Oggi, nel mondo, una donna su tre è vittima di abusi e quotidianamente oltre cento donne sono assassinate da uomini che dichiarano di amarle.
Occorre intervenire prima che questo tsunami di violenza destabilizzi, con conseguenze fisiche e psicologiche, anche le prossime generazioni, perché la violenza si ripercuote su tutta la famiglia e su intere comunità, e Rula Jebreal lo sa bene. Dopo lunghi anni, soffocata dal silenzio, in queste pagine ha voluto restituire voce alla storia di sua madre Nadia, vittima della brutalità degli uomini, e a molte storie e testimonianze di altre donne coraggiose, sopravvissute, pronte a rialzarsi, donne che non hanno paura di combattere.
Le unisce il perpetuarsi di un’ingiustizia che si compie dalla notte dei tempi e che, ancora oggi, non accenna a placarsi. “Noi donne siamo il filo intessuto nella trama che impedisce al disegno di disfarsi. Agire per il benessere delle donne significa agire per il benessere della comunità e della società intera. Donne e uomini, insieme dobbiamo assumerci la responsabilità di un ruolo in questa lotta, se vogliamo costruire un futuro degno delle speranze delle nostre figlie e dei nostri figli”.
L’autrice.
Rula Jebreal, giornalista pluripremiata, scrittrice e docente universitaria, vive da anni a New York e collabora con testate internazionali quali il New York Times, il Washington Post, Newsweek e con reti televisive, quali Americans MSNBC.Dopo aver perso la madre all’età di cinque anni, Rula ha frequentato il collegio Dar Al-Tifel a Gerusalemme, fondato e diretto dall’attivista per i diritti delle donne Hind al-Husseini, alternando lo studio con il volontariato nei campi profughi. Da questa esperienza è nato Miral, il suo primo romanzo, poi tradotto in otto lingue. Da sempre attiva in favore dei diritti umani, nel 2019 è stata designata dal presidente Emmanuel Macron come consigliera per la parità di genere per il G7.