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Il Premio Nobel Adam Riess all’Astronomy Day di Torino

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Un evento organizzato in occasione dell’Astronomy Day 2024 – Gravità Zero in un esclusivo articolo del celebre giornalista scientifico Antonio Lo Campo 

Ospite d’eccezione, in collegamento da remoto, Adam Riess, Premio Nobel per la Fisica 2011, Johns Hopkins University e Space Telescope Science Institute.           

Il suo nome è diventato celebre soprattutto dal 1990, poiché quell’anno la Nasa, in collaborazione con l’Esa, lanciò quello che fino a tre anni fa era il più grande e sofisticato telescopio mai inviato nello spazio, che porta il suo nome: Hubble Space Telescope.

Un gioiello della tecnologia spaziale, superato solo dal più recente “Webb Telescope”                

Edwin Powell Hubble, nato a Chicago nel 1889, è stato in effetti uno dei più importanti astrofisici di tutti i tempi,  e dimostrò che molti oggetti classificati come nebulose sono in realtà galassie, calcolando la relazione fra spostamento verso il rosso e la distanza , e giunse alla conclusione che l’Universo era in espansione.                                                                            

E giusto cento anni fa, nel 1924, grazie a una scoperta dell’astronoma americana Henrietta Swan Leavitt, Hubble misurò per la prima volta la distanza della nebulosa di Andromeda, scoprendo che era molto più distante delle dimensioni presunte della Via Lattea. Questa scoperta segnò l’inizio di quella che è definita “astrofisica extragalattica”. Di lì a poco la scoperta dell’espansione dell’Universo diede inizio alla cosmologia moderna.

Un secolo di scoperte extragalattiche

Ottant’anni dopo la scoperta di Hubble e della Leavitt, l’Hubble Space Telescope, dalla sua orbita a 600 chilometri dalla Terra, scopre che l’espansione si sta velocizzando.  Non si conosce l’origine di questo effetto, ma viene attribuito a una sorta di “energia oscura” teorizzata per primo da Albert Einstein. Il professor Adam Riess, astrofisico e Premio Nobel per la Fisica nel 2011, che sarà ospite dell’Astronomy Day 2024 al Planetario di Pino Torinese, illustrerà agli spettatori come il team da lui guidato ha scoperto l’accelerazione dell’Universo, e perché comprendere la natura dell’energia oscura rimanga una delle più grandi sfide in astrofisica e cosmologia.               

La Galassia di Andromeda, la più vicina alla nostra Via Lattea
La Galassia di Andromeda, la più vicina alla nostra Via Lattea

                                                                                         

In questi cento anni si sono moltiplicate scoperte inattese che hanno rivelato parte della natura nascosta dell’Universo e che sono basate sulla complessa stima delle distanze degli oggetti extragalattici.  Ci hanno poi pensato i più potenti osservatori astrofisici sulla Terra, e poi i satelliti-telescopio, lanciati sin dal 1962, a espandere le nostre conoscenze sull’Universo. Perlomeno su ciò che conosciamo, poiché una delle nuove frontiere dell’astrofisica e della cosmologia è invece lo studio dell’energia e della materia oscura che permeano in circa il 90 per cento l’Universo così come lo conosciamo.                                                                                                                                                              La misura delle distanze nasconde ancora oggi insidie e difficoltà, come accade per la stima del tasso di espansione dell’Universo, la costante di Hubble-Lemaitre H0.                                       

Sono errori di misura o si nascondono aspetti di fisica fondamentale ancora sconosciuti? 

L’evento alla Cavallerizza Reale con l’intervento di Riess

Infini.to – Planetario di Torino, Museo dell’Astronomia e dello Spazio,  da due anni porta il nome di colui che ne è stato per anni il Presidente, l’astrofisico torinese Attilio Ferrari, che aveva una cattedra di astrofisica proprio nella città principale dell’Illinois, in cui nacque Hubble.  Sulla collina del capoluogo di Regione del Piemonte, dedicherà a  “100 anni extragalattici”, l’Astronomy Day 2024, un evento divulgativo annuale dedicato all’astronomia e allo spazio.

Ospite d’eccezione, in collegamento da remoto, Adam Riess, Premio Nobel per la Fisica 2011, Johns Hopkins University e Space Telescope Science Institute.

L’appuntamento è per venerdì 15 novembre alle ore 20.30 presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale di Torino.  Partecipano all’evento, moderato da Gabriele Beccaria, de “La Stampa”,  Lucas Magri  (Nsf – NoirLab), e il fisico Antonaldo Diaferio  (Università di Torino e Presidente di Infini.to).  

Ingresso gratuito 

L’iniziativa (gratuita, previa prenotazione su eventbrite), si svolge nell’ambito del Sistema Scienza Piemonte e rientra nel programma ESERO Italia.  È organizzato con il patrocinio dell’Università degli Studi di Torino, in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Astrofisica, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, e come media partner con il supporto de La Stampa, e partner tecnici Sanoma Italia SpA e Agorà del Sapere.                                                  

È un appuntamento con uno dei grandi astrofisici del nostro tempo, che cercherà anche di rispondere a molti quesiti che ancora restano un mistero, o comunque teorie senza risposta. E forse anche ai limiti della fantascienza, come ad esempio, se l’energia oscura ci permetterà di guardare indietro nel tempo: “Con le prossime, importanti scoperte, potremmo guardare indietro nel tempo,  e vedere se ha sempre lo stesso effetto – spiega Riess –   Ci permetterebbe di distinguere tra l’idea di Einstein su cosa potrebbe essere l’energia oscura e un fenomeno più generico che pensiamo abbia dato origine a un periodo inflazionistico poco dopo il Big Bang”.                                                                                                         

Reiss: “La scienza improvvisamente ci regala scoperte sorprendenti”

E poi, i grandi telescopi spaziali, e le missioni per le quali gli astrofisici si attendono nuove e rivoluzionarie risposte: “Oltre al James Webb Telescope, l’attuale programma MIAPbP si occupa di grandi indagini astronomiche come la Dark Energy Survey, che ha raccolto dati dal 2013 al 2019. Finora è stata analizzata solo la metà dei dati. Cosa si aspetta dal resto? Sorprese!  Ci spero sempre –  aggiunge l’astrofisico statunitense – La scienza spesso procede in modo lento e metodico, ma poi arrivano le sorprese e le cose si muovono più rapidamente”.            

Come comprendere meglio l’energia oscura, in futuro ? : “L’Osservatorio Vera T. Rubin, che una volta si chiamava LSST, sta effettuando un’indagine massiccia su tutta la volta celeste.  Poi ci sarà il Nancy Grace Roman Space Telescope, successore del Webb, e anche  l’Euclid Telescope europeo, realizzato con grande contributo italiano, si prepara a nuove scoperte. Sono tutti grandi telescopi di indagine. Un’altra missione europea che sta contribuendo a tutto questo si chiama Gaia, che è un’indagine sull’astrometria, sulle posizioni. Una missione nata in buona parte proprio a Pino Torinese, grazie anche agli scienziati Inaf dell’Osservatorio Astrofisico. Ci aiuta a misurare la parallasse e parametri simili. Stiamo ottenendo un’enorme quantità di informazioni da tutto questo e siamo ottimisti sul fatto che arriveremo a nuove, importanti informazioni”.     

Ringraziamo il Giornalista Scientifico Antonio Lo Campo per la comunicazione 

Antonio Lo Campo, giornalista scientifico
Antonio Lo Campo, giornalista scientifico

Collabora con i quotidiani “La Stampa” e “Avvenire” e per altre testate (sia cartacee che web) di informazione scientifica e spaziale. È autore di numerosi libri, tra i quali Professione Astronauta, quest’ultimo scritto insieme al il primo astronauta italiano Franco Malerba e il recente Spazio Made in Italy sulla Space Economy italiana. Ha preso parte a trasmissioni in TV e radio locali e nazionali, quasi sempre come ospite esperto su temi legati ai voli spaziali, e ha collaborato ad alcune trasmissioni RAI, comprese “Viaggio nel cosmo”, di Piero Angela, e Geo & Geo. All’attività giornalistica, affianca quella di organizzatore o relatore di conferenze e convegni su temi di scienza e spazio. Ha incontrato e intervistato molti astronauti, di diverse nazionalità, compresi gli astronauti delle missioni Apollo e alcuni dei protagonisti delle prime missioni russe. Per Interiorissimi si occupa di tecnologia e moduli abitativi spaziali (Space Architecture).

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