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Ottavia Piana, speleologa, rimane intrappolata: e arrivano gli haters, i leoni da tastiera

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FOTO: le complesse operazione per portare in salvo la speleologa intrappolata
a 585 metri di profondità da sabato pomeriggio nell’Abisso Bueno Fonteno

Ottavia Piana, speleologa di 32 anni, è rimasta intrappolata dal 14 dicembre nella grotta Abisso Bueno Fonteno, situata sulla costa bergamasca del Lago d’Iseo. L’incidente è avvenuto durante un’esplorazione del progetto Sebino, attivo dal 2000 per mappare e studiare quest’area carsica, una delle più estese d’Italia. Piana, scivolata a circa 400 metri di profondità e tre chilometri dall’ingresso, ha riportato fratture e ferite che complicano i soccorsi, già ostacolati dalla complessa morfologia della grotta, fatta di stretti cunicoli e canyon.

L’Abisso Bueno Fonteno, scoperto nel 2006, si sviluppa per almeno 19 chilometri e raggiunge una profondità di 500 metri. La sua struttura, caratterizzata da corsi d’acqua e diramazioni, rende le operazioni di salvataggio estremamente difficili. Già nel luglio 2023, la speleologa era rimasta bloccata nella stessa grotta, evidenziando la sua pericolosità.

Attualmente, i soccorritori lavorano incessantemente per garantirle assistenza, nonostante gli ostacoli posti dall’ambiente ostile e dalle sue condizioni di salute.

Arrivano gli haters: gli odiatori da tastiera 

Colpisce profondamente constatare l’accanimento contro una professionista che ha subito un infortunio. È una professionista che svolge il proprio dovere, spesso in condizioni difficili.
Queste alcune degli attacchi contro la speleologa che si leggono sulla pagina Facebook di Scienza Fanpage

 

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Ottavia Piana è una professionista che opera per conto dello Stato, svolgendo attività di ricerca.

Ricordiamo che la speleologia è una scienza, e chi la pratica ha alle spalle una formazione approfondita e specifica, che comprende studi su geologia, idrologia, biologia e cartografia, oltre a un addestramento tecnico indispensabile per operare in ambienti sotterranei complessi. Gli speleologi affrontano esplorazioni e ricerche con un approccio scientifico, contribuendo alla scoperta e alla comprensione di sistemi carsici, ambienti unici che offrono preziose informazioni sul nostro pianeta

“Le ricerche che lei e il suo gruppo speleologico stanno conducendo nella grotta dell’incidente non sono solo un’impresa sportiva — spiega Sergio Orsini – Presidente della Società Speleologica Italiana –  ma rappresentano un contributo fondamentale alla mappatura del sottosuolo e all’analisi di risorse vitali come l’acqua che beviamo” evidenzia Sergio Orsini. “L’operazione di salvataggio è affidata alle mani esperte dei medici e dei volontari del Corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico, un’organizzazione che ha già dimostrato innumerevoli volte la sua straordinaria competenza – prosegue -. A nome della Società Speleologica Italiana Ets esprimiamo il nostro sostegno e facciamo un sentito augurio per il successo di questa operazione”.

Chi paga i soccorsi?

 Più di 130 tecnici del Soccorso alpino si sono alternati senza sosta, dalla sera di sabato fino alle prime ore di mercoledì 18 dicembre, per trarre in salvo la speleologa bresciana Ottavia Piana. L’intervento, durato oltre 70 ore, ha richiesto un lavoro complesso e coordinato all’interno della grotta Abisso Bueno Fonteno, nel territorio bergamasco, dove la 32enne, immobilizzata su una barella a causa delle ferite riportate, è stata progressivamente portata in superficie. Pur avendo ricevuto messaggi di stima e incoraggiamento, negli ultimi giorni non sono mancate critiche e polemiche riguardo a un presunto onere economico per la collettività. A fugare ogni dubbio ci ha pensato il presidente della Società Speleologica Italiana, Sergio Orsini, il quale ha precisato che il cittadino non sostiene alcun costo: tutti gli speleologi sono assicurati, e l’assicurazione copre sia le ricerche sia il soccorso in grotta.  In quel momento Piana stava esplorando un ramo di circa due chilometri, scoperto dalla sua spedizione in una sola giornata, un risultato notevole dal punto di vista della ricerca scientifica. Il lavoro di mappatura delle vie d’acqua all’interno della grotta è utile per capire il percorso dell’acqua e rilevare eventuali fonti di inquinamento. Questi dati, una volta raccolti, vengono trasmessi alle istituzioni pubbliche e alle università per analisi più approfondite.  Secondo Orsini, chi pratica la speleologia è debitamente preparato ad affrontare molteplici situazioni di rischio. I corsi prevedono infatti una formazione sia in tema di soccorso che di autosoccorso, per consentire ai membri di fronteggiare le emergenze in modo efficace. Nonostante questo, l’incidente di Piana è stato definito una circostanza sfortunata: cadendo, la speleologa si è ferita al punto da non poter proseguire autonomamente. I soccorsi si sono attivati nel momento in cui due suoi compagni, uscendo dalla grotta, hanno potuto dare l’allarme.  Il massiccio impiego di tecnici – oltre 130 – e le lunghe ore di intervento hanno sollevato il dibattito sui costi. Orsini ha spiegato che, poiché l’esplorazione aveva anche un valore scientifico, le operazioni non gravano sulle finanze pubbliche. Le statistiche del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas) lombardo indicano che, nel 2023, su 1.714 interventi solo sei hanno riguardato la speleologia. Mauro Guiducci, vicepresidente nazionale del Soccorso alpino e speleologico, ha poi evidenziato come altri tipi di intervento, come la ricerca di persone disperse in montagna, richiedano talvolta molte ore di volo in elicottero, con costi ben più elevati e una minore attenzione mediatica.

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