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“Il pendio dei noci”, al Circolo dei lettori il romanzo di Gianni Oliva

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Martedì scorso, presso l’autorevole Circolo dei Lettori di Torino, si è svolta la presentazione ufficiale del primo romanzo storico di Gianni Oliva, intitolato Il pendio dei noci. L’evento, molto atteso non solo dagli appassionati di letteratura ma anche da chi conosce Oliva come storico e saggista di indiscussa competenza, ha richiamato un pubblico nutrito e variegato: studiosi, lettori abituali, docenti, studenti e curiosi si sono riuniti per ascoltare dalla viva voce dell’autore il racconto del suo esordio nella narrativa storica.

Gianni Oliva, noto ai più per i suoi contributi storiografici dedicati al Novecento italiano, alle questioni della Resistenza, della Repubblica di Salò e alla complicata eredità del secondo dopoguerra, compie con Il pendio dei noci un passo nuovo e significativo nella propria carriera. Da saggista autorevole si trasforma in narratore, dando vita a un romanzo che, pur muovendosi con grazia nell’alveo del romanzo storico, non rinuncia ad una cifra stilistica e tematica molto personale.

 

La serata di presentazione, moderata Giovanni Firera, Presidente della Associazione Culturale Vitaliano Brancati e accompagnata da interventi di Valentino Castellani, ex sindaco di Torino, e Miriam Massone, giornalista de La Stampa, con letture di Elisabetta Boschiggia, ha offerto spunti e riflessioni sulla genesi del libro, le sue fonti e il metodo di lavoro che Oliva ha adottato per passare dalla ricerca documentaria alla narrazione.

In primo luogo, l’autore ha sottolineato come il percorso di scrittura del romanzo sia stato segnato da un profondo lavoro di documentazione. Nonostante la differenza di impostazione rispetto ai testi accademici, Oliva ha mantenuto invariato il rigore storiografico che lo contraddistingue, verificando date, eventi, fonti e testimonianze. La sfida è stata trasporre questa ricchezza di dati in un racconto avvincente, popolato di personaggi credibili, capaci di incarnare, con le loro vite, i grandi temi della storia.

Il pendio dei noci è ambientato in un periodo cruciale del passato italiano, in cui la transizione tra il mondo contadino e le spinte della modernità si fa sentire con forza. Senza rivelare troppo dell’intreccio – aspetto a cui l’autore ha fatto attenzione durante la presentazione, così da non privare i lettori del piacere della scoperta – si può anticipare che la vicenda ruota attorno ad alcune famiglie contadine, legate a una terra e a tradizioni secolari, le cui esistenze vengono messe alla prova dalle trasformazioni politiche e sociali del XX secolo. La tensione narrativa nasce proprio dal contrasto tra ciò che è antico e radicato, e ciò che irrompe come nuovo, portando tensioni, speranze, inganni e passioni inaspettate.

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Oliva ha sottolineato che la scelta del romanzo come forma espressiva deriva dal desiderio di dare un volto e una voce alle persone comuni che, nei libri di storia, spesso compaiono come numeri, categorie o masse indistinte. Attraverso la finzione narrativa, l’autore ha potuto creare un microcosmo, un villaggio ideale, un “pendio dei noci” che diviene un simbolo universale di cambiamento, resilienza e memoria. L’obiettivo è quello di dimostrare che la grande Storia non è fatta solo di battaglie, trattati e leader politici, ma anche e soprattutto di vite ordinarie, intrecci di relazioni umane, piccoli gesti quotidiani che nel loro insieme danno forma al passato di un paese.

Durante la serata al Circolo dei Lettori, il pubblico ha potuto interagire con Oliva, formulando domande sulla costruzione del personaggio, sulle fonti utilizzate e sulle scelte narrative. Dal canto suo, lo scrittore si è mostrato disponibile a fornire spiegazioni, ad approfondire temi e persino a dare qualche anticipazione sulle possibili direzioni future della sua produzione letteraria. Non ha nascosto, infatti, il desiderio di proseguire su questa strada, alternando alla saggistica nuovi progetti romanzeschi per esplorare altre epoche, altri scenari e altri personaggi, mantenendo però sempre saldo il rapporto con la dimensione storica.

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