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Trump vieta ai Musei Americani di spiegare che le “razze umane” non sono una realtà biologica

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Il 1° aprile 2025, un ordine esecutivo firmato dal Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha scatenato un acceso dibattito culturale e scientifico, vietando ai musei federali, in particolare allo Smithsonian Institution, di presentare la razza come “non una realtà biologica” ma una costruzione sociale. Questo provvedimento, intitolato “Restoring Truth and Sanity to American History” (Ripristinare verità e sanità nella storia americana), si inserisce in una più ampia iniziativa dell’amministrazione Trump per contrastare quelle che considera narrazioni “divisive” e “anti-americane” nei siti storici e culturali gestiti dal governo federale.

L’Ordine Esecutivo del Presidente Trump

L’ordine presidenziale critica esplicitamente esposizioni come “The Shape of Power: Stories of Race and American Sculpture” al Museo d’Arte Americana dello Smithsonian, che afferma che “la razza è un’invenzione umana” e non una categoria biologica intrinseca. Secondo il testo dell’ordine, questa visione rappresenta un’ideologia “incentrata sulla razza” che mina i valori condivisi americani, dipingendo la storia e i principi fondativi della nazione come “intrinsecamente razzisti, sessisti e oppressivi”. Trump sostiene che tali narrazioni, invece di promuovere l’unità, alimentino divisioni sociali e un senso di vergogna nazionale, ignorando i progressi compiuti dagli Stati Uniti nel promuovere libertà e prosperità.
Il provvedimento incarica il Vice Presidente JD Vance, membro del Consiglio dei Reggenti dello Smithsonian, di supervisionare l’eliminazione di queste “ideologie inappropriate” dai musei, dai centri di ricerca e persino dallo Zoo Nazionale. Inoltre, si ordina al Congresso di garantire che i futuri finanziamenti allo Smithsonian non vengano utilizzati per esposizioni o programmi che “degradano i valori americani condivisi” o “dividono gli americani sulla base della razza”.

La questione della “razza”: Scienza contro Ideologia

La posizione dell’amministrazione Trump si scontra con un consenso scientifico consolidato. La comunità accademica, inclusa l’American Association of Biological Anthropologists, sostiene da decenni che la razza non ha una base biologica significativa. Gli esseri umani condividono il 99,9% del loro patrimonio genetico, e le differenze fenotipiche (come il colore della pelle) sono il risultato di adattamenti ambientali, non di categorie razziali distinte. La razza, quindi, è ampiamente riconosciuta come una costruzione sociale, un concetto creato e utilizzato storicamente per giustificare gerarchie di potere, privilegi e discriminazioni, come durante l’epoca della schiavitù o delle leggi eugenetiche.

Il testo dello Smithsonian citato nell’ordine – “la razza è un’invenzione umana” – riflette questa comprensione scientifica. Tuttavia, Trump sembra interpretare questa affermazione come un attacco ideologico ai valori americani, piuttosto che come un dato di fatto basato su evidenze. L’ordine non fornisce argomentazioni scientifiche per contraddire questa posizione, ma si limita a denunciarla come parte di una narrazione revisionista che distorce la storia.

Questo divieto non è un caso isolato, ma si inserisce in una serie di azioni dell’amministrazione Trump per contrastare le politiche di diversità, equità e inclusione (DEI) e la cosiddetta “teoria critica della razza”, che analizza come il razzismo sia stato strutturalmente radicato nelle istituzioni americane. L’ordine critica anche il Museo Nazionale di Storia e Cultura Afroamericana per aver definito “lavoro duro”, “individualismo” e “famiglia nucleare” come aspetti della “cultura bianca”, vedendo in ciò un tentativo di dividere gli americani lungo linee razziali.

I critici del provvedimento, tra cui accademici e attivisti, sostengono che vietare ai musei di presentare la razza come costruzione sociale equivalga a censurare la verità storica e scientifica. Essi sottolineano che riconoscere il ruolo della razza come strumento di oppressione – ad esempio durante la schiavitù o le leggi Jim Crow – non significa screditare l’America, ma comprendere meglio il suo passato per affrontare le disuguaglianze presenti. Al contrario, i sostenitori dell’ordine vedono in questa mossa un tentativo di preservare una visione positiva e unificante della storia americana, libera da ciò che considerano propaganda ideologica.

Il dibattito sulla razza negli Stati Uniti ha radici profonde e complesse. Durante il XX secolo, gli Stati Uniti hanno avuto un ruolo significativo nel promuovere idee di “razzismo scientifico”, che sostenevano la superiorità biologica di alcune razze su altre. Queste teorie, oggi screditate, ispirarono politiche eugenetiche non solo in America, ma anche all’estero, come nella Germania nazista. L’ordine di Trump, pur non promuovendo esplicitamente il razzismo scientifico, sembra rifiutare il progresso accademico che ha smantellato tali idee, insistendo su una narrazione che potrebbe implicitamente legittimare una visione essentialista della razza.

Il divieto imposto da Trump ai musei di dichiarare che “la razza non è una realtà biologica” rappresenta una sfida diretta al consenso scientifico e un tentativo di controllare la narrazione storica americana. Mentre l’amministrazione lo presenta come un ritorno alla “verità e sanità”, i critici lo vedono come un passo verso la censura e la negazione di fatti scomodi. Questo scontro tra politica, scienza e cultura promette di alimentare ulteriori divisioni in una nazione già polarizzata, sollevando domande fondamentali su come il passato debba essere ricordato e insegnato.

Il Concetto di Razza Secondo la Scienza

Dal punto di vista scientifico, il concetto di razza nell’essere umano è ampiamente considerato un costrutto sociale piuttosto che una categoria biologica oggettiva. La genetica moderna ha dimostrato che le differenze tra gruppi umani sono minime e che la variabilità genetica all’interno di una stessa “razza” è spesso maggiore di quella tra diverse “razze”.

Origine e superamento del concetto di razza

Storicamente, la classificazione degli esseri umani in razze è stata introdotta per spiegare le differenze fisiche osservabili, come il colore della pelle, la forma del cranio o la struttura del viso. Scienziati del XVIII e XIX secolo, come Carl Linnaeus e Johann Friedrich Blumenbach, suddividevano l’umanità in gruppi distinti basandosi su caratteristiche fenotipiche. Tuttavia, con lo sviluppo della genetica e della biologia evolutiva nel XX secolo, questa classificazione è stata smentita.

Gli studi sul DNA hanno mostrato che gli esseri umani condividono oltre il 99,9% del loro patrimonio genetico. Le variazioni genetiche esistono, ma si distribuiscono gradualmente in base a fattori geografici piuttosto che formare gruppi nettamente distinti. Questo fenomeno è chiamato clinale, il che significa che le differenze genetiche cambiano gradualmente senza creare confini definiti tra le popolazioni.

Perché il concetto di razza è superato in biologia?

  • Assenza di confini genetici netti: Non esistono marcatori genetici esclusivi di una “razza”. Le variazioni genetiche sono continue e sfumate.
  • Origine comune dell’umanità: Tutti gli esseri umani moderni discendono da un unico gruppo di Homo sapiens emerso in Africa circa 300.000 anni fa. La migrazione e l’adattamento ambientale hanno influenzato le caratteristiche fisiche, ma senza creare distinzioni biologiche nette.
  • L’errore della classificazione fenotipica: Le differenze nel colore della pelle o nella struttura corporea sono adattamenti evolutivi all’ambiente (ad esempio, la pelle scura si è sviluppata nelle zone equatoriali per proteggere dai raggi UV). Questi tratti non determinano appartenenze genetiche distinte.

Oggi, la scienza riconosce che il concetto di razza umana non ha una base biologica, ma è un costrutto sociale usato per categorizzare le persone in base a tratti esteriori. Studi genetici e antropologici confermano che gli esseri umani sono una specie unica, caratterizzata da una straordinaria diversità interna, ma senza divisioni razziali biologiche.

 

Fonte: https://www.whitehouse.gov/presidential-actions/2025/03/restoring-truth-and-sanity-to-american-history/

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