Gravita Zero: comunicazione scientifica e istituzionale

È vero che è naturale nascere con delle propensioni lavorative legate al genere?

Samantha Cristoforetti

L’università di Bari riduce le tasse alle studentesse nei corsi con poche iscritte e un senatore della Repubblica scrive un post in cui afferma che “è naturale che i maschi siano più appassionati a discipline tecniche, tipo ingegneria mineraria per esempio, mentre le femmine abbiano una maggiore propensione  per materie legate all’accudimento, come per esempio ostetricia”.

È bastato per far scatenare la bagarre e l’ironia in rete.

Le differenze tra predisposizione biologica e predisposizione culturale. 

Non esistono mestieri da maschi o da femmine. Ogni essere umano ha le stesse capacità e tutti devono avere la possibilità di realizzare i propri sogni, senza condizionamenti esterni”. È la risposta all’uscita infelice del senatore di Mariafelicia De Laurentis, che ha ricevuto la medaglia Einstein insieme ad altri 200 scienziati dell’Event Horizon Telescope per aver fotografato per la prima volta nella storia, un buco nero. [link]

Il senatore in questione ha utilizzato alcuni “paralogismi”, ovvero fallace logiche del pensiero, che affermano  come  un individuo sia predisposto a comportarsi in un certo modo perché ha un determinato assetto cromosomico senza tenere conto dei modelli di comportamento che la società gli impone.

Una delle fallacie logiche di questo ragionamento è l’Appello alla natura: in cui si tende a considerare ciò che è naturale come buono e giusto e quello che è creato dall’uomo attraverso il progresso, lo sviluppo sociale o  la tecnologia come cattivo perché altererebbe il flusso naturale delle cose, non considerando il progresso stesso come parte integrante del corso della natura.

Abbiamo chiesto al biologo e divulgatore scientifico, dr. Francesco Marchetti, di commentare questa affermazione dal punto di vista della scienza. 

Quando si accenna a una  predisposizione biologica, ci stiamo riferendo all’assetto cromosomico di un individuo, spiega il biologo Marchetti: “Un cromosoma è un’unità strutturale e funzionale di DNA. Strutturale perché agevola la divisione cellulare. Funzionale perché contiene i geni necessari per specifiche funzioni cellulari. I cromosomi X e Y non fanno eccezione.  Si comportano esattamente come gli altri. Una delle loro funzioni è portare i geni necessari a determinare se un embrione svilupperà gli organi genitali maschili oppure quelli femminili. Dall’interazione con l’ambiente, quello fisico e quello culturale, si sviluppano invece i comportamenti”. Definiti acquisiti perché non sono predeterminati dalle informazioni presenti nei nostri cromosomi. Sono determinati da come l’ambiente consente all’individuo di interagire con esso”.

È dunque la società ad imporre certi modelli di comportamento non la biologia. Lo fa sin da quando siamo bambini, quando ci viene detto “non giocare con le bambole che è una cosa da femmine” oppure “non giocare con il pallone che è una cosa da maschi”. Che poi diventa “non ti iscrivere a ingegneria che è una cosa da uomini” oppure “non ti iscrivere a ostetricia che è una cosa da donne”. Basterebbe lasciare i bambini liberi di seguire i loro istinti senza imporre modelli di comportamento. Avremmo certamente degli adulti migliori. A prescindere dalla biologia”.

La “predisposizione biologica” di un individuo ad assumere determinati comportamenti dunque non ha alcun significato scientifico. Si tratta di pseudoscienza: una credenza basata su preconcetti.

L’articolo è stato scritto nell’ambito del Corso di Giornalismo Scientifico dell’Accademia Telematica Europea organizzato con il contributo dei ricercatori di Geoclimalp CNR-IRPI e di Fondazione CRT

 

L’astrofisica risponde a Simone Pillon: “Non esistono mestieri per uomini o per donne”