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Perché Trump e Musk vogliono far uscire gli USA da NATO e ONU

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Negli ultimi giorni, Elon Musk ha fatto parlare di sé non solo per le sue imprese tecnologiche, ma per una dichiarazione che scuote i pilastri della cooperazione internazionale: il magnate ha espresso il suo sostegno all’idea che gli Stati Uniti debbano abbandonare sia la NATO che l’ONU. Questa posizione, emersa attraverso post su X il 2 marzo 2025, ha scatenato un acceso dibattito. Musk ha scritto: “Gli USA devono ritirarsi dall’ONU e dalla NATO”, riprendendo un tema che aveva già sfiorato in passato, quando si era chiesto perché la NATO continuasse a esistere dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia, suo storico antagonista. Ma cosa significherebbe davvero un’uscita degli Stati Uniti da queste organizzazioni per la stabilità globale? E quali potrebbero essere le conseguenze per l’Europa, l’Ucraina e l’Italia in particolare? Proviamo a tracciare uno scenario plausibile, supportato da analisi geopolitiche e dati storici.

Musk: Una Visione controversa

La posizione di Musk non è isolata, ma si inserisce in un filone di pensiero che negli Stati Uniti guadagna terreno, specialmente tra alcune correnti politiche vicine all’amministrazione Trump. In un’intervista ripresa da Bloomberg il 13 febbraio 2025, Donald Trump ha dichiarato di voler discutere con Russia e Cina per “dimezzare il budget militare”, un segnale che potrebbe preludere a un disimpegno da alleanze come la NATO, percepite come onerose. Musk, co-responsabile del Department of Government Efficiency (DOGE) nella nuova amministrazione, sembra spingere in questa direzione, privilegiando una visione pragmatica e isolazionista rispetto agli impegni internazionali. Secondo quanto riportato da Open l’8 febbraio 2025, Musk avrebbe già influenzato decisioni come lo smantellamento dell’UsAid, l’agenzia per gli aiuti umanitari, dimostrando un approccio deciso contro la cooperazione globale tradizionale.
Critici come il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares, citato da RaiNews il 15 febbraio 2025, hanno definito simili mosse “irresponsabili”, sottolineando che “una guerra ingiusta non può terminare con una pace ingiusta”. La tesi è che abbandonare organismi come la NATO e l’ONU minerebbe decenni di stabilità costruiti su dialogo e deterrenza, favorendo invece un mondo frammentato dove potenze come Russia e Cina potrebbero imporre la loro influenza senza contrappesi.

Uno Scenario Geopolitico: Il Collasso della NATO

Immaginiamo che gli Stati Uniti escano dalla NATO. L’Alleanza Atlantica, nata il 4 aprile 1949, ha garantito per oltre settant’anni la sicurezza dell’Europa occidentale contro la minaccia sovietica prima e russa poi. Secondo dati dell’ISPI (La NATO che cambia: 7 punti critici, 2017), gli USA contribuiscono con circa il 70% del bilancio militare della NATO, rendendola di fatto il pilastro dell’organizzazione. Senza questo sostegno, la NATO rischierebbe di perdere efficacia e coesione. L’Europa, già divisa su questioni come la spesa militare (solo il 2% del PIL per molti membri, contro il 5% chiesto da Trump), potrebbe non riuscire a colmare il vuoto.
In Italia, la situazione sarebbe particolarmente critica. Il Paese, come sottolineato dal Ministero degli Affari Esteri (L’Italia a sostegno dell’Ucraina, 2025), ha investito molto nel supporto all’Ucraina, ma la sua posizione geopolitica – al centro del Mediterraneo e vicina ai Balcani – lo rende vulnerabile a un’Europa senza scudo NATO. L’Italia potrebbe scegliere di non allinearsi a un’Europa militarmente frammentata, magari cercando accordi bilaterali con potenze extraeuropee, un’ipotesi che destabilizzerebbe ulteriormente il continente.

Il Crollo dell’Ucraina e lo Sfondamento Russo

Il ritiro USA dalla NATO avrebbe un impatto immediato sull’Ucraina. Dal 2014, gli Stati Uniti hanno fornito oltre 2,7 miliardi di dollari in aiuti militari a Kiev (ISPI, Speciale Russia-Ucraina: 10 mappe, 2025), un sostegno cruciale contro l’aggressione russa. Senza questa protezione, l’Ucraina potrebbe crollare rapidamente. Il piano di Trump per la pace, leakato da Il Giornale d’Italia l’8 novembre 2024, prevedeva già un congelamento del conflitto con concessioni territoriali alla Russia (Crimea e Donbass) e un veto ventennale all’ingresso di Kiev nella NATO. Con un’uscita totale degli USA, Mosca potrebbe sfruttare il momento per sfondare le linee ucraine, come anticipato dal Cremlino il 20 febbraio 2025, quando ha definito “inaccettabile” ogni tentativo di resistenza occidentale (RaiNews).

La Spartizione delle Risorse Europee

In questo scenario, emerge un risiko geopolitico inquietante. Senza la NATO, l’Europa perderebbe la capacità di deterrenza contro Russia e Cina. Putin, forte di una vittoria in Ucraina, potrebbe spingersi verso i Baltici o il Mar Nero, mentre la Cina, come suggerito dal Wall Street Journal (13 febbraio 2025), cercherebbe di consolidare il suo ruolo di “pacificatore” in cambio di accesso privilegiato alle risorse europee. Gli Stati Uniti, guidati da una logica isolazionista e da accordi bilaterali con Mosca e Pechino (ipotizzati da Trump in ANSA, 13 febbraio 2025), potrebbero accettare una nuova pace globale basata sulla spartizione delle sfere d’influenza.
Per l’Italia, ciò significherebbe un declino irreversibile: le sue risorse energetiche, la posizione strategica e il patrimonio industriale diventerebbero moneta di scambio in un tavolo dominato da potenze esterne. L’Europa, priva di un’identità militare comune, si troverebbe a cedere sovranità in cambio di stabilità, un’eco delle parole di Xi Jinping: “L’Est sta crescendo e l’Ovest sta declinando” (ISPI, Un nuovo ordine, 2025).

Una Visione Miope o un Nuovo Ordine Mondiale?

La proposta di Musk può essere vista come miope, un privilegiare interessi personali (ridurre i costi pubblici per finanziare progetti come SpaceX) o ideologie libertarie rispetto alla sicurezza globale. Tuttavia, alcuni sostenitori, come quelli emersi su X il 2 marzo 2025, la considerano una rottura necessaria con un sistema “obsoleto”. La realtà è che un ritiro USA da NATO e ONU non garantirebbe pace, ma rischierebbe di inaugurare un’era di instabilità, dove l’Europa – e l’Italia in primis – pagherebbero il prezzo più alto.

La visione di Musk dunque potrebbe essere il primo passo verso un mondo multipolare non cooperativo, ma conflittuale. La storia ci insegna che la stabilità globale non è un dono, ma un fragile equilibrio costruito con fatica. Dismantelarlo senza un’alternativa concreta potrebbe consegnarci a un futuro di divisioni e sottomissioni, dove la pace è solo un’illusione temporanea.

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