Più di 2000 accademici si oppongono al comportamento del proprietario di X, citando il suo “attacco alla ricerca scientifica” che contraddirebbe il codice di condotta della storica istituzione scientifica. Aggiornamento ore 8:40 del 15 febbraio
Foto in copertina: immagine realizzata dalla IA
La Royal Society, una delle istituzioni scientifiche più antiche e rispettate al mondo, sta affrontando una crescente pressione per espellere Elon Musk dal suo elenco di membri. Oltre 2000 scienziati, al momento in cui scriviamo, hanno firmato una lettera aperta indirizzata al presidente della Royal Society, Sir Adrian Smith, sollecitando la rimozione di Musk a causa del suo comportamento pubblico controverso e della diffusione di disinformazione attraverso la sua piattaforma X (precedentemente Twitter). I firmatari sostengono che le azioni di Musk violano il codice di condotta della Royal Society, che richiede ai membri di mantenere i più alti standard di comportamento pubblico.
Accuse di disinformazione e comportamento inappropriato
Le critiche rivolte a Musk si concentrano su diverse questioni, tra cui l’uso di X per promuovere teorie del complotto e diffondere notizie false. I firmatari della lettera hanno espresso particolare preoccupazione per le sue dichiarazioni controverse, come aver definito la parlamentare britannica Jess Phillips un'”apologista dello stupro e del genocidio”. Inoltre, Musk è stato criticato per il suo ruolo nell’amministrazione Trump, dove ha sostenuto tagli significativi ai finanziamenti per la ricerca scientifica negli Stati Uniti attraverso il Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), da lui diretto.
Dimissioni di membri di spicco in segno di protesta
Negli ultimi mesi, alcuni membri della Royal Society hanno deciso di dimettersi per protestare contro l’inazione dell’istituzione nei confronti di Musk. La professoressa Dorothy Bishop, neuropsicologa dell’Università di Oxford, è stata tra le prime a lasciare, dichiarando che “l’appartenenza di Musk contraddice i valori fondamentali della Royal Society”. Il suo esempio è stato seguito dal professor Andrew Millar dell’Università di Edimburgo, che ha motivato la sua decisione citando “l’incapacità della Royal Society di affrontare adeguatamente il problema”.
L’istituzione scientifica ha risposto in modo cauto, affermando che le questioni riguardanti i singoli membri vengono gestite con riservatezza e nel rispetto del codice di condotta. Tuttavia, la crescente pressione ha portato alla convocazione di una riunione straordinaria, prevista per l’inizio di marzo, per discutere ufficialmente della richiesta di espulsione di Musk.
Musk, X e la disinformazione scientifica
Uno dei principali punti di attrito tra Musk e la comunità scientifica riguarda la gestione di X. Da quando ha acquisito la piattaforma nel 2022, i ricercatori hanno evidenziato un aumento esponenziale della disinformazione. Uno studio dell’Università della California ha rilevato che i messaggi di odio su X sono aumentati del 50% dopo l’acquisizione da parte di Musk. Inoltre, è stato accusato di manipolare l’algoritmo della piattaforma per promuovere contenuti di estrema destra e teorie del complotto, danneggiando la fiducia nel metodo scientifico.
Alcuni scienziati hanno proposto una forma di boicottaggio della piattaforma. Il premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi ha dichiarato che “le espulsioni non sono mai una buona idea, ma la comunità scientifica dovrebbe abbandonare X per spostarsi su piattaforme alternative”. Negli ultimi mesi, molti ricercatori e università hanno iniziato a migrare verso Bluesky, considerata un’alternativa più neutrale e sicura.
Quali scenari?
cLa controversia solleva interrogativi più ampi sul ruolo delle istituzioni scientifiche nel mantenere standard etici tra i loro membri. Se la Royal Society dovesse espellere Musk, si tratterebbe di un caso senza precedenti per una figura di tale rilevanza. Tuttavia, un mancato intervento potrebbe danneggiare la credibilità della Società stessa, minando la fiducia nella sua capacità di mantenere alti standard morali.
Musk non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla vicenda, ma ha risposto su X con un post ironico: “Voglio ringraziare la Royal Society per l’onore di essere cacciato prima ancora di essere sentito”. Nel frattempo, il dibattito rimane aperto e la decisione di marzo potrebbe segnare un punto di svolta nella relazione tra scienza e figure pubbliche controverse.
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