Ultimo aggiornamento: ore 9:00 del 19 marzo 2025
Subito dopo la telefonata in cui Putin ha promesso di fermare gli attacchi alle infrastrutture energetiche, la Russia ha colpito una sottostazione elettrica a Sloviansk, lasciando la città al buio. Non una buona premessa.
Il 18 marzo 2025, Donald Trump e Vladimir Putin hanno avuto una telefonata durata circa tre ore, incentrata sulla guerra in Ucraina e sulla possibilità di un cessate il fuoco.
Secondo i comunicati ufficiali e le analisi successive, i due leader hanno discusso principalmente di un’interruzione degli attacchi alle infrastrutture energetiche per 30 giorni, come primo passo verso una tregua più ampia.
Le posizioni di Trump e Putin
- Trump ha proposto un cessate il fuoco immediato e senza condizioni, un’idea che l’Ucraina aveva già accettato in linea di principio.
- Putin, invece, ha condizionato qualsiasi accordo a richieste significative:
- Stop completo degli aiuti militari occidentali a Kiev.
- Cessazione della condivisione di intelligence con l’Ucraina.
Queste richieste, di fatto, avrebbero reso Kiev più vulnerabile.
Putin si è detto disponibile a sospendere per 30 giorni i bombardamenti sulle infrastrutture energetiche ucraine, a patto che anche l’Ucraina facesse lo stesso con quelle russe. Ha quindi ordinato al suo esercito di rispettare questa pausa.
Un successo diplomatico per Trump?
Trump ha presentato questa intesa come un successo, definendo la telefonata “molto buona e produttiva” e sottolineando l’obiettivo di una pace duratura.
Tuttavia, nella notte successiva, il 19 marzo 2025, una centrale energetica ucraina è stata bombardata, sollevando dubbi sulla sincerità o sull’efficacia delle promesse di Putin. Questo attacco suggerisce due possibili scenari:
- Putin potrebbe non aver mantenuto l’impegno preso con Trump.
- L’ordine non è stato pienamente attuato dalle forze russe.
Perché si dice che Putin abbia “vinto”?
L’idea che Putin abbia “vinto” deriva da diversi fattori:
- Rottura dell’isolamento diplomatico: la telefonata ha legittimato Putin come interlocutore diretto degli Stati Uniti, un obiettivo che Mosca persegue da tempo.
- Condizioni favorevoli alla Russia: Putin non ha concesso nulla di sostanziale senza imporre condizioni vantaggiose per Mosca, come il blocco degli aiuti a Kiev. Trump, invece, non ha ottenuto il cessate il fuoco completo che cercava.
- Mantenimento del controllo militare: l’attacco alla centrale energetica poche ore dopo l’accordo dimostra che Putin mantiene l’iniziativa, senza reali conseguenze immediate per aver violato l’intesa.
Ore 17:53
Conclusa la tanto attesa conversazione telefonica tra Donald Trump e Vladimir Putin riguardo alla tregua in Ucraina.
Ore 17:00
il leader americano spera che dal dialogo possa scaturire un annuncio di pace. “Il colloquio sta procedendo bene”, ha scritto su X Dan Scavino, vice capo di gabinetto della Casa Bianca, intorno alle 16, quando la chiamata era già iniziata da un’ora.
Ieri Trump aveva espresso ottimismo, sottolineando che “ci sono ottime possibilità di fermare questa guerra”, nonostante Putin non abbia ancora accettato la proposta di cessate il fuoco di un mese, già approvata da Volodymyr Zelensky. Al contrario, il leader russo ha posto diverse condizioni, tra cui il blocco del riarmo ucraino e degli aiuti militari dall’Occidente.
“Abbiamo lavorato intensamente durante il fine settimana”, ha dichiarato Trump, parlando di “avanzamenti” nei negoziati.
I punti critici per raggiungere la pace
Karoline Leavitt, portavoce della Casa Bianca, ha affermato che “siamo vicini” a un’intesa, mentre Trump ha precisato che “discuteremo di territori, che come sapete sono cambiati rispetto a prima del conflitto, e di centrali elettriche”, rispondendo a una domanda sulle “concessioni” richieste per l’accordo.
Questo appare il problema più complesso da risolvere: Zelensky continua a sostenere che la sovranità e l’integrità dell’Ucraina non sono in discussione, mentre Putin pretende il ritiro delle forze ucraine dalle quattro regioni occupate e annesse con la forza – Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia – come condizione per la pace.
Il nodo di Zaporizhzhia
Un altro tema critico è la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, attualmente sotto controllo russo. La struttura, situata nella regione omonima, è strategica per il fabbisogno energetico ucraino e rappresenta un potenziale rischio di catastrofe nucleare in caso di attacchi o malfunzionamenti.
Negli ultimi mesi, l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) ha più volte espresso preoccupazione per la sicurezza dell’impianto, soggetto a continui blackout e minacce militari. Secondo alcune fonti, Trump potrebbe aver fatto riferimento proprio alla centrale quando ha detto di aver “parlato a lungo con Russia e Ucraina” per “ripartire alcuni asset”. Non è chiaro se gli Stati Uniti abbiano proposto un’amministrazione congiunta o una smilitarizzazione dell’area sotto supervisione internazionale.
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