Segni di fratture, infezioni e tumori su fossile conservato a Milano
In occasione della celebrazione dei 180 anni del Museo Civico di Milano si è appena inaugurato nella sala dei dinosauri un nuovo diorama che rappresenta un grande dinosauro nel momento della sua scoperta. La scena raffigura in dimensioni reali il Paleontologo George F. Stenberg nel 1922 mentre scava le ossa dello scheletro di uno dei più grandi dinosauri erbivori vissuto nel Nord America, all’incirca 76 milioni di anni fa, un griposauro ovvero un adrosauro, per intenderci un lontano parente del Thetyshadros insularis italiano.
La scoperta è incredibile poichè testimonia la fragilità di questi grandi rettili che erano affetti da patologie ossee come rivelano gli studi pubblicati dal dr. Filippo Bertozzo. Laureato con il massimo dei voti alla facoltà di Scienze Naturali di Bologna nel 2012, dopo aver conseguito nel 2015 un Master in Paleobiologia all’Università di Bonn in Germania, nel 2017 ha svolto un anno di ricerca collaborando con il Paleontologo Pascal Godefroit del Royal Belgian Institute of Natural Science di Bruxelles (qui l’intervista “Tutti i dinosauri avevano le piume?”) che lo ha portato ha vincere quest’anno un dottorato presso la Queen’s University di Belfast per un progetto sulle paleopatologie dei dinosauri cerapodi (ornitopodi e ceratopsidi), un ambito scientifico della Paleontologia ancora poco approfondito.
Quando, da chi e dove è stato scoperto il griposauro?
Il nostro dinosauro, protagonista del nuovo studio appena pubblicato nelle Memorie della Società italiana di Scienze Naturali e del Museo Civico di Storia Naturale di Milano (per ora la monografia è in solo formato cartaceo), fu scoperto nel 1922 durante una spedizione organizzata dal Chicago Field Museum, capitanata da George F. Stenberg. L’esemplare fu rinvenuto e scavato specificatamente da J. B. Abbott, sotto la supervisione di Stenberg. L’esemplare viene dalla Dinosaur Park Formation (Belly River Group, Red Deer River, Alberta, Canada), da sedimenti di 76 milioni di anni fa.
Per quale motivo si trova al Museo di Milano e chi l’ha trovato?
Quali sono il suo nome scientifico e le sue caratteristiche fisiche?
Il griposauro era un dinosauro erbivoro quadrupede, ma aveva la capacità di muoversi sulle due gambe, probabilmente per sfuggire ai predatori (era preda di dinosauri carnivori come Gorgosaurus, un parente piu’ antico del Tyrannosaurus rex). Inoltre, come tutti gli adrosauri, era dotato di batterie dentarie: la sua bocca conteneva centinaia di denti, pronti a rimpiazzare la fila di denti attiva nella masticazione qualora i denti si usurassero. Di fatto, gli adrosauri (e I loro parenti più stretti, i ceratopsidi come Triceratops), erano gli unici dinosauri in grado di masticare efficacemente.
Da quali malattie era affetto?
Il griposauro qui studiato deve aver avuto una vita difficile, a giudicare dalle patologie osse fossilizzate. Innanzitutto, il predentale (l’osso tipico del suo clade, gli ornitischi, che forma la parte inferiore del becco) presenta una profonda cavità nel lato posteriore, probabilmente dovuto a osteomielite, una infezione batterica probabilmente causata da una ferita nell’apparato boccale. Poi, la quinta vertebra della schiena presenta una fusione con la propria costola, seguita da un accrescimento anomalo di tessuto osseo, probabilmente dovuto ad un forte trauma, forse una collutazione con un altro griposauro. Infine, la 26sima vertebra caudale presenta una spina neurale rotta e poi rinsaldata, e una “lingua” d’osso che parte dal proprio centro vertebrale andando a coprire il centro della vertebra precedente. Probabilmente, in vita, le due ossa erano fuse tra di loro, e solo successivamente, durante il processo di fossilizzazione, I due centri si sono separati. Le patologie nelle vertebre caudali sono molto comuni in questi animali, e le ipotesi proposte vedono questi dinosauri difendersi dai predatori utilizzando la coda, oppure, vivendo in branchi, “pestarsi” le code a vicenda.
Ovviamente queste ipotesi devono essere supportate da dati, soprattutto statistici, ma il nostro lavoro è solo agli inizi!
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Questa parte di ricerca però non è ancora conclusa! Abbiamo tutti i dati del nostro animale, ma abbiamo bisogno di confrontarlo con quelli di altri dinosauri che presentano simili patologie per poter arrivare ad una diagnosi più mirata, e poter capire come queste patologie potessero aver afflitto la vita dell’esemplare.
Vuole aggiungere qualche altra informazione all’intervista?
Nel nostro articolo abbiamo aggiunto una parte alquanto “anomala” nell’ambito delle pubblicazioni paleontologiche. Grazie al lavoro di Fabio Manucci, abbiamo analizzato l’”evoluzione iconografica” del Gryposaurus, dal momento della sua scoperta fino ai giorni nostri. Paleontologia e paleoarte (o paleoillustrazione che dir si voglia) sono sempre andate di pari passo, e l’una ha sempre influenzato l’altra. Noi abbiamo proposto una nuova illustrazione della specie (basata sul disegno scheletrico di Marco Auditore, e realizzata da Davide Bonadonna) utilizzando I risultati del nostro studio, ma prendendo spunto anche dalla storia delle ricostruzioni. E’ stato interessante analizzare come alcuni artisti, già all’inizio degli studi dei dinosauri, avessero prodotto su carta alcune ipotesi (come dinosauri corridori) anticipando di molti anni gli studi scientifici. Inoltre, le continue scoperte e studi di pelle fossilizzata degli adrosauri ci permette di ricostruire sempre meglio l’aspetto di questi animali, riassunto appunto dalla nostra tavola. Tavola che ovviamente non possiamo considerare definitiva, magari domani verrà scoperta una mummia di griposauro che ribalterà completamente la nostra ipotesi visiva, ma al momento è la ricostruzione più aggiornata presente ad oggi!
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