Vecchio. In ogni caso, sono convinto che questi non gioca a dadi col mondo”.
Come si può interpretare questa celebre affermazione di Einstein alla luce del suo recente studio?
Probabilmente Einstein intuiva che un modello probabilistico dei fenomeni fisici avrebbe impedito di comprendere tutto quello che si nasconde dietro a quel fenomeno così particolare. Non dico che la teoria quantistica non sia una buona teoria, anzi il contrario, i livelli di perfezione raggiunti con le nuove teorie quantistiche-relativistiche sono eccezionali, occorre solo reinterpretare la fenomenologia che sta alla base dei fenomeni quantistici e relativistici, solo così si può andare oltre nella comprensione della natura.
APPROFONDIMENTI
BRIDGE THEORY VS MODELLO STANDARD?
Sul libro “Oltre la frontiera quantistica”
http://www.contesti.eu/scienze/oltre-la-frontiera-quantistica
http://www.amazon.ca/Oltre-Frontiera-Quantistica-Storia-Appassionante/dp/144572507X
http://www.abebooks.com/9781445725079/FRONTIERA-QUANTISTICA-storia-Appassionante-Auci-144572507X/plp
Sulla Bridge Theory
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