La schizofrenia è una grave malattia mentale che, quando compare, interferisce visibilmente e pesantemente con la capacità di un individuo di pensare lucidamente, gestire le proprie emozioni, prendere decisioni più o meno importanti e relazionarsi con gli altri.
Si tratta di una malattia cronica, invalidante e piuttosto grave che colpisce, appunto, il cervello. Solitamente, la schizofrenia è un disturbo che compare nei soggetti adulti. In realtà, però, sempre più frequenti sono i pazienti infantili affetti da tale disturbo.
Quando si è dinanzi a disturbi di tale importanza e delicatezza, è opportuno sapere come riconoscere uno schizofrenico e come interagire e rapportarsi al fine di evitare incomprensioni che potrebbero, con molte probabilità, favorire l’aggravarsi e il complicarsi di una situazione già di per sé estremamente delicata.
Quando si tratta di salute e disturbi legati a tale ambito, la soluzione è affidarsi ad uno specialista in grado di riconoscere la patologia, diagnosticarla ed indicare eventuali terapie da seguire. Il fai da te non è mai la strada giusta da percorrere, soprattutto quando ci si trova dinanzi a patologie e disturbi di tale entità.
Come riconoscere uno schizofrenico?
La schizofrenia può essere diagnosticata tenendo in considerazione e valutando attentamente la correlazione tra i sintomi, i più comuni sono i deliri, le allucinazioni, la difficoltà nel linguaggio, la difficoltà nell’organizzazione di un pensiero, e cause, ossia l’interazione ed il ruolo svolto da diversi fattori che possono essere genetici o ambientali.
Inizialmente, si può riconoscere una persona affetta da schizofrenia prestando attenzione ai comportamenti. Naturalmente, una prima analisi ed osservazione non sostituisce il consulto ed il parere di un esperto.
Di seguito, qualche comportamento che potrebbe rivelarsi essere un campanello d’allarme.
- Rifiuto dei contatti sociali e preferisce l’isolamento;
- Mancanza di interesse per qualsiasi attività. Disinteresse a 360° per qualsiasi cosa;
- Continuo mal di testa e senso di stanchezza che manifesta tramite lamentele e fastidi;
- Espressione, spesso disorganizzata, di pensieri ed idee fuori dalla norma e, per certi versi, anche spaventose;
- Totale assenza di rispetto verso i propri doveri. Il soggetto risulta essere lontano dalla realtà, completamente alienato;
- Trascuratezza dell’igiene personale. Il soggetto affetto da schizofrenia mostra totale disinteresse e noncuranza per la propria persona;
- Manifestazioni ed episodi chiari di delirio ed allucinazioni;
- Appiattimento dei rapporti familiari ed interpersonali. Il soggetto non manifesta più alcuna emozione nei confronti dell’altro;
- Incapacità di portare a termine il proprio lavoro;
- Ritmi alimentari irregolari;
- Linguaggio incoerente, disorganizzato e poco comprensibile;
- Pensiero illogico;
- Stato di agitazione;
- Facile irritabilità.
Come interagire con un soggetto affetto da schizofrenia?
Rivolgersi ad uno specialista, oltre ad essere un consiglio, è un dovere per il bene del paziente e di quanti lo circondano. La schizofrenia è una malattia mentale che può aggravarsi molto velocemente, compromettendo ulteriormente e notevolmente il quadro clinico del soggetto interessato.
Pertanto, è bene confrontarsi con un esperto per comprendere la terapia da seguire e, anche, per ricevere il supporto necessario per vivere degnamente la quotidianità al fianco di una persona schizofrenica.
Per poter interagire correttamente con una persona affetta da tale disturbo è consigliato seguire alcune indicazioni:
- Parlare lentamente, con un tono di voce calmo e pacato;
- Essere pazienti ed evitare di caricarsi di stress ed ansia in quanto tali messaggi sarebbero ricevuti dall’interlocutore compromettendo la buona riuscita del percorso comunicativo;
- Non escludere il soggetto affetto da schizofrenia dalla conversazione;
- Evitare di porre domande al fine di chiarire eventuali momenti deliranti;
- Non sottolineare l’incoerenza del linguaggio e, ovviamente, non deridere il soggetto;
- Non avere paura. Seppur inconsciamente, il corpo ed il tono di voce potrebbero inviare questi segnali all’interlocutore compromettendo l’equilibrio e la relazione che si è creata tra gli interlocutori.