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Nasce IRIDI, primo incubatore per migliorare insegnamento e apprendimento in Università

Oggi, venerdì 9 giugno, dalle 9.00 alle 13.00, presso l’Aula Magna Cavallerizza Reale (Via Verdi, 9 – Torino), dell’Università di Torino si è tenuto il convegno “Migliorare la qualità della didattica universitaria: esperienze italiane a confronto”, occasione per presentate esperienze di innovazione didattica realizzate negli Atenei italiani, tra cui, oltre che all’Università di Torino anche negli Atenei di Padova e Firenze e all’Università Commerciale Bocconi.

Il convegno è stato organizzato nell’ambito del progetto IRIDI, il nuovo Incubatore di Ricerca Didattica per l’Innovazione dell’Ateneo, nato per rispondere alla priorità strategica, ormai diffusa in tutta Europa, di innovare la didattica universitaria.

IRIDI da’ una risposta concreta a questa priorità e tra le sue prime iniziative apre un percorso formativo per i docenti di unito per allineare l’Ateneo con i trend internazionali promuovendo una didattica innovativa, maggiormente centrata sullo studente, più attenta allo sviluppo di competenze professionali e all’utilizzo delle nuove tecnologie.

Si tratta di un primo percorso per docenti universitari della durata di quasi un anno e condotto da una squadra di Pedagogisti e Psicologi che accompagneranno i loro colleghi in una riflessione sulle pratiche didattiche, confronto fra pari e sperimentazione di innovazione durante i corsi con gli studenti. Un percorso che sarà certificato dall’Università di Torino, anche in lingua inglese, diventando così spendibile all’estero.

Durante la mattinata sono stati presentati i dati dell’indagine sulla didattica di 7 Atenei, tra cui l’Università di Torino, realizzata dall’ASDU (Associazione per la Promozione e lo Sviluppo della Didattica in Università) la scorsa primavera. All’indagine hanno risposto oltre 1000 docenti UNITO con una larga adesione di diversi Dipartimenti e aree disciplinari. Dai risultati emerge il profilo di un docente molto coinvolto nella ricerca e che dimostra elevata sensibilità all’insegnamento, forte attenzione alle necessità degli studenti.

Oltre il 70% del campione modifica infatti la propria didattica in base alla valutazione del corso fatta dagli studenti e si impegna nel coinvolgimento degli studenti nei processi di insegnamento e apprendimento. Resta invece predominante per i docenti la centratura sul contenuto teorico delle lezioni, preoccupazione che forse induce a sottovalutare l’importanza di costruire un ambiente di apprendimento più partecipativo, laboratoriale, che può andare oltre i confini dell’aula anche grazie all’uso avanzato delle tecnologie a fini didattici, già utilizzato dal 22% del campione.

Dalla consapevolezza che i docenti stessi hanno di queste aree di miglioramento scaturisce però la richiesta, documentata dall’indagine ASDU, di ricevere formazione, di essere sostenuti nel miglioramento della didattica, senza dimenticare di agire su aspetti strutturali quali ridisegnare le aule come spazi più funzionali all’apprendimento.

“In un mondo che cambia ed è sempre più sfidante per i giovani, anche i docenti universitari sono chiamati a cambiare.” ha dichiarato il Rettore Gianmaria Ajani “E’ necessario avvicinare il loro modo di insegnare alle esigenze di diverse tipologie di studenti e ai bisogni di inserimento professionale e di partecipazione alla società civile. Servono “teste pensanti”, oggi più che mai, ed esse vengono al meglio nutrite e messe alla prova nelle Università. Per questa ragione il nostro Ateneo è in prima linea nel processo di innovazione della didattica e in piena sintonia con lo spirito dei tempi, che riserva alle nuove tecnologie e all’intelligenza artificiale il compito di elaborare informazioni, affida agli uomini e alle donne di domani la responsabilità più grande: riflettere, criticare, creare e decidere”.

Nel 2020 l’Europa si aspetta che il numero dei Laureati nei Paesi Membri raggiunga il 40%”ha dichiarato la Prof.ssa Lorenza Operti, Vice-Rettrice per la didattica di Ateneo “e, poiché il successo degli studenti universitari dipende in larga parte dalla qualità della formazione che ricevono, l’Europa raccomanda anche che i docenti universitari ricevano, sempre entro il 2020, una formazione certificata sui processi di insegnamento. L’Università di Torino risponde all’appello dell’Europa mettendo in cantiere IRIDI, il primo incubatore per innovare la didattica partendo proprio dalla formazione dei propri docenti”.