Gravita Zero: comunicazione scientifica e istituzionale

Il volto di Anonymous ha un nome: Guy Fawkes. E il 5 novembre è il suo giorno

Non ho mai amato l’idea dell’anonimato, un volto che si nasconde nell’ombra, privo di identità e responsabilità diretta. L’anonimato mi lascia sempre con la sensazione di incertezza, come se mancasse qualcosa di essenziale. In un mondo in cui si richiede autenticità e trasparenza, chi si nasconde dietro una maschera rischia di sottrarre forza al proprio messaggio, rendendo ambigua la causa che sostiene.

Eppure, per quanto possa apparire “neutrale” o imparziale, l’anonimato non è mai del tutto senza schieramenti. Chi indossa la maschera di Anonymous, ad esempio, pur celando la propria identità, si posiziona con forza in difesa di un’idea, di un movimento, o di un gruppo di persone. L’anonimo, anche se invisibile, è sempre “per qualcuno.”

Il volto di Guy Fawkes ha subito una trasformazione notevole dal 1605 a oggi. Inizialmente era un simbolo di ribellione cattolica contro il re anglicano Giacomo I, ma nel tempo è diventato qualcosa di molto più complesso e sfaccettato, finendo per rappresentare l’icona di movimenti moderni come Anonymous.

  1. Il tentato complotto di Guy Fawkes
    Il 5 novembre 1605, Guy Fawkes e un gruppo di cospiratori cercarono di far esplodere il Parlamento inglese per protestare contro la politica religiosa del re Giacomo I. Fawkes fu scoperto e condannato a morte. Questo tentato attacco, passato alla storia come il “Complotto delle polveri,” divenne un evento simbolico che ha continuato a risuonare nel tempo.
  2. La commemorazione annuale
    Da quel momento, ogni anno, il 5 novembre è ricordato in Inghilterra come il “Guy Fawkes Day,” con falò e fuochi d’artificio. I festeggiamenti si sono evoluti e i bambini indossano maschere, originariamente di cartone, con il volto di Fawkes, trasformandolo in una sorta di figura tradizionale e simbolica.
  3. La rinascita nel fumetto
    Negli anni ’80, Alan Moore e David Lloyd, con il fumetto V for Vendetta, introdussero la figura di un giustiziere mascherato in un’Inghilterra distopica e totalitaria. Lloyd, ispirato dalle maschere di Fawkes della sua infanzia, disegnò il volto del protagonista ispirandosi proprio a lui. V for Vendetta è una critica all’autoritarismo, e la maschera diventa così un simbolo di lotta per la libertà.
  4. La versione cinematografica
    Nel 2005, il film V for Vendetta, diretto dai fratelli Wachowski, rese la maschera ancora più famosa a livello internazionale. Distribuita da Warner Bros., la maschera di V si diffonde come simbolo di ribellione, venduta in tutto il mondo e adottata da persone che si oppongono al sistema.
  5. Il simbolo dell’Anonimo
    Nel 2008, il gruppo Anonymous adotta la maschera come segno di riconoscimento durante le manifestazioni e le proteste online. L’immagine del volto di Fawkes, rivisitato da Lloyd, diventa così emblema di anonimato e lotta contro le istituzioni percepite come oppressive.

Il volto di Guy Fawkes ha così attraversato i secoli, passando da cospiratore cattolico a simbolo di ribellione e anonimato. Questa evoluzione evidenzia come i simboli possano essere reinterpretati e adottati da nuovi movimenti per comunicare messaggi di libertà, resistenza e giustizia, anche se l’anonimato stesso rimane un tema controverso.

In definitiva, l’anonimato, per quanto affascinante nella sua apparente neutralità, mi lascia perplessa e scettica. Se da un lato permette di superare le barriere personali e di creare un fronte comune, dall’altro rischia di privare il messaggio di autenticità, facendo perdere parte della responsabilità che accompagna ogni azione.

Ogni volta che una maschera cela il volto di qualcuno, si oscura anche un tratto fondamentale di trasparenza e di coerenza. Non posso fare a meno di pensare che dietro il simbolo dell’“anonimo” ci sia comunque uno schieramento, una presa di posizione che richiederebbe più chiarezza e più coraggio nel mostrarsi apertamente. Forse, se desideriamo veramente sostenere una causa, il primo atto di lealtà dovrebbe essere quello di metterci la faccia.