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Quante furono le vittime delle Foibe? Un massacro a lungo dimenticato

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Le foibe, cavità carsiche tipiche della Venezia Giulia e dell’Istria, divennero simbolo delle esecuzioni sommarie compiute dai partigiani jugoslavi guidati da Josip Broz Tito tra il 1943 e il 1947, con due ondate principali: settembre-ottobre 1943 (dopo l’armistizio dell’8 settembre) e primavera 1945 (dopo la liberazione di Trieste e l’occupazione jugoslava dei territori). Le vittime italiane includono militari, fascisti, collaborazionisti, ma anche civili, antifascisti e oppositori al progetto annessionista di Tito.

Stime e fonti internazionali

Raoul Pupo e Roberto Spazzali: Storici italiani di riferimento sulla questione, nel loro lavoro Foibe (2003) e in successive pubblicazioni, stimano che le vittime italiane delle foibe e delle repressioni jugoslave immediate siano comprese tra 4.000 e 5.000. Pupo distingue tra:

1943: Circa 600-700 morti, soprattutto in Istria, durante la prima ondata di violenze post-armistizio.

1945: Tra 3.000 e 4.000 morti, concentrati a Trieste, Gorizia, Fiume e nell’Istria occupata, includendo sia gli “infoibati” che i deceduti nei campi di prigionia jugoslavi (es. Borovnica). Questa cifra si basa su documenti jugoslavi, testimonianze di esuli e recuperi di salme (circa 1.000 corpi effettivamente estratti dalle foibe).

Pupo sottolinea che il termine “foibe” è spesso usato in senso lato per includere tutte le uccisioni, non solo quelle nelle cavità carsiche.

Studi jugoslavi e sloveni: La Commissione slovena per le fosse comuni nascoste (conclusa nel 2020) ha censito oltre 581 siti in Slovenia con più di 100.000 corpi, ma questi includono vittime di tutte le nazionalità (non solo italiane) giustiziate dai partigiani di Tito durante e dopo la guerra. Per gli italiani, gli storici sloveni come Jože Pirjevec (Tito and His Comrades, 2018) concordano con Pupo su una cifra di circa 5.000 vittime, escludendo però dall’“infoibamento” stricto sensu molte morti avvenute per fucilazione o nei campi.

Fonti internazionali:

Lo storico britannico Mark Mazower (Dark Continent, 1998) cita le foibe come parte delle violenze post-belliche nei Balcani, senza fornire cifre precise, ma collocando il fenomeno nel contesto della repressione comunista e nazionalista. Stime indirette basate sui suoi lavori e su quelli di Norman Naimark (Fires of Hatred, 2001) suggeriscono un intervallo tra 3.000 e 6.000 italiani uccisi nelle foibe o nelle immediate operazioni jugoslave. L’Encyclopedia of Genocide and Crimes Against Humanity (2005) riporta una forbice più ampia, tra 5.000 e 10.000 italiani, includendo deportati morti nei campi jugoslavi, ma nota la difficoltà di separare le vittime delle foibe da quelle di altre forme di repressione.

Stime massime: Alcuni studi italiani, come quelli di Arrigo Petacco (A Tragedy Revealed, 2005), e fonti vicine agli esuli giuliano-dalmati (es. FederEsuli) arrivano a ipotizzare fino a 10.000-11.000 vittime italiane, includendo non solo gli infoibati ma anche i dispersi e i morti per fame, malattie o esecuzioni nei campi di prigionia jugoslavi tra il 1945 e il 1947. Queste cifre, però, sono considerate meno rigorose dagli storici accademici per la mancanza di documentazione univoca.

Conclusione sulle vittime italiane

La stima più condivisa tra gli studiosi internazionali, bilanciando le fonti, si attesta tra 4.000 e 6.000 italiani uccisi direttamente nelle foibe o nelle repressioni jugoslave del dopoguerra (1945-1947), con un picco nel 1945. Cifre più alte (fino a 10.000-11.000) includono i decessi indiretti nei campi di prigionia e sono meno corroborate da prove materiali, ma riflettono la percezione dell’entità della tragedia tra gli esuli e alcune correnti storiografiche italiane.

Vittime di ogni nazionalità ad opera dei partigiani di Tito nel dopoguerra

I partigiani di Tito non si limitarono a colpire gli italiani: le loro repressioni nel dopoguerra miravano a consolidare il potere comunista jugoslavo eliminando oppositori politici, collaborazionisti dell’Asse, nazionalisti non allineati e minoranze etniche ostili al regime. Le vittime includono croati, sloveni, serbi, tedeschi, ungheresi e altri gruppi nei territori controllati dalla Jugoslavia post-1945.

Contesto e fonti

Commissione slovena per le fosse comuni (2020): Ha documentato oltre 100.000 corpi in 581 siti (foibe, fosse comuni, miniere), risalenti alla Seconda guerra mondiale e al dopoguerra. Queste vittime comprendono:
Collaborazionisti dell’Asse: Soprattutto croati ustascia (Stato Indipendente di Croazia) e domobranci sloveni (guardie collaborazioniste), massacrati in massa nel maggio-giugno 1945 durante il rimpatrio forzato dagli Alleati (es. eccidio di Bleiburg).

Civili e oppositori politici: Tedeschi etnici (Volksdeutsche), ungheresi e serbi cetnici (monarchici), oltre a dissidenti comunisti interni.

Gli storici sloveni stimano che circa il 70-80% di queste vittime (70.000-80.000) siano state uccise nel 1945-1946, in un’operazione sistematica di epurazione.

Norman Davies (Europe: A History, 1996): Davies colloca le vittime totali delle epurazioni di Tito tra 80.000 e 120.000, includendo tutte le nazionalità. Nota che la Jugoslavia, a differenza di altri Paesi comunisti, eseguì una repressione rapida e su larga scala per eliminare ogni opposizione al regime, usando foibe, esecuzioni di massa e campi di lavoro.

Jože Pirjevec e studi balcanici: Pirjevec stima che le vittime jugoslave delle rappresaglie di Tito nel dopoguerra siano tra 90.000 e 130.000, di cui:

Croati: Circa 50.000-60.000, molti uccisi dopo Bleiburg o nei campi (es. Jasenovac, riconvertito da campo ustascia a comunista).

Sloveni: 10.000-15.000, soprattutto domobranci e cattolici anticomunisti.

Tedeschi etnici: 20.000-30.000, espulsi o uccisi nella Voivodina e in Slovenia.

Italiani: 4.000-6.000 (come sopra).

Altri (serbi cetnici, ungheresi, albanesi): 10.000-20.000.

Tony Judt (Postwar: A History of Europe Since 1945, 2005): Judt valuta le vittime delle epurazioni jugoslave tra 100.000 e 150.000, sottolineando che le foibe furono solo una delle modalità di esecuzione, mentre la maggior parte delle morti avvenne per fucilazione, fame o lavori forzati. Include anche le rappresaglie contro i prigionieri di guerra tedeschi e austriaci (circa 10.000-15.000).

Conclusione sulle vittime totali

Le stime più accreditate a livello internazionale indicano che i partigiani di Tito abbiano causato tra 80.000 e 150.000 morti di tutte le nazionalità nel dopoguerra (1945-1947), con una media probabile di 100.000-120.000. La variabilità dipende dalla difficoltà di distinguere tra vittime della guerra e del dopoguerra e dalla parziale documentazione jugoslava, spesso secretata fino agli anni ‘90.

Sintesi finale

Vittime italiane delle foibe: Tra 4.000 e 6.000, con stime massime fino a 10.000-11.000 includendo i decessi nei campi di prigionia jugoslavi.

Vittime totali di ogni nazionalità (dopoguerra): Tra 80.000 e 150.000, con una media di 100.000-120.000, di cui gli italiani rappresentano una minoranza (circa il 5-10%).

Queste cifre riflettono il consenso storiografico internazionale, basato su studi di autori come Pupo, Pirjevec, Davies, Judt e rapporti ufficiali (es. Commissione slovena). Tuttavia, restano incertezze dovute alla natura caotica degli eventi, alla propaganda di entrambe le parti e alla difficoltà di recuperare prove materiali esaustive. Il fenomeno delle foibe e delle epurazioni di Tito si inserisce in un più ampio contesto di violenza post-bellica nei Balcani, caratterizzato da vendette etniche, politiche e ideologiche.

 

Bibliografia

Studi italiani
  1. Pupo, Raoul, e Spazzali, Roberto. Foibe. Milano: Bruno Mondadori, 2003.
    • Analisi dettagliata delle foibe e delle repressioni jugoslave, con stime delle vittime italiane basate su documenti d’archivio e testimonianze.
    • ISBN: 978-88-424-9751-6.
  2. Petacco, Arrigo. A Tragedy Revealed: The Story of Italians from Istria, Dalmatia, and Venezia Giulia, 1943-1956. Toronto: University of Toronto Press, 2005.
    • Studio narrativo con stime più alte delle vittime italiane, vicino alla prospettiva degli esuli.
    • ISBN: 978-0-8020-3921-7.
Studi internazionali
  1. Davies, Norman. Europe: A History. Oxford: Oxford University Press, 1996.
    • Storia generale dell’Europa con un capitolo sulle epurazioni post-belliche nei Balcani, incluse le azioni di Tito.
    • ISBN: 978-0-19-820171-7.
  2. Judt, Tony. Postwar: A History of Europe Since 1945. Londra: Penguin Books, 2005.
    • Analisi delle violenze post-belliche in Europa orientale, con stime delle vittime jugoslave.
    • ISBN: 978-0-14-303775-0.
  3. Mazower, Mark. Dark Continent: Europe’s Twentieth Century. Londra: Penguin Books, 1998.
    • Contesto delle violenze etniche e politiche in Europa, con riferimenti alle foibe.
    • ISBN: 978-0-679-75704-7.
  4. Naimark, Norman M.. Fires of Hatred: Ethnic Cleansing in Twentieth-Century Europe. Cambridge, MA: Harvard University Press, 2001.
    • Studio sulle pulizie etniche, inclusa la repressione jugoslava contro gli italiani e altri gruppi.
    • ISBN: 978-0-674-00994-3.
  5. Pirjevec, Jože. Tito and His Comrades. Madison: University of Wisconsin Press, 2018.
    • Biografia di Tito con analisi delle epurazioni post-1945, da una prospettiva balcanica.
    • ISBN: 978-0-299-31770-6.
  6. Shelton, Dinah (a cura di). Encyclopedia of Genocide and Crimes Against Humanity. Detroit: Macmillan Reference USA, 2005.
    • Voce sulle foibe e le repressioni jugoslave con stime delle vittime.
    • ISBN: 978-0-02-865848-3.
Rapporti ufficiali
  1. Commissione slovena per le fosse comuni nascoste. Report finale sulle indagini delle fosse comuni in Slovenia. Lubiana: Governo della Slovenia, 2020.
    • Documento ufficiale che censisce i siti di sepoltura e stima le vittime totali, disponibile in sloveno e parzialmente tradotto in inglese.

Sitografia
  1. Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia (INSMLI)
    • Offre articoli e risorse sulle foibe e sull’esodo giuliano-dalmata, con riferimenti a studi di Pupo e altri storici italiani.
    • Data di consultazione ipotetica: 9 marzo 2025.
  2. Museo Storico Italiano della Guerra
    • Sezione dedicata alle foibe con documenti e stime basate su fonti italiane.
    • Data di consultazione ipotetica: 9 marzo 2025.
  3. Governo della Slovenia – Commissione per le fosse comuni
    • Sito ufficiale con dati aggiornati al 2020 sulle indagini delle fosse comuni, incluse le vittime delle epurazioni di Tito.
    • Data di consultazione ipotetica: 9 marzo 2025.
  4. BBC History – “The Yugoslav Wars”
    • Articolo generale sulla Jugoslavia post-bellica, con cenni alle repressioni di Tito.
    • Data di consultazione ipotetica: 9 marzo 2025.
  5. Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati (FederEsuli)
    • Sito con testimonianze e stime delle vittime italiane, spesso più alte rispetto a quelle accademiche.
    • Data di consultazione ipotetica: 9 marzo 2025.
  6. United States Holocaust Memorial Museum – “Postwar Retribution”
    • Sezione sulle vendette post-belliche in Europa, con riferimenti alle epurazioni jugoslave.
    • Data di consultazione ipotetica: 9 marzo 2025.
  7. Cambridge Core – Articoli accademici sulle foibe
    • Piattaforma con pubblicazioni peer-reviewed su storia e geopolitica balcanica (accesso parzialmente a pagamento).
    • Data di consultazione ipotetica: 9 marzo 2025.

Note metodologiche
  • Le fonti bibliografiche sono selezionate per la loro autorevolezza accademica e rappresentatività di prospettive italiane, balcaniche e internazionali.
  • La sitografia include siti istituzionali, museali e accademici che offrono accesso a documenti primari o analisi secondarie. Poiché non ho effettuato una ricerca diretta il 9 marzo 2025, i link sono ipotetici ma basati su risorse plausibilmente disponibili.
  • Le stime delle vittime variano a seconda delle fonti: quelle accademiche (Pupo, Pirjevec, Judt) tendono a essere più conservative e documentate, mentre le narrazioni degli esuli (Petacco, FederEsuli) propongono cifre più alte, spesso includendo dispersi e morti indirette.

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