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Spazio: esplorazione o sfruttamento? Cos’hanno in mente Musk e Trump?

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Con la vittoria di Donald Trump alle presidenziali del 2024, la politica spaziale americana torna al centro del dibattito internazionale. La combinazione del ritorno di Trump alla Casa Bianca e il coinvolgimento attivo di Elon Musk, uno dei principali finanziatori della campagna e figura di spicco nel settore tecnologico, rappresenta un’accelerazione potenzialmente significativa nel campo dell’esplorazione spaziale. Tuttavia, al di là delle promesse di conquiste straordinarie come la colonizzazione di Marte o una stabile presenza umana sulla Luna, sorgono preoccupazioni legittime sulla sostenibilità di queste ambizioni, non solo per il pianeta, ma per l’intera umanità.

La Luna come trampolino di lancio

Durante il primo mandato di Trump, l’amministrazione aveva già posto solide basi per una nuova corsa alla Luna con il programma Artemis, progettato per stabilire una presenza umana permanente sul nostro satellite. Gli Artemis Accords, firmati da vari paesi, promuovevano la collaborazione internazionale e regolamentavano lo sfruttamento commerciale delle risorse lunari. Tuttavia, nonostante i progressi tecnologici, il programma ha subito ritardi significativi.

Con Trump nuovamente al comando e Musk come possibile collaboratore diretto, si prospetta una nuova accelerazione, supportata da un Congresso a maggioranza repubblicana. Ma a che costo? I finanziamenti alla NASA durante l’amministrazione Biden erano già inferiori rispetto alle richieste, e molte missioni scientifiche sono state sacrificate. Una politica spaziale concentrata esclusivamente sul profitto rischia di esacerbare le disuguaglianze globali, trasformando la Luna in un’area di competizione commerciale piuttosto che un simbolo di collaborazione internazionale.

Marte: il sogno (irrealistico?) di Elon Musk

Elon Musk ha ribadito più volte il suo desiderio di portare l’umanità su Marte. Secondo le sue previsioni, le prime missioni senza equipaggio potrebbero partire entro il 2026, seguite da voli abitati nel 2028. Tuttavia, gli esperti mettono in dubbio la fattibilità di questi obiettivi, considerando le sfide tecnologiche, economiche e biologiche che un viaggio su Marte comporta.

In un contesto dominato dall’urgenza di colonizzare nuovi mondi, la domanda centrale rimane: è etico concentrare enormi risorse su un pianeta lontano mentre la Terra affronta crisi sempre più gravi, come il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali? Musk vede Marte come una “valvola di sicurezza” per l’umanità, ma ciò potrebbe significare abbandonare la lotta per rendere la Terra un luogo sostenibile.

Spazio e militarizzazione

Uno degli aspetti più controversi del ritorno di Trump è la probabile intensificazione della militarizzazione dello spazio. La creazione della Space Force durante il suo primo mandato è stata seguita da investimenti significativi in tecnologie di difesa orbitale. Con Musk al fianco di Trump, SpaceX potrebbe diventare il principale fornitore di servizi per il Pentagono, accentuando il controllo privato sulle infrastrutture spaziali.

Questa tendenza preoccupa non solo gli alleati degli Stati Uniti, ma anche i rivali come la Cina e la Russia, alimentando una corsa agli armamenti spaziali. Invece di promuovere la cooperazione internazionale, l’amministrazione Trump sembra favorire una visione competitiva dello spazio, aumentando il rischio di conflitti oltre l’atmosfera.

Lo sfruttamento delle risorse extra-atmosferiche

Un altro punto critico è la volontà di Trump e Musk di sfruttare le risorse naturali dello spazio, dai minerali lunari agli asteroidi. Nel 2020, Trump firmò un ordine esecutivo che dichiarava che i corpi celesti non devono essere considerati “beni comuni globali”. Questa politica, sebbene inizialmente sviluppata sotto Obama, rischia di trasformare lo spazio in una terra di nessuno dominata da poche multinazionali.

Le implicazioni etiche e ambientali di tali decisioni sono enormi. Quali saranno le conseguenze dello sfruttamento intensivo delle risorse extra-atmosferiche sulla stabilità del sistema solare e, indirettamente, sulla Terra? Inoltre, la concentrazione del potere nelle mani di una sola azienda come SpaceX potrebbe creare un monopolio de facto sul futuro dell’esplorazione spaziale.

Preoccupazioni ambientali: una priorità dimenticata?

Forse l’aspetto più inquietante delle ambizioni di Trump e Musk è il loro disinteresse per la crisi climatica in atto. Durante il primo mandato di Trump, le agenzie ambientali come la EPA hanno subito tagli drastici, e il negazionismo climatico ha permeato l’intero governo. Le dichiarazioni di Trump sull’innalzamento del livello del mare – da lui descritto come un’opportunità per nuove proprietà con vista mare – mostrano una pericolosa mancanza di consapevolezza.

La stessa Musk, nonostante il suo impegno nella transizione verso l’energia elettrica con Tesla, sembra più interessato a colonizzare Marte che a trovare soluzioni pratiche per il cambiamento climatico sulla Terra. Investire miliardi nell’esplorazione spaziale senza affrontare le sfide immediate del nostro pianeta è una strategia miope e potenzialmente disastrosa.

La risposta dell’Europa e del mondo

In questo contesto, l’Europa deve decidere come reagire. Dovrebbe sviluppare una propria autonomia spaziale, come suggerito da leader come Macron e Draghi, o continuare a collaborare con gli Stati Uniti, rischiando di rimanere relegata a un ruolo secondario? Con programmi ambiziosi come ExoMars e il Lunar Gateway, l’Europa ha dimostrato di poter essere un partner strategico, ma l’incertezza sui fondi americani complica la situazione.

Nel frattempo, la competizione geopolitica si intensifica, con la Cina che rappresenta un rivale sempre più formidabile nello spazio. Il futuro delle collaborazioni internazionali, come quella per la Stazione Spaziale Internazionale, appare incerto, e la possibilità di una frammentazione delle alleanze spaziali è reale.

Un futuro incerto

Le ambizioni spaziali di Trump e Musk rappresentano un misto di opportunità e minacce. Da un lato, potrebbero spingere l’umanità verso nuove conquiste, accelerando il progresso tecnologico. Dall’altro, rischiano di creare un futuro dominato da pochi attori privati e governativi, con disuguaglianze sempre più marcate e un pianeta abbandonato alle sue crisi.

Di fronte a queste prospettive, è essenziale mantenere una visione critica e promuovere politiche che bilancino l’esplorazione spaziale con la responsabilità ambientale e sociale. Il futuro dello spazio non dovrebbe essere guidato esclusivamente dal profitto o dall’ambizione personale, ma dalla volontà collettiva di costruire un domani più giusto e sostenibile per tutti.

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