Colpisce profondamente constatare l’accanimento contro una professionista che ha subito un infortunio. È una professionista che svolge il proprio dovere, spesso in condizioni difficili.
Queste alcune degli attacchi contro la speleologa che si leggono sulla pagina Facebook di Scienza Fanpage
Ottavia Piana è una professionista che opera per conto dello Stato, svolgendo attività di ricerca.
Più di 130 tecnici del Soccorso alpino si sono alternati senza sosta, dalla sera di sabato fino alle prime ore di mercoledì 18 dicembre, per trarre in salvo la speleologa bresciana Ottavia Piana. L’intervento, durato oltre 70 ore, ha richiesto un lavoro complesso e coordinato all’interno della grotta Abisso Bueno Fonteno, nel territorio bergamasco, dove la 32enne, immobilizzata su una barella a causa delle ferite riportate, è stata progressivamente portata in superficie. Pur avendo ricevuto messaggi di stima e incoraggiamento, negli ultimi giorni non sono mancate critiche e polemiche riguardo a un presunto onere economico per la collettività. A fugare ogni dubbio ci ha pensato il presidente della Società Speleologica Italiana, Sergio Orsini, il quale ha precisato che il cittadino non sostiene alcun costo: tutti gli speleologi sono assicurati, e l’assicurazione copre sia le ricerche sia il soccorso in grotta. In quel momento Piana stava esplorando un ramo di circa due chilometri, scoperto dalla sua spedizione in una sola giornata, un risultato notevole dal punto di vista della ricerca scientifica. Il lavoro di mappatura delle vie d’acqua all’interno della grotta è utile per capire il percorso dell’acqua e rilevare eventuali fonti di inquinamento. Questi dati, una volta raccolti, vengono trasmessi alle istituzioni pubbliche e alle università per analisi più approfondite. Secondo Orsini, chi pratica la speleologia è debitamente preparato ad affrontare molteplici situazioni di rischio. I corsi prevedono infatti una formazione sia in tema di soccorso che di autosoccorso, per consentire ai membri di fronteggiare le emergenze in modo efficace. Nonostante questo, l’incidente di Piana è stato definito una circostanza sfortunata: cadendo, la speleologa si è ferita al punto da non poter proseguire autonomamente. I soccorsi si sono attivati nel momento in cui due suoi compagni, uscendo dalla grotta, hanno potuto dare l’allarme. Il massiccio impiego di tecnici – oltre 130 – e le lunghe ore di intervento hanno sollevato il dibattito sui costi. Orsini ha spiegato che, poiché l’esplorazione aveva anche un valore scientifico, le operazioni non gravano sulle finanze pubbliche. Le statistiche del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) lombardo indicano che, nel 2023, su 1.714 interventi solo sei hanno riguardato la speleologia. Mauro Guiducci, vicepresidente nazionale del Soccorso alpino e speleologico, ha poi evidenziato come altri tipi di intervento, come la ricerca di persone disperse in montagna, richiedano talvolta molte ore di volo in elicottero, con costi ben più elevati e una minore attenzione mediatica.
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