Tradizionalmente legato al comparto industriale, il capoluogo sabaudo continua ad assistere a un’elevata richiesta di profili Engineering e Finance, ma si sta aprendo anche verso nuovi settori. È quanto rilevato dal gruppo Hays, uno dei leader a livello globale del recruitment specializzato, che ha stilato la classifica delle professioni più e meno richieste sul territorio torinese.
“Nell’ultimo anno sono stati i profili junior con 2/3 anni di esperienza a beneficiare delle politiche di stabilizzazione dei contratti a termine rese possibili dal Jobs Act – spiega Elena Meotto, manager della sede torinese di Hays -. Al contrario, i professionisti con un’età compresa fra 35 e 45 anni hanno accolto la riforma con minor entusiasmo”.
Continuano inoltre a perdere terreno i settori Biomedicale, Oil & Gas ed Edile, così come è diminuita la ricerca sia di figure poco qualificate come quelle di staff standard, sia di specialisti dell’ambito Logistico, HR e Legal.
“Le carte vincenti per proseguire con successo il proprio percorso lavorativo sono, oggi più che mai, un’approfondita conoscenza della lingua inglese e la disponibilità a viaggiare per almeno il 40% del tempo – prosegue Meotto -. Caratteristiche che si riveleranno fondamentali per i giovani candidati con profili da sviluppare in ambito IT, Digital ed Engineering, nonché in area fiscale, sostenibilità aziendale ed HSE, dove potranno mettere alla prova le competenze relative alle nuove regolamentazioni internazionali”.
Buone notizie anche per chi riuscirà a collocarsi nell’ambito della consulenza strategica e finance, IT e Digital, nelle Technical Sales o come specialista dell’area qualità: sono questi, infatti, i profili meglio remunerati del territorio, al contrario di progettisti, ingegneri elettrici, addetti alla contabilità generica e all’HR del settore servizi, che si distinguono per essere i più scarsamente retribuiti della Regione.
“L’anno si chiude con segno positivo per quanto riguarda il recruitment – conclude Meotto -. Sia le recenti Riforme, sia la (pur lenta) ripresa cui stiamo assistendo hanno infatti contribuito a migliorare il panorama lavorativo piemontese, favorendo gli inserimenti volti a potenziare i diversi enti aziendali”.