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Il profilo degli elettori di Trump: uomini bianchi di mezza età

Un recente studio, pubblicato da un ex dipendente di FiveThirtyEight, getta luce sull’apprezzamento medio degli americani nei confronti delle prime settimane del secondo mandato di Donald Trump. I dati, raccolti per un articolo che non vedrà mai la luce a causa della chiusura della nota testata statistica, delineano un quadro chiaro: il profilo dell’elettore che approva l’operato del presidente è un uomo bianco di mezza età con un basso titolo di studio. Al contrario, gli afroamericani si confermano il gruppo più scettico nei confronti di Trump.

I numeri dell’approvazione

I dati, presentati in un’infografica di YouTrend, mostrano la differenza tra il tasso di approvazione e quello di disapprovazione di Trump tra vari segmenti demografici. Tra i bianchi non laureati, il gradimento netto è di +24, il valore più alto tra i gruppi analizzati. Gli uomini, in generale, mostrano un apprezzamento netto di +16, mentre le donne si attestano a -8, evidenziando un significativo divario di genere.
 Per quanto riguarda l’età, i più favorevoli sono gli americani tra i 45 e i 64 anni, con un gradimento netto di +9, seguiti da un modesto +1 per le fasce 18-29 anni e 30-44 anni. Gli over 65, invece, si mostrano neutrali, con un valore di 0. Dal punto di vista etnico, i latinos registrano un -6, mentre gli afroamericani esprimono il dissenso più marcato, con un gradimento netto di -30. Questo dato non sorprende, considerando le tensioni storiche tra Trump e la comunità afroamericana, spesso alimentate da dichiarazioni controverse e politiche percepite come divisive.

Un Profilo Preciso

L’analisi dei dati conferma un trend già emerso durante il primo mandato di Trump: il suo zoccolo duro di sostenitori è composto principalmente da uomini bianchi di mezza età, spesso privi di un’istruzione superiore. Questo segmento demografico, che rappresenta una fetta significativa dell’elettorato rurale e operaio, ha trovato in Trump una voce che parla direttamente alle loro preoccupazioni, come la perdita di posti di lavoro, l’immigrazione e il declino percepito dei valori tradizionali americani. Dall’altro lato, il forte scetticismo degli afroamericani riflette una sfiducia radicata. Durante il suo primo mandato, Trump è stato spesso criticato per la gestione di temi legati alla giustizia razziale, come la risposta alle proteste di Black Lives Matter e le sue posizioni su questioni come la riforma della polizia. Le prime settimane del secondo mandato non sembrano aver invertito questa tendenza, con politiche e retorica che continuano a polarizzare l’elettorato.

Un divario che persiste

Il divario tra i gruppi demografici evidenziato dai dati non è una novità, ma sottolinea quanto Trump rimanga una figura profondamente divisiva. La sua capacità di mobilitare un elettorato specifico – uomini bianchi, di mezza età, con un basso livello di istruzione – è stata una chiave del suo successo politico, ma al contempo ha alimentato una distanza significativa con altre fasce della popolazione, in particolare le minoranze etniche e le donne. L’analisi, pur non essendo stata pubblicata ufficialmente a causa della chiusura di FiveThirtyEight, offre uno spunto di riflessione importante sul panorama politico americano. Con il secondo mandato di Trump appena iniziato, questi dati suggeriscono che le divisioni demografiche e culturali che hanno caratterizzato la sua presidenza non accennano a ridursi. Resta da vedere se il presidente riuscirà a colmare questo gap o se, come in passato, continuerà a puntare sul suo elettorato di riferimento per consolidare il suo potere.