Rispondere e questa domanda è molto più difficile di quel che si creda, e ha a che fare un con paradosso: il paradosso di Olbers.
Guardando il cielo notturno, ci si potrebbe chiedere perché lo spazio appare nero, nonostante la presenza di innumerevoli stelle. Questa domanda ha affascinato gli scienziati per secoli e trova una spiegazione intrigante nel Paradosso di Olbers.
Il Paradosso di Olbers
Il Paradosso di Olbers prende il nome dall’astronomo tedesco Heinrich Wilhelm Olbers, che nel 1823 formulò la domanda: “Se l’universo è infinito, statico e uniforme, popolato da un numero infinito di stelle, perché il cielo notturno è nero anziché luminoso?”
Secondo il paradosso, in un universo statico e infinito, ogni linea di vista dovrebbe finire su una stella. Di conseguenza, il cielo notturno dovrebbe essere completamente illuminato e non scuro. Questo paradosso ha stimolato numerose teorie e spiegazioni nel corso degli anni.
La soluzione del paradosso
La soluzione al Paradosso di Olbers è multifattoriale e richiede una comprensione moderna della cosmologia. Ecco i principali fattori che spiegano perché lo spazio appare nero:
1. L’espansione dell’Universo
Una delle principali spiegazioni è che l’universo non è statico, ma in continua espansione. Questo fu scoperto negli anni ’20 da Edwin Hubble. L’espansione dell’universo allontana le stelle e le galassie l’una dall’altra, causando il fenomeno del redshift: la luce emessa da oggetti lontani viene allungata verso lunghezze d’onda più lunghe (verso il rosso dello spettro). Questo allungamento riduce l’intensità della luce visibile, contribuendo a un cielo notturno più scuro.
2. L’età finita dell’Universo
L’universo ha un’età finita di circa 13,8 miliardi di anni. Ciò significa che possiamo vedere solo le stelle e le galassie la cui luce ha avuto il tempo di raggiungerci dall’inizio del tempo. Le stelle al di fuori di questa “sfera di visibilità” non contribuiscono alla luminosità del cielo notturno, poiché la loro luce non è ancora arrivata fino a noi.
3. L’assorbimento della luce
Un altro fattore è l’assorbimento della luce da parte della materia interstellare e intergalattica. La polvere e i gas nello spazio possono assorbire e disperdere la luce delle stelle, riducendo ulteriormente la luminosità del cielo notturno.
4. La distribuzione delle stelle
Le stelle non sono distribuite uniformemente nello spazio. La maggior parte delle stelle è concentrata in galassie e ammassi galattici. Questa distribuzione non uniforme significa che ci sono ampie regioni di spazio vuoto dove non ci sono stelle visibili, contribuendo alla percezione di un cielo scuro.
Implicazioni cosmologiche
Il Paradosso di Olbers e la sua soluzione hanno profonde implicazioni per la nostra comprensione dell’universo. La spiegazione del paradosso ha contribuito a confermare il modello del Big Bang e l’idea di un universo in espansione. Inoltre, ha rafforzato l’importanza della radiazione cosmica di fondo a microonde (CMB), che è una sorta di “eco” del Big Bang e fornisce ulteriori prove dell’espansione dell’universo.
Radiazione cosmica di fondo
La radiazione cosmica di fondo è un altro elemento chiave nella spiegazione del cielo notturno nero. Questa radiazione è la luce residua del Big Bang, che permea tutto l’universo. Sebbene sia onnipresente, la sua lunghezza d’onda è principalmente nell’intervallo delle microonde, che non è visibile all’occhio umano. Pertanto, non contribuisce alla luminosità del cielo notturno visibile.
Il Paradosso di Olbers solleva una domanda apparentemente semplice ma profondamente complessa che ha portato a una comprensione più approfondita della natura dell’universo. La combinazione dell’espansione dell’universo, dell’età finita dell’universo, dell’assorbimento della luce e della distribuzione non uniforme delle stelle spiega perché lo spazio appare nero. Questa spiegazione non solo risolve un antico paradosso, ma ci fornisce anche una finestra sulle profonde leggi cosmologiche che governano il nostro universo.