Economia News

Trump e la crisi delle uova negli Usa: perché è importante

Trump-Uova

Negli Stati Uniti, le uova non sono solo un alimento: sono un simbolo della quotidianità, un pilastro della dieta nazionale, con un consumo medio di circa 279 uova pro capite all’anno.

Oggi, nel marzo 2025, questo bene primario è al centro di una crisi che sta mettendo a dura prova la catena alimentare del Paese e, di riflesso, la stabilità politica ed economica dell’amministrazione Trump.

I prezzi sono schizzati alle stelle: una dozzina di uova costa tra 8 e 12 dollari nei supermercati, con picchi di 13 dollari in Stati come la California. Il Dipartimento di Giustizia ha aperto un’inchiesta per verificare se dietro questi rincari si celi una cospirazione tra i principali produttori.

Ma come si è arrivati a questo punto? E perché un problema apparentemente limitato a un singolo prodotto alimentare può avere ripercussioni così vaste?


Le Radici della Crisi: Influenza Aviaria e una Catena Fragile

Tutto ha inizio con un’epidemia di influenza aviaria H5N1, che dal 2022 ha devastato gli allevamenti avicoli americani.

Negli ultimi tre anni, oltre 166 milioni di volatili – tra galline ovaiole, polli e tacchini – sono stati colpiti, con abbattimenti di massa che hanno decimato la produzione. Solo tra dicembre 2024 e gennaio 2025, più di 40 milioni di capi sono stati eliminati, svuotando gli scaffali dei supermercati.

Le normative sanitarie impongono l’abbattimento di tutti gli animali presenti in un allevamento infetto, anche se solo uno è contagiato. Negli allevamenti intensivi, dove si concentrano milioni di galline, questo significa un crollo immediato dell’offerta.

Ma il problema non si esaurisce qui. Ripristinare la produzione richiede tempo:

  • Dopo la sanificazione degli impianti, servono mesi per allevare nuove galline fino all’età della deposizione.
  • Il processo può durare dai 9 mesi a oltre un anno, creando un vuoto prolungato nella disponibilità di uova.
  • A ciò si aggiungono i costi crescenti di mangimi, carburante e misure di biosicurezza, spinti dall’inflazione e dalla crisi della logistica.

Il risultato? Un aumento vertiginoso dei prezzi:

  • Nel 2019, una dozzina di uova costava 1,54 dollari.
  • Nel 2025, il prezzo medio ha raggiunto 7,86 dollari, con un incremento del 500% in sei anni.

Un Alimento, una Catena Alimentare a Rischio

La crisi delle uova dimostra quanto la dipendenza da un singolo alimento possa destabilizzare un intero sistema.

Negli USA, le uova non sono solo un ingrediente da colazione: sono essenziali per l’industria alimentare, dai prodotti da forno ai fast food.

  • Catene come Denny’s e Waffle House hanno introdotto sovrapprezzi sui piatti a base di uova.
  • I consumatori si trovano a razionare un bene dato per scontato.
  • Con l’avvicinarsi della Pasqua, periodo di picco per il consumo, gli analisti prevedono un ulteriore aumento dei prezzi, fino al 41% in più nel 2025.

Questa fragilità è strutturale.

  • Gli allevamenti intensivi, seppur efficienti in tempi normali, sono un tallone d’Achille: la concentrazione di milioni di animali in spazi ristretti facilita la diffusione del virus.
  • La dipendenza da pochi grandi produttori rende il sistema vulnerabile a interruzioni improvvise.
  • Se a questo si somma la speculazione – attualmente sotto inchiesta – un singolo prodotto può mettere a rischio un’intera filiera alimentare.

Trump e il Piano da un Miliardo: Promesse e Sfide

Donald Trump, tornato alla Casa Bianca nel 2025, si trova ad affrontare una crisi che aveva cavalcato in campagna elettorale, promettendo di abbassare i prezzi degli alimentari “dal primo giorno”.

Le uova, simbolo del malcontento economico sotto Biden, ora si rivelano un boomerang per la sua presidenza.

Di fronte a un aumento del 59% solo a febbraio 2025, l’amministrazione ha varato un piano da un miliardo di dollariper affrontare il problema:

  • 500 milioni per migliorare la sicurezza delle produzioni.
  • 400 milioni di aiuti agli agricoltori.
  • 100 milioni per sviluppare vaccini contro l’influenza aviaria.

Ma la strategia di Trump non si ferma qui. Per tamponare la carenza immediata, gli USA stanno aumentando le importazioni di uova da Canada, Turchia e Danimarca.

La Turchia, in particolare, potrebbe esportare 420 milioni di uova nel 2025, diventando il principale fornitore estero.

Questo approccio, però, si scontra con la politica protezionista di Trump:

  • I dazi del 25% annunciati contro Canada e Messico rischiano di far lievitare ulteriormente i costi, vanificando l’obiettivo di calmierare i prezzi.
  • È un dilemma politico: importare per risolvere la crisi o proteggere il mercato interno?

Perché è importante: un test per la stabilità

La crisi delle uova non è solo una questione di prezzi: è un test per la resilienza degli Stati Uniti e per la credibilità di Trump.

Un alimento base che diventa inaccessibile alimenta il malcontento sociale:

  • I sondaggi registrano un crescente disagio tra gli americani.
  • L’inchiesta del Dipartimento di Giustizia su possibili cartelli tra i produttori cerca di rispondere a questa pressione.
  • Se si dimostrasse una speculazione, Trump potrebbe usare l’indagine per scaricare le colpe altrove.
  • Ma se l’inchiesta non trovasse prove, il peso della crisi ricadrebbe tutto sulla Casa Bianca.

In un Paese dove la colazione con uova e bacon è un rito identitario, la posta in gioco è alta.

La capacità di Trump di risolvere questa crisi – o almeno di mitigarne gli effetti – sarà cruciale per mantenere la fiducia degli elettori.

Altrimenti, le uova, da simbolo di abbondanza, potrebbero diventare l’elemento che “rompe il paniere” della sua presidenza.

Comments

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *