Storia

Tutte le inesattezze di “Facta” sulle Foibe in “I falsi miti sulle foibe che tornano ogni 10 febbraio”

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Facta è una testata giornalistica che si presenta con il claim  “Verifichiamo le notizie”. Ma ogni volta che si avvicina il 10 febbraio, Giorno del Ricordo, si inserisce nella strategia di coloro che hanno  interesse ideologico a mantenere il silenzio sul dramma delle foibe e degli esuli giuliano-dalmati. Ma allora: chi verifica il verificatore?

Questi gruppi, in parte per l’ammirazione verso il modello comunista jugoslavo e in parte per ragioni politiche e ideologiche, hanno spesso sminuito o negato il fenomeno foibe / esodo giuliano dalmata, etichettandolo come una strumentalizzazione politica della destra. Questa narrativa ha contribuito a creare un clima di omertà attorno al tema, impedendo per lungo tempo una discussione serena e obiettiva. E a diffondere odio tra fazioni politiche.  Ma il silenzio non è stato solo politico. Anche molte istituzioni, preoccupate di riaprire ferite dolorose in un paese già segnato dalla guerra e dalla divisione politica, hanno evitato di affrontare l’argomento. Questo ha lasciato un vuoto nella memoria collettiva che solo di recente si sta cercando di colmare.

CHI HA INTERESSE A DIMENTICARE QUESTA TRAGEDIA ITALIANA?

Ricordiamo che  l’Istituzione de Giorno del ricordo  la legge 30 marzo 2004, n. 92, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 13 aprile 2004, n. 86. Il Giorno del Ricordo, celebrato ogni 10 febbraio, è stato istituito per commemorare le vittime delle foibe e l’esodo degli italiani dall’Istria, Fiume e Dalmazia nel secondo dopoguerra.

Chi ha votato la legge?

La legge è stata approvata con un ampio consenso parlamentare:

  • Senato: 10 marzo 2004 → Approva con 211 voti favorevoli, 15 contrari e 4 astenuti.
  • Camera dei Deputati: 16 marzo 2004 → Approvata in via definitiva con 502 voti favorevoli, 15 contrari e 3 astenuti.

Chi ha votato contro?

I voti contrari sono arrivati principalmente da alcuni parlamentari di Rifondazione Comunista e da alcuni indipendenti di sinistra, che criticavano l’interpretazione storica della legge.

Perché è importante parlarne oggi?

Raccontare il dramma delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata non è solo un atto di giustizia nei confronti delle vittime e dei loro discendenti, ma anche un’opportunità per comprendere meglio le complessità della nostra storia. Solo affrontando questi episodi con onestà possiamo costruire una memoria condivisa che ci aiuti a superare le divisioni ideologiche del passato.

Parlarne oggi è fondamentale anche per contrastare le manipolazioni e le strumentalizzazioni politiche di entrambi gli schieramenti. Da un lato, è importante evitare che il dramma delle foibe venga usato per alimentare sentimenti di odio o di revanscismo. Dall’altro, è necessario contrastare chi ancora oggi cerca di minimizzare o negare questi eventi per ragioni ideologiche.

ECCO PERCHÉ L’ARTICOLO DI FACTA È INESATTO 

L’articolo intitolato  “I falsi miti sulle foibe che tornano ogni 10 febbraio”  presenta diverse informazioni storicamente corrette, ma ci sono alcune imprecisioni, omissioni o interpretazioni parziali che meritano di essere evidenziate.

L’uso del termine “foibe” è stato consolidato nel tempo per descrivere gli eccidi avvenuti nel 1943 e nel 1945, sebbene non tutte le vittime siano state uccise e gettate nelle cavità carsiche. Molti furono fucilati o internati nei campi di concentramento jugoslavi. Tuttavia, il termine è ormai accettato nella storiografia per indicare l’insieme delle violenze perpetrate contro gli italiani in quel contesto storico.

L’articolo minimizza l’elemento di violenza etnica.
In sintesi afferma che le foibe non furono una pulizia etnica, bensì una repressione politica. Sebbene molti furono colpiti per il loro passato fascista, la componente etnica fu comunque rilevante. Numerosi studi, tra cui quelli di Raoul Pupo e Roberto Spazzali, riconoscono che la volontà di eliminare la presenza italiana nei territori annessi dalla Jugoslavia fu una delle motivazioni delle violenze.

Le cifre delle vittime delle foibe sono oggetto di dibattito.
L’articolo critica le esagerazioni, ma fornisce stime al ribasso senza menzionare altre fonti che parlano di numeri più elevati. Studi come quelli di Marco Pirina e Gianni Oliva parlano di un numero tra le 10.000 e le 15.000 vittime, considerando anche coloro che morirono nei campi di prigionia jugoslavi.

Un altro punto controverso riguarda il rapporto tra foibe ed esodo giuliano-dalmata.
L’articolo afferma che le foibe non furono la causa principale dell’esodo, ma solo un aspetto di un più ampio cambiamento geopolitico. Tuttavia, numerose testimonianze dimostrano che la paura delle violenze jugoslave fu un fattore determinante nella decisione di oltre 250.000 italiani di abbandonare l’Istria, Fiume e la Dalmazia.

Sul paragone tra foibe e Shoah, è corretto affermare che i due eventi non siano assimilabili per dimensioni e modalità.
Tuttavia, sostenere che non ci fosse una strategia mirata di eliminazione della presenza italiana è una semplificazione. Alcuni storici, come Giuseppe Parlato, parlano di una chiara volontà politica di cancellare l’elemento italiano nei territori annessi alla Jugoslavia.

Infine, la cosiddetta “congiura del silenzio” è un aspetto importante.
L’articolo nega che ci sia stato un occultamento del tema delle foibe, ma è un dato di fatto che per decenni la vicenda sia stata poco studiata e discussa pubblicamente, anche per ragioni diplomatiche legate ai rapporti tra Italia e Jugoslavia durante la Guerra Fredda. Solo nel 2004, con l’istituzione del Giorno del Ricordo, la tragedia delle foibe ha ottenuto un riconoscimento ufficiale su larga scala.

Facta dunque tende a ridimensionare la gravità degli eventi legati alle foibe e all’esodo giuliano-dalmata, enfatizzando le colpe italiane e minimizzando la violenza delle forze jugoslave. Una trattazione equilibrata dovrebbe considerare sia le violenze del fascismo che la repressione etnica e politica attuata dai partigiani di Tito, riconoscendo la complessità storica della vicenda.

 

 

Il Presidente Sergio Mattarella  Mattarella: “Nessuna squallida provocazione può minare il ricordo delle foibe”  

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Quirinale alla celebrazione del “Giorno del Ricordo” ha fatto riferimento alle vandalizzazioni dei simboli delle foibe di questi giorni. “Nessuna squallida provocazione può ridurne ricordo e dura condanna. Di quella stagione, contrassegnata da una lunga teoria di uccisioni, arresti, torture, saccheggi, sparizioni, le Foibe restano il simbolo più tetro”, ha osservato il presidente.

“La ferocia che si scatenò contro gli italiani non può essere derubricata sotto la voce di atti, comunque ignobili, di vendetta o giustizia sommaria contro i fascisti occupanti; il cui dominio era stato – sappiamo – intollerante e crudele per le popolazioni slave, le cui istanze autonomistiche e di tutela linguistica e culturale erano state per lunghi anni negate e represse”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione del “Giorno del Ricordo”.

«Le foibe e l’esodo hanno rappresentato un trauma doloroso per la nascente Repubblica. Quelle vicende costituiscono una tragedia che non può essere dimenticata. Non si cancellano pagine di storia tragiche e duramente sofferte, i tentativi di oblio, o di negazione, o di minimizzare sono un affronto alle vittime, alle loro famiglie e un danno inestimabile per la coscienza collettiva di un popolo e di una Nazione», ha affermato il presidente della Repubblica Mattarella in occasione del “Giorno del Ricordo”. Fonte video Quirinale

 

“Non possiamo dare spazio ai negazionismi, a chi dice che fu una risposta al fascismo in Italia”. Queste le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarealla

 

MATERIALE DIDATTICO PER I DOCENTI DELLE SCUOLE PRIMARIE

Linee Guida per la didattica della Frontiera Adriatica [PDF]
Si tratta delle Linee Guida per la didattica della Frontiera Adriatica: laboratorio di contemporaneità per affrontare le complesse vicende del Confine Orientale

Ref:  https://www.mim.gov.it/-/linee-guida-per-la-didattica-della-frontiera-adriatica

 

LIBRI PER APPROFONDIRE

 

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